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Cosa fare a Erba, il Monumento ai Caduti

Che cosa fare a Erba: guida per turisti

Che cosa fare a Erba? Nelle prossime righe scoprirai i posti più belli da vedere, i sentieri da percorrere e i locali in cui pranzare in città, ma ti avverto: una giornata sola di sicuro non ti basterà per conoscere tutto. E ora preparati ad arrampicare, visitare chiese, mangiare sushi e ammirare torri e castelli.

La città

Città di poco più di 16mila abitanti della Brianza comasca, Erba comprende le frazioni di Parravicino, Incino, Crevenna, Cassina Mariaga, Buccinigo e Arcellasco.

A Erba c’è la sede di Radio Maria. Qui, inoltre, sono nati l’attore e conduttore Francesco Mandelli, il cantante Memo Remigi e l’ex calciatore della Juventus Moreno Torricelli.

Che cosa fare a Erba: i monumenti da vedere

Se vuoi sapere che cosa vedere a Erba potresti iniziare la tua gita in città da via San Maurizio: all’incrocio con via Alserio, merita una visita la Chiesa di San Maurizio, risalente nella sua configurazione attuale agli anni ’40 del Settecento. Sul portone in legno incorniciato dal portale in granito che impreziosisce la facciata in stile barocchetto puoi notare formelle che rappresentano San Maurizio a cavallo e altri santi.

Ora lasciandoti la chiesa sulla destra incamminati lungo via San Maurizio; arrivato in fondo a questa strada gira a destra e vedrai il lavatoio di piazza Rovere.

Da qui imbocca la stradina a sinistra del lavatoio, via Cadorna, e percorrila tutta: così ti ritroverai in piazza Sant’Eufemia, dove avrai l’occasione di osservare la Chiesa di Sant’Eufemia: un edificio in stile romanico la cui facciata è quasi completamente coperta da un campanile alto quasi 33 metri. Al suo interno puoi ammirare un Crocifisso in legno cinquecentesco e, di fronte alla cappella della Madonna, un affresco della Vergine col Bambino tardo medievale, affiancato da un’Annunciazione e una Vergine con Bambino e San Giovannino, entrambe del XVI secolo.

Lasciandoti la chiesa alle spalle e girando a destra ti ritrovi in piazza Vittorio Veneto, cioè la piazza del mercato di Erba. Qui trovi il portico del mercato di Incino, dove ancora oggi sono visibili gli anelli a cui in passato venivano legati gli animali dei venditori: è davvero elegante questo edificio porticato a nove arcate, realizzato su progetto di Piero Corti negli anni ’20 dell’Ottocento.

Superato il portico, raggiungi la piccola rotonda e gira a sinistra in via Volta, al termine della quale girerai a sinistra in via XXV Aprile. Arrivato al secondo semaforo, troverai alla tua sinistra la Chiesa di Santa Maria Nascente, affacciata su piazza Prepositurale e riconoscibile dal pronao neoclassico che precede la facciata. All’interno è presente un olio su tela del 1610, la Madonna con Bambino tra i santi Chiara, Stefano, Francesco e Caterina d’Alessandria realizzata da Giacomo Cavedoni. La Natività di Maria sulla volta del transetto, invece, è opera di Gaetano Calcaterra, come l’affresco di Gesù con le pecorelle.

Cosa fare a Erba, la Chiesa di Santa Maria Nascente
La Chiesa di Santa Maria Nascente

Davanti alla chiesa, in piazza Prepositurale 1, sorge Villa Majnoni, che deve il proprio nome ad Achille Majnoni, la cui famiglia visse qui alla fine del XIX secolo. Ma chi era Majnoni? Architetto del re Umberto I, si occupò tra l’altro della sistemazione della Villa Reale di Monza. Fu proprio tra le braccia di Majnoni che il monarca morì dopo l’attentato del 29 luglio del 1900.

Cosa fare a Erba, Villa Majnoni
Villa Majnoni

La villa, oggi sede del municipio, è circondata da un parco aperto al pubblico, ma avrai modo di scoprirlo tra poco. Per ora puoi concentrarti sulla facciata di Villa Majnoni, che ospita un affresco del 1870: fu realizzato da Carlo Fumagalli e rappresenta la Madonna del Rosario con Gesù Bambino in braccio.

L'affresco di Villa Majnoni a Erba
L’affresco di Carlo Fumagalli

Dalla piazza, lasciandoti Villa Majnoni sulla destra puoi imboccare via Majnoni e da qui svoltare a destra in via Leone Carpani: ti bastano pochi passi per raggiungere piazza Prina, dove noterai sulle pareti esterne degli edifici numerose splendide opere realizzate dai pittori del Gruppo Artistico Erbese.

