Che cosa fare a Brivio? In questo paese della Brianza lecchese bagnato dalle acque dell’Adda puoi scoprire un castello affacciato sul fiume e numerose testimonianze del passato, tra cascine, filatoi e oratori: la destinazione perfetta per una gita fuori porta in Lombardia, specialmente se hai voglia di camminare in mezzo a una natura ancora incontaminata.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Separato dalla provincia di Bergamo dal corso del fiume Adda, il paese di Brivio è un delizioso gioiello della Brianza lecchese, in passato sede dell’omonima famiglia patrizia. Situata nella bassa valle San Martino, la località è stata per lungo tempo città di confine tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia.
Sono ben dieci le frazioni che compongono Brivio: si tratta di Bastiglia, Vaccarezza, Foppaluera, Beverate, Canosse, Butto, Foino, Molinazzo, Toffo e Palazzetto.
A Brivio è nato Cesare Cantù, autore di Margherita Pusterla e altri romanzi, ma anche direttore dell’Archivio di Stato di Milano e deputato al Parlamento dopo l’Unità d’Italia. Il Famedio di Brivio ancora oggi accoglie le sue spoglie: è una delle tante tombe di personaggi famosi in Brianza e puoi scoprirla nel cimitero di via Recli.
Qui, inoltre, sono state realizzate le riprese di uno dei molti film girati in Brianza: Ladri di saponette, di Maurizio Nichetti.
Che cosa fare a Brivio: i monumenti da vedere
Se sei finito su questa pagina è perché sei curioso di sapere che cosa vedere a Brivio: bene, ti accontento subito.
Ti consiglio di iniziare il tuo tour del paese dalla frazione di Beverate: in via Prinetti di fronte al civico 14 puoi ammirare la Chiesa dei Santi Margherita e Simpliciano. Si pensa che quest’ultimo, maestro di Sant’Agostino e successore di Sant’Ambrogio, sia nato proprio in questa località. La chiesa, costruita nella prima metà degli anni ’50 del secolo scorso, presenta sette aperture ad arco nell’ordine superiore della facciata, mentre quello inferiore è caratterizzato da un pronao con le tre porte di ingresso.
Lasciandoti la chiesa sulla destra puoi incamminarti lungo via Prinetti per arrivare all’incrocio con via San Simpliciano e via Ai Campi: qui trovi una fontana pubblica realizzata nel 1878, che gli abitanti del posto chiamano Trumba.
Da questo punto puoi imboccare via San Simpliciano per raggiungere, in via Campanile, l’Oratorio di Santa Margherita, costruito nel 1717 e completato da un campanile in viva pietra realizzato pochi decenni più tardi. Al suo interno merita di essere vista la pala che raffigura Santa Margherita e San Simpliciano in adorazione della Madonna.
Sulla stessa piazza si affaccia Cascina Galbusera, tipico esempio di cascina lombarda su due piani con le grandi aperture ad arco a tutto sesto del livello superiore un tempo utilizzato come deposito e fienile.
Ritornato all’incrocio tra via San Simpliciano e via Prinetti, imbocca via ai Campi e percorrila fino in fondo, per poi girare a destra in via Como.
Da qui, gira subito a sinistra in via Vaccarezza: il primo edificio che incontri è Cassina Nuova, un tempo nota come Cassina Vaccarezza. Nella corte interna merita di essere vista un’icona della Madonna Addolorata con il Cristo morto ottocentesca.
Prosegui lungo via Vaccarezza e, arrivato allo stop, alla tua destra vedrai la Corte di Vaccarezza, con un affresco ottocentesco di una Madonna con Bambino e una finestra monofora in cotto in stile medievale.
A questo punto puoi tornare indietro: da via Vaccarezza gira a sinistra in via Como e poi ancora a sinistra in via Collina: procedendo lungo questa strada ti immergi nel nucleo storico di Foppaluera, borgo che ha mantenuto la stessa conformazione del XIX secolo.
Arrivato in cima alla salita, tra il civico 46 e il civico 48 di via Collina vedrai la Chiesa di Santa Maria della Neve: davanti c’è una scalinata, con un pianerottolo ogni 33 gradini, che in cima pare abbracciare la teca che contiene una statua di San Giuseppe.
Ora scendi lungo la scalinata e gira a destra in via Fondoripa; vai sempre dritto, proseguendo lungo via Viganò, per poi girare a sinistra in via Tessitura. Alla piccola rotonda, vai a sinistra in via Cartiglio e raggiungi il civico 10 per scoprire Cassina Cartiglio, già esistente nella prima metà del Settecento.