Eugenio Corti, Arcolaio
Uno dei dipinti esposti: Arcolaio di Eugenio Corti

Sono davvero tanti i quadri da ammirare qui: per conoscerli tutti, puoi leggere il post qui sotto, dedicato alle bellezze di Incino e della contrada Villincino.

Erba, Incino e la contrada Villincino

Lasciandoti i dipinti sulla destra, addentrati in piazza Prina per scoprire, al civico 5, la medievale Casa Carpani.

Cosa fare a Erba, Casa Carpani
Casa Carpani

Ora ritorna in via Carpani: al civico 9 sulla tua destra ti imbatterai in un cortile chiuso da un cancello in ferro battuto con tracce architettoniche del periodo tardo medievale, mattoni in cotto che mettono in risalto una finestra ogivale e alcune volte.

Cosa fare a Erba, la contrada Villincino
Dietro questo edificio dalle chiare origini medievali si intravedono Casa Rivolta e la Torre di Incino, di cui ti parlo tra poco

Ti ritrovi, così, nel cuore della contrada Villincino, in piazza Torre.

[Prima di scoprire la contrada Villincino a Erba, ti va di mettere un like alla pagina Facebook di Viaggiare in Brianza? Mi ripagherebbe del tempo speso per scrivere questo post: grazie mille!]

Al civico 2 di piazza Torre c’è Casa Busti Carpani, di epoca medievale, su cui è visibile il resto di un arco valorizzato da un fregio ornamentale con motivi floreali in cotto; al di là del portale la grande corte è delimitata da un porticato con archi a sesto acuto.

Cosa vedere a Erba, Casa Busti Carpani
Gli archi a sesto acuto della corte interna di Casa Busti Carpani. L’abitazione è privata, quindi se il cancello è chiuso non si può entrare. E se è aperto? Ovviamente chiedi il permesso prima di accedere: i residenti sono abituati alla presenza di turisti, ma non abusare della loro gentilezza, e soprattutto non invadere la loro privacy!

Al civico 4 di piazza Torre, ecco lo Stallazzo di Villincino, un edificio adibito a residenza con un’area destinata ad accogliere i muli e i cavalli.

Cosa vedere a Erba, lo Stallazzo di Villincino
Lo Stallazzo di Villincino

Al civico 6 di piazza Torre, infine, puoi osservare Casa Guenzati Rivolta, dove nell’Ottocento fu ospitato San Giovanni Bosco. A questo edificio sono appoggiati i resti della torre che dà il nome alla piazza, con base quadrata e alta 8 metri: la Torre di Incino, ciò che rimane di un antico castello risalente al Medio Evo nel borgo fortificato di Villincino. Il portale è sormontato da una bifora con archi a sesto acuto e una colonnina con capitello fogliato; il portico è ad archi ribassati, con finestre in cotto trecentesche e affreschi con ritratti di dame e gentiluomini del tempo sui lacunari.

Cosa vedere a Erba, la Torre di Incino
La Torre di Incino

Proseguendo oltre l’apertura ad arco della torre, alla tua destra scoprirai il rustico di Casa Rivolta.

Cosa vedere a Erba, il rustico di Casa Rivolta
Il rustico di Casa Rivolta

Davanti a te, invece, puoi osservare un altro resto dell’antico castello: la Pusterla, una torre in pietra a vista con finestre a sesto acuto.

La Pusterla della contrada Villincino a Erba
La Pusterla

Superata la Pusterla, la strada torna asfaltata: alla tua destra trovi il lavatoio coperto di Villincino, con due vasche in pietra, costruito nel 1895.

Il lavatoio della contrada Villincino di Erba
Il lavatoio di Villincino

Ancora pochi passi e giungerai al termine di contrada Villincino; da qui puoi svolta a sinistra in via Garibaldi e poi imbocca la prima strada sulla sinistra, via Carlo Porta: qui, subito dopo il civico 19, merita di essere ammirata (almeno da fuori) la Cappella Biraghi, risalente al 1890. L’interno (che può essere visitato solo in occasioni speciali) accoglie un dipinto del Cristo crocifisso di Emilio Magistretti. La cappella si trova all’interno del Cimitero Biraghi: un tempo era il cimitero comunale, poi venne chiuso e in seguito dal 1870 riaperto come cimitero privato, accogliendo le cappelle gentilizie di alcune famiglie del posto. Oggi accoglie anche la Cappella Erra.

Ritornato all’incrocio tra contrada Villincino e via Garibaldi, vai dritto per raggiungere, all’incrocio con via Marchiolo da Molteno, una piazzola che è stata definita salotto di cancelli: vi si aprono tre cancelli ottocenteschi che danno accesso ad altrettanti giardini di ville signorili, tra cui l’antico brolo di Casa Guenzati Rivolta.

Il salotto di cancelli di Erba
Il “salotto di cancelli”

Proseguendo lungo via Garibaldi ritorni a Villa Majnoni: a questo punto potresti entrare nel Parco Majnoni. Qui è presente, tra l’altro, un piccolo tempio donato a Majnoni da Umberto I – forse come regalo di nozze – e proveniente dalla Villa Reale di Monza.

Cosa fare a Erba, il tempietto di Villa Majnoni
Il tempietto proveniente dalla Villa Reale di Monza

Per conoscere meglio il parco di Villa Majnoni – e le opere d’arte ospitate al suo interno – puoi leggere il post qui sotto: rimarrai sbalordito da tanta bellezza, ci scommetto!

Il parco di Villa Majnoni a Erba

Dopo una passeggiata nel verde, uscendo dall’altra parte del parco ti ritrovi in corso Bartesaghi: di fronte a te, all’incrocio con via Crotto Rosa, spicca Villa Candiani. Costruita tra il 1880 e il 1890 su progetto di Luigi Broggi, è un edificio in forme neo-romaniche di stile eclettico facilmente riconoscibile per i colori rosso mattone e ocra tipici del cotto lombardo. La villa ha l’aspetto di un piccolo maniero, con gli archi ribassati che sormontano le finestre; fino agli anni ’70 è stata sede del municipio.

Cosa vedere a Erba, Villa Candiani
Villa Candiani

Lasciandoti Villa Candiani sulla sinistra, passeggia lungo corso Bartesaghi: in breve giungerai alla base del Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, realizzato da Giuseppe Terragni. Progettato nel 1926 e costruito nel 1932, si trova in cima a una scalinata in pietra inserita tra due filari di cipressi che porta al sacrario sulla vetta del colle.

La scalinata del Monumento ai Caduti di Erba
La scalinata del Monumento ai Caduti

Il fondo della terrazza ospita un portico in pietra semicircolare con portali ad arco e ad architrave.

Cosa fare a Erba, il Monumento ai Caduti
Il Monumento ai Caduti progettato da Giuseppe Terragni

Se vuoi conoscere meglio il Monumento ai Caduti di Erba e la storia di Giuseppe Terragni, puoi leggere il post qui sotto, che te ne parla in maniera più approfondita.

Erba, il Monumento ai Caduti di Giuseppe Terragni

Dalla cima del colle che ospita il Monumento ai Caduti, gira a sinistra e attraversa il prato per raggiungere il Teatro Licinium. Si tratta di un teatro all’aperto costruito nel 1928 con linee eleganti e sobrie: deve il proprio nome a Licinio, console romano e comandante della colonia antica da cui ebbe origine Erba.

Erba, il Teatro Licinium
Il Teatro Licinium

Da qui puoi scendere lungo la strada asfaltata, via Crotto Rosa: al civico 6 c’è proprio il Crotto Rosa, edificio che si sviluppa su quattro piani completamente ricoperto da vite canadese. Nato intorno al 1850 come teatro per volere del pittore Pietro Rosa, fu in seguito trasformato in un ristorante. Qui si sono svolte le riprese di uno dei film girati in Brianza meno conosciuti, All’improvviso Komir, con Gaia Bermani Amaral.

Al civico 10 di via Crotto Rosa puoi notare, invece, Casa De Carli, edificio a tre piani in stile barocchetto con balconcini in ferro battuto e portale ad arco.

In via Crotto Rosa 11, ecco la Casa Cristo Re delle Suore della Carità, che tra il 1647 e il 1799 fu palazzo dei Conti Archinto: si tratta di uno degli edifici più antichi della città, situato nel cuore di Erba Alta.

A questo punto, girando a sinistra in via Cavour puoi notare sopra un portale in pietra un affresco antico della Madonna. Ancora qualche passo e raggiungi la scalinata di via Chiesa Molinari, in cima alla quale si trova una piazzola acciottolata.

Qui, al civico 18 c’è l’ingresso di Villa Valaperta, nota anche come Villa Crespi o Villa Le Due Torrette: ebbero modo di soggiornarvi tra gli altri Francesco Hayez, lo scrittore Camillo Boito e Bettino Ricasoli. La villa deve il proprio nome alle due torri di avvistamento fatte erigere nell’Ottocento sui resti del Castello di Erba, che sorgeva proprio in questo punto, dai Valaperta, famiglia milanese che aveva insediato la propria residenza estiva sul poggio.

In via Chiesa Molinari 13, invece, c’è Villa Hayez, così chiamata perché fu dimora di campagna del pittore romantico.