Tornato alla piccola rotonda, prosegui fino alla grande rotatoria che vedi davanti a te e gira a sinistra in via Como; dopo poche decine di metri, vai a destra in via Dante Alighieri. Qui vedrai, alla tua destra, la Chiesa di San Luigi, risalente agli anni Venti del secolo scorso, inserita nel complesso dell’oratorio omonimo, realizzato in stile neoromanico.
Superata la chiesa, vai dritto fino a quando vedrai sulla tua sinistra via Roncaccio: è qui che sorge Cassina Roncaccio, già esistente nel Settecento. Spicca, in particolare, la finestra a tutto sesto a ridosso del sottotetto sul prospetto orientale.
Tornato su via Dante, prendi la prima strada che trovi sulla destra, via Recli, per poi girare a sinistra in frazione Canosse: così potrai immergerti nelle atmosfere d’altri tempi di Cassina Canossa, cascina a corte aperta anticipata da una santella a mo’ di edicola classicheggiante con un rilievo che rappresenta una Madonna con Bambino.
Continuando a camminare in via Recli, invece, di fronte al civico 7 trovi Cassina Foino, che accoglie un pozzo ancora adesso funzionante. Merita di essere visto l’affresco che rappresenta la Madonna di Caravaggio su una delle pareti.
Superata Cassina Foino, gira a destra per raggiungere Cassina Bastiglia, dalla cui altura si può ammirare l’Adda. Risalente addirittura alla metà del XV secolo, si caratterizza per l’imponente contrafforte dello spigolo a monte e per la loggia in legno sorretta dai pilastri del porticato a tre vani.
Adesso puoi tornare indietro lungo via Como: così, ti imbatterai sulla tua sinistra nella Chiesa di San Leonardo, tra via del Figino e via Madonna del Latte. Affiancata da un campanile risalente alla prima metà del Settecento, la chiesa al proprio interno ospita statue in legno di San Carlo e San Mammete, oltre all’effigie della Madonna del Latte.
Dalla chiesa, attraversa la strada per raggiungere la rotonda dell’incrocio tra via Cartiglio e la SP 342 e procedi verso il sottopasso. Lungo le sue pareti, infatti, merita di essere ammirato un murales che racconta la festa del paese (il tiro alla fune, il palo della cuccagna sul fiume, e così via): una splendida opera di street art in Brianza.
Dopo essere “riemerso in superficie”, prosegui la tua passeggiata lungo via Como per arrivare all’incrocio con via Santi Patroni, gdove trovi la Chiesa dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro. Costruita a partire dal 1744 e completata nel 1760, mostra nella facciata principale (progettata da Carlo Amati, l’architetto della cappella di Villa Durini ad Alzate Brianza) un timpano triangolare al di sopra di una lunetta che comprende una decorazione a mosaico.
Imbocca proprio via Santi Patroni, per poi girare nella prima strada a destra (via Ignazio Cantù) e da qui continuare a destra in via Sant’Antonio: ti imbatterai, così, nell’Oratorio di Sant’Antonio Abate, con portale in granito e un vecchio pozzo a lato.
Ritornato all’incrocio tra via Sant’Antonio e via Ignazio Cantù, imbocca via Cesare Cantù: sulla tua sinistra al civico 1 noterai l’enfatico portale della Villa della famiglia Piccinini di Marsciano, forse addirittura precedente al XVII secolo.
Poco oltre, di fianco al civico 8 di via Cesare Cantù, ecco piazzetta Sinagoga: probabilmente deve il proprio nome alla presenza di famiglie ebraiche, ma non ci sono testimonianze in merito. Superato l’arco di accesso alla piazzetta, potrai vedere abitazioni in parte medievali affacciate su stradine semicoperte.
Prosegui in via Cesare Cantù e raggiungi il civico 14: è qui che sorge la casa natale di Cesare Cantù, adibita a museo. Come altri musei in Brianza, anche questo è aperto su appuntamento (puoi contattare il numero 039 5320114).
Arrivato alla fine di via Cesare Cantù, attraversa la piazzetta per raggiungere il lungofiume. Qui gira a sinistra e continua fino a quando non vedrai ergersi di fronte a te il Castello di Brivio, in piazza Carlo Frigerio: un edificio a pianta quadrata