Al civico 11 di via Chiesa Molinari sorge Palazzo Chiesa Molinari, con un porticato con doppio ordine di colonne che collega due corti e un oratorio annesso progettato da Simone Cantoni. Qui un tempo erano custodite le spoglie di Santa Vereconda Martire (protettrice contro la siccità) che attualmente si trovano nella Chiesa di Santa Maria Nascente.

Risalendo lungo via Chiesa Molinari e continuando in via Parini, arrivi in piazza Carcano: puoi osservare Villa Comolli al civico 3, Casa Motta al civico 4 e Villa Repossi al civico 9.

Se ti lasci la piazza sulla sinistra sei di nuovo in via Cavour: percorrendola fino in fondo arriverai all’incrocio con via Bassi e via Foscolo. Qui, in piazza De La Salle, sorge la Chiesa di Santa Maria degli Angeli: consacrata nel 1498, presenta una facciata in stile neogotico (così fu ridipinta a metà dell’Ottocento). All’interno, sulla parete di destra è presente un affresco che rappresenta la Madonna col Bambino fra angeli musicanti attribuito a Giovan Pietro di Cemmo e risalente al 1496.

Cosa fare a Erba, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli
La Chiesa di Santa Maria degli Angeli

La chiesa è ciò che rimane di un convento francescano: alle sue spalle, sull’area dell’ex convento sorge Villa Amalia, costruita al posto del monastero a cavallo tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX su progetto di Leopoldo Pollack, lo stesso architetto della Villa Traversi di Meda. L’edificio, che oggi ospita un liceo, deve il proprio nome alla moglie di Rocco Marliani, importante personaggio ai tempi della Repubblica Cisalpina. Qui sono state ospitate personalità del calibro di Vincenzo Monti, Giuseppe Parini e Ugo Foscolo. Se sei un appassionato di turismo cinematografico in Brianza, saprai che a Villa Amalia sono state girate alcune scene del film Allònsanfan di Paolo e Vittorio Taviani, con protagonista Marcello Mastroianni.

Ora potresti imboccare via Foscolo e arrivare al civico 23: è qui che si trova Villa Ceriani, nota anche come Villa Comunale di Crevenna, costruita alla fine del XVIII secolo su progetto di Gianluca Gavazzi della Somaglia.

La villa ospita il Civico Museo di Erba: aperto il martedì e il giovedì mattina e il venerdì pomeriggio, come altri musei in Brianza è incentrato sulla storia locale. Meritano di essere visti, tra l’altro, un affresco della Madonna con il Bambino tra San Rocco e San Sebastiano realizzato nel 1490 da Andrea Gentilino e una spatha longobarda con agemina in argento risalente all’Alto Medio Evo.

Proseguendo lungo via Foscolo puoi superare il ponte sul torrente Bova e raggiungere, in piazza Santa Maria Goretti, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, che mostra sulla facciata i dipinti della Pietà, di Santa Maria Maddalena e di San Giorgio realizzati da Paolo Valaperta. Affiancata da un campanile eretto nel 1895, la chiesa ospita all’interno dipinti in stile semi-barocco di Gaetano Calcaterra, completati nel 1923.

Dalla piazza puoi proseguire in via San Giorgio fino ad arrivare al cimitero di Crevenna: è qui che sorge l’Oratorio di San Giorgio, che forse in passato faceva parte di un castello (San Giorgio, non a caso, era un santo guerriero). La facciata della chiesetta accoglie un portale settecentesco, mentre all’interno la pala d’altare comprende un affresco del XV secolo che rappresenta la Vergine col Bambino in trono.

Se continui a camminare lungo via San Giorgio, dopo sei tornanti (in salita!) arriverai all’Eremo di San Salvatore. L’edificio, che comprende un chiostro cinquecentesco, accoglie un affresco attribuito a Michelino da Besozzo: una Crocifissione del 1490, purtroppo mutilata nella parte inferiore. Qui, inoltre, è sepolto Giuseppe Lazzati, già parlamentare della Democrazia Cristiana e rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Ridiscendendo da via San Giorgio, torna indietro lungo via Foscolo e vai dritto, continuando in via Bassi e poi da qui in via Como. Alla tua sinistra incrocerai via San Cassiano, dove puoi ammirare la Chiesa di San Cassiano. La cappella della navata destra ospita due affreschi sulle pareti di Luigi Sabatelli, Dio che annuncia la venuta della Madonna che schiaccerà la testa al serpente e la Cacciata di Adamo ed Eva. L’area presbiterale, invece, è decorata sulla volta con la Gloria dell’Eucarestia e sulla parete con San Carlo Borromeo che amministra l’Eucarestia agli ammalati, entrambe opere di Romeo Rivetta.

Riprendendo la tua passeggiata in via Como, la prima strada che incroci a sinistra è via Corti. Qui al civico 9 puoi ammirare da vicino la Torre di Buccinigo, risalente al XII secolo: è una torre a pianta quadrata con una finestra ad arco a sesto acuto.

Subito prima della torre, sulla destra, c’è via Passerini: è qui che si “nasconde” la quattrocentesca Chiesa di San Pietro, che ha la peculiarità di essere priva di facciata, essendo circondata da una corte. In effetti, puoi accedervi solo da una porta laterale sotto una finta bifora affrescata. Ma le particolarità non finiscono qui: il campanile a vela è condiviso tra il tetto della chiesa e quello dell’edificio accanto. All’interno è presente un olio su tela seicentesco di Giuseppe Vermiglio, Gesù e gli apostoli, collocato sulla controfacciata. L’oratorio ospita anche una statua in legno di San Giuseppe e una Crocifissione del 1513 realizzata da Giovanni Andrea de Magistris; accanto c’è un affresco del 1498 di Andrea Gentilino.

Ritornato in via Como, puoi svoltare a sinistra e procedere fino al civico 5: così arrivi al Castello di Pomerio, il cui ingresso originario è un avanzo di torre in stile lombardo. La corte d’onore del castello accoglie due magnifici gelsi secolari; al primo e al secondo piano della parte più antica del fortilizio, invece, sono visibili affreschi antichi che ritraggono, tra l’altro, San Benedetto e San Cristoforo con il Bambino.

Poco oltre, sulla sinistra, c’è via Stanga: sulla tua sinistra noterai subito la Chiesa di San Bernardino di Pomerio, costruita nella prima metà del XVI secolo.

Da qui, percorri via Stanga fino in fondo; giunto all’incrocio con via Cesare Cantù potrai entrare in via Beltramino dei Parravicini. Al civico 8, puoi vedere nel complesso di Villa Lado (nota come Villa ex Belgioioso) l’Oratorio di San Bartolomeo, chiesetta trecentesca di forme romaniche.

Da qui puoi osservare anche la Torre di Parravicino (te ne parlo tra poco): tuttavia per vedere meglio la torre ti conviene girare a sinistra in via Campolasso e percorrere qualche decina di metri, per poi voltarti indietro.

Ritornando indietro, svolta a sinistra in via Beltramino dei Parravicini e procedi fino all’incrocio con viale Brianza; pochi metri più in là sulla sinistra c’è via Castelnuovo. Qui, al civico 2, al termine di un suggestivo viale alberato sorge Villa Majnoni d’Intignano, inserita all’interno di un parco romantico che si può visitare ancora oggi: comprende cunicoli in pietra e un antico tempio sopraelevato che in passato era impiegato come caffehaus, ma soprattutto domina una terrazza che regala una splendida visuale del lago di Alserio.

Ora potresti ritornare in via Beltramino dei Parravicini, svoltando a sinistra da via Castelnuovo e poi subito a destra, per raggiungere la Chiesa di Santa Maria Assunta di Casiglio, che si affaccia su via Cesare Cantù. Costruita tra il 1842 e il 1846, la chiesa accoglie il trecentesco monumento funebre del vescovo Beltramino realizzato da Giovanni da Campione in stile gotico, con una Crocifissione sul fronte del sarcofago. La parete destra della navata ospita, invece, una tela di Giovanni Lanfranco risalente al Seicento che rappresenta il Battesimo di Gesù.

Lasciandoti la chiesa sulla sinistra, ti basta percorrere pochi metri per giungere in via Cesare Cantù 21, dove c’è il Castello di Casiglio. Datato al Trecento, questo maniero presenta una torre a base quadrata: il futuro vescovo Beltramino nacque proprio qui.

A questo punto potresti percorrere a ritroso via Cesare Cantù. Al civico 15 c’è l’ingresso di Villa Parravicino, che ospita una torre medievale pendente nel parco: è la Torre di Parravicino, ciò che resta di un castello feudale costruito nell’XI secolo e distrutto nel Quattrocento. Il corpo centrale della villa, invece, è cinquecentesco.

Poco oltre, in via Cesare Cantù 7 all’incrocio con via Beltramino dei Parravicini puoi spiare Villa Conti Verampio, risalente al 1842, con un parco che include essenze di pregio molto rare.

Da qui puoi imboccare di nuovo via Stanga, al termine della quale girerai ancora a destra in via Como: al civico 50 troverai Villa Padre Monti, residenza nobiliare ottocentesca che oggi accoglie due comunità alloggio per minori.

Continuando a camminare in via Como arrivi in via San Bernardino, e da qui raggiungi piazza Santa Marta: ti ritroverai di fronte alla Chiesa di Santa Marta, caratterizzata da un’architettura di influenza bramantesca, con la facciata esterna in pietre e mattoni a vista. Al suo interno, l’altare intitolato a San Bernardino da Siena accoglie una pala ottocentesca realizzata da Francesco Valaperta che rappresenta San Bernardino mentre assiste un malato di colera. L’altare dedicato a Maria Santissima nella parte sommitale della navata sinistra, invece, ospita l’Incoronazione della Vergine tra santi, tela seicentesca di Luigi Pellegrino Scaramuccia.

Andando sempre dritto, puoi camminare lungo corso Bartesaghi: subito dopo la rotonda della scalinata del Monumento ai Caduti, in via Ferraris 1 sulla tua sinistra trovi Villa Clerici, complesso risalente alla seconda metà del XVIII secolo. Nel parco della villa è presente un laghetto che un tempo veniva utilizzato per la decantazione dei bachi da seta: in passato, infatti, il complesso affiancava alla funzione residenziale quella produttiva, essendo destinato alla produzione serica.

Cosa fare a Erba, Villa Clerici
Villa Clerici

Dalla rotonda puoi imboccare corso XXV Aprile e percorrerlo fino a oltrepassare la rotatoria sul Lambro, per imboccare via Lecco; vai dritto e alla seconda rotonda gira a sinistra in via Leonardo da Vinci, continuando poi in via I Maggio. Qui, di fianco al civico 15 una scalinata della Prima Guerra Mondiale ti permette di salire fino all’Oratorio di Sant’Ambrogio, chiesetta costruita probabilmente prima del Quattrocento. All’interno puoi ammirare tracce di affreschi cinquecenteschi dove spicca la rappresentazione di San Michele arcangelo. Il santo è raffigurato nella statua a tutto tondo che campeggia in cima all’altare e nel dipinto su tela, dove è inginocchiato ai piedi di Maria con in braccio Gesù.

Tornato all’incrocio tra via I Maggio e via Leonardo da Vinci, gira a destra per imboccare proprio via Leonardo da Vinci, e percorrila fino in fondo. Arrivato allo stop vedrai alla tua sinistra, in via Valassina 29, la bella Villa Vaccari, di proprietà di Radio Maria (e in passato sede di Radio Mater).

Da qui gira a destra per percorrere via Diaz e, in corrispondenza del tornante che gira a destra, prendi via Beccaria per andare a osservare la Chiesa di Campolongo (o Chiesa di Sant’Antonio), in via Pietro Verri. La chiesa è affiancata da un piccolo campanile a una campana e si affaccia su un piccolo sagrato, protetto da due muri a forma di L, che permette di osservare dall’alto il lago di Alserio.

Arrivato in fondo a via Beccaria, gira a sinistra e poi ancora subito a sinistra in via Silva. Al civico 1 c’è l’ingresso di Villa Torricella, già nota come Villa Gavazzi o Villa Borri Stampa: qui in passato hanno soggiornato tra gli altri Carlo Porta, Alessandro Manzoni (la residenza fu proprietà della famiglia della moglie Teresa Borri) e Massimo D’Azeglio. Il complesso ha una storia molto antica, essendo sorto come fortilizio addirittura nel X secolo.

Tornato all’inizio di via Silva, gira a sinistra in via Stampa e prosegui dritto; arrivato all’incrocio con via Manzoni, gira a destra per raggiungere l’Oratorio di San Bernardino, tra via Manzoni e via Borromeo. All’interno della chiesa, l’arco principale mostra un ciclo di affreschi che raffigurano un’Adorazione dei Magi in stile gotico internazionale, l’Annunciazione e una Crocifissione settecentesca; San Bernardino, invece, è raffigurato sulla parete a sinistra della pala d’altare.

Ora percorri a ritroso via Manzoni, supera l’incrocio con via Stampa e gira a sinistra in via XXIV Maggio, al termine della quale ti ritrovi in piazza Santa Maria Assunta: vedrai, così, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. L’interno merita una visita: i due medaglioni del presbiterio furono dipinti da Giuseppe Carsana, mentre la pittura della cupola è opera di Torildo Conconi. Accanto all’altare maggiore ci sono due altari laterali, uno dedicato alla Madonna (quello di destra) e uno dedicato a Sant’Andrea (quello di sinistra).

Adesso puoi tornare in via XXIV Maggio e arrivare fino al civico 6: qui c’è Villa Tre Faggi, residenza in stile liberty costruita nel 1910 e inserita in un giardino che comprende maestose scalinate, piccoli templi, statue e una fontana. Ho letto che Walt Disney, quando veniva in trasferta a Milano, era solito dormire qui: ma sinceramente non saprei se crederci o meno…

Poco oltre, sulla tua sinistra dopo l’incrocio tra via XXIV Maggio e via Marco d’Oggiono ti imbatterai nella Chiesa di Santa Gemma, santuario dedicato a Santa Gemma Galgani (no, non quella di Uomini e Donne). Costruito nel 1888 in stile neogotico lombardo su progetto di Carlo Maciachini, l’edificio accoglie un Cristo dipinto a olio su rame nella lunetta sopra il portale di ingresso di Emilio Magistretti, autore anche del medaglione che rappresenta il Padre Eterno e della Natività. Sono opera del pittore medese Primo Busnelli le decorazioni della zona absidale, le lunette sopra le porte e le raffigurazioni di due angeli che reggono l’incenso, del velo della Veronica e degli strumenti della Passione. Da ammirare, ancora, il ritratto del vescovo passionista San Vincenzo Maria Strambi realizzato da Enrico Volonterio e la pala dell’altare maggiore, dipinta nel 1938 dal mantovano Gian Rito Baccarini.

Arrivato in fondo a via XXIV Maggio, avrai sulla tua sinistra l’Oratorio dei Re Magi, datato al Cinquecento: qui fu celebrato il matrimonio tra il poeta milanese Carlo Porta e Vincenza Prevosti. Contraddistinta da un portale in granito che impreziosisce la facciata, la chiesa all’interno ospita (sulla parete di fondo dell’altare) resti di pitture murali del XVI secolo, con due riquadri che riproducono San Rocco e l’Adorazione dei Magi.

L’Oratorio dei Re Magi per tre secoli è stato la cappella privata di Villa Nava, l’edificio situato al suo fianco, in largo San Paolo della Croce: si tratta di una dimora settecentesca in stato di degrado, di cui comunque si può ancora ammirare la bella facciata barocca.

Che cosa fare a Erba: gli itinerari naturalistici

Che cosa vedere a Erba in mezzo alla natura? Le opzioni a tua disposizione sono davvero tante: per esempio potresti scegliere come destinazione la foce a estuario del Lambrone. Il Lambrone è un immissario del lago di Pusiano che è stato realizzato artificialmente intorno alla metà dell’Ottocento in modo da regolare il flusso di acqua del Lambro (Erba fa parte, infatti, del Parco Regionale della Valle del Lambro). Puoi raggiungere la foce imboccando, da via Libertà 15 (dove ci sono i parcheggi del centro Sportivo Lambrone), il sentiero che si sviluppa accanto al corso d’acqua e che ti porta al lago.

Ma Erba è il posto che fa per te anche se ami le passeggiate in montagna in Brianza. In questo caso puoi prendere come riferimento via Minoretti: qui trovi le indicazioni per raggiungere l’Eremo di San Salvatore, la Capanna Mara e gli itinerari della Valle Bova. Questi itinerari sono in tutto 4:

  • l’itinerario giallo (il Buco del Piombo);
  • l’itinerario verde (Sentiero della Dara e delle Alpi);
  • l’itinerario rosso (La Fornace);
  • l’itinerario blu (la Scala di Legno, la Scala di Ferro e l’Orrido del Caino).

A Erba sono presenti diverse falesie dove arrampicare in Brianza: una è, per esempio, la Falesia del Tramonto, con esposizione ottima specialmente per l’inverno. Per raggiungerla devi partire da San Salvatore e procedere lungo la mulattiera in direzione di Capanna Mara; dopo circa un quarto d’ora arrivi all’ultimo tornante con la segnaletica in metallo che indica il sentiero dei Cepp: da qui devi continuare lungo una traccia pianeggiante che si immerge nel bosco.

Tra le falesie in Brianza che puoi raggiungere da Erba ti segnalo anche quella del Sasso del Tavarac: ti basta seguire la mulattiera in direzione di Capanna Mara e prestare attenzione alle indicazioni, tenendo conto che il sentiero attraversa diversi massi isolati. Per una fruizione in condizioni di sicurezza, è indispensabile l’utilizzo del casco e del set da ferrata.

Dalla mulattiera verso Capanna Mara puoi arrivare anche alla falesia del Sasso d’Erba, poco frequentata ma proprio per questo molto tranquilla.

Il Sasso d’Erba si trova lungo il percorso che dal Sentiero della Dara ti porta alla Croce Pessina in vetta al Monte Panigas: se vuoi saperne di più, puoi leggere l’approfondimento che trovi nel post qui sotto.

La Croce Pessina a Erba sul Monte Panigas

Dove mangiare a Erba

Uno dei migliori locali dove mangiare a Erba è La Cucina di Fra’ Pappina, in via Carlo Porta 1/B.

Al Glicine, invece, è una trattoria tipica con vista panoramica; chiuso il lunedì, è aperto nel resto della settimana a pranzo e dal giovedì al sabato a cena. Il locale si trova in via dei Castani 1 e propone, tra l’altro, carni alla griglia.

Cosa fare a Erba, il Ristorante Al Glicine
Il Ristorante Al Glicine a Crevenna

Un ottimo ristorante di Erba è Da Dionigi, in viale Magni 2: è aperto a pranzo tutti i giorni tranne il sabato e a cena dal venerdì alla domenica.

Se cerchi un posto dove mangiare hamburger in Brianza puoi recarti da Chicken N Chicken in via delle Grigne 1. Nel menù trovi anche baguette, piadina con seekh kebab, chicken pop corn e naan grill tikka.

Un altro punto di riferimento per gli hamburger in Brianza è Wiener Haus, in via Milano 12: ti consiglio di provare anche i troccoli alla porchetta, gli spatzle verdi con speck e gorgonzola e il fritto di merluzzo con maionese al limone.

Sei un amante dei sushi all you can eat in Brianza? In via Pian d’Erba 8 c’è Amy Sushi, aperto tutti i giorni a pranzo e a cena: la sera il prezzo fisso è di 23.90 euro.

Un altro sushi all you can eat in provincia di Como è Kokoro: è in via Cesare Battisti 34 e il prezzo a cena è di 20.90 euro a persona.

Paolino, invece, è la location dove mangiare a Erba pollo allo spiedo, ma anche arancini di riso e supplì: è in viale Prealpi 3.

Acqua, Farina e Brace è un locale con cucina gluten free in Brianza: lo trovi in via Cesare Battisti 34.

Nel novero dei ristoranti di Erba, puoi provare Mercato 38 in piazza Vittorio Veneto 38: è aperto a pranzo tutti i giorni tranne il mercoledì e a cena dal giovedì al lunedì. Nel menù spiccano il carpaccio di petto d’anatra con indivia alla liquirizia, i tortelli di mortadella con limone candito e pistacchi e il sorbetto allo zenzero.

Per un giro pizza in Brianza puoi andare da Tourlé, in via Cascina California 2, aperto a cena tutti i giorni e a pranzo la domenica. Tra gli impasti disponibili ci sono quelli al kamut, al carbone vegetale, integrali e per la pinsa romana.

Tra le pizzerie di Erba c’è Quei Bravi Ragazzi, in viale Brianza 26: è aperto a pranzo e a cena tutti i giorni tranne il lunedì.

Come arrivare a Erba

Come arrivare a Erba in auto? Provenendo da Milano devi percorrere la SS 36 fino all’uscita di Erba / Como. Dopo lo svincolo, vai sempre dritto lungo la SP 9 (che poi diventa la SP 41) superando gli abitati di Giussano, Arosio, Inverigo, Lurago d’Erba, Monguzzo e Merone, fino a quando giungerai a destinazione.

Provenendo da Lecco, devi percorrere la SS 36 fino all’uscita di Como / Erba. Dopo lo svincolo, vai sempre dritto: una volta superato il lago di Pusiano, sarai a Erba.

Per arrivare a Erba in treno puoi fare riferimento alla stazione cittadina, servita dalla linea ferroviaria Milano-Canzo-Asso e collegata, tra l’altro, con Canzo, Caslino d’Erba, Ponte Lambro, Merone, Lambrugo, Inverigo, Arosio, Carugo, Mariano Comense, Cabiate, Meda, Seveso e Cesano Maderno.

Cosa fare a Erba, come arrivare in treno
La stazione di Erba

Per arrivare a Erba in autobus puoi sfruttare la linea C40, che passa da Como, Lipomo, Tavernerio, Albese con Cassano, Albavilla, Pusiano, Cesana Brianza, Bosisio Parini, Suello, Civate, Valmadrera, Malgrate e Lecco. I bus C49, invece, collegano la città con Como, Lipomo, Tavernerio, Longone al Segrino, Eupilio e Canzo, ma puoi giungere a Erba anche con i pullman C99 se parti da Ponte Lambro o con i pullman C95 se parti da Merone, Rogeno o Bosisio Parini. Ancora, la linea C86 unisce Erba con Cantù, Brenna, Alzate Brianza, Anzano del Parco e Orsenigo, mentre la C90 passa per Longone al Segrino ed Eupilio. Puoi arrivare a Erba in pullman anche con la C91 partendo da Merone, Monguzzo, Lambrugo, Lurago d’Erba o Inverigo, e con la C92 partendo da Alserio, Anzano del Parco, Alzate Brianza, Orsenigo o Albavilla. I pullman C94, infine, connettono Erba con Caslino d’Erba, Castelmarte, Proserpio e Ponte Lambro.






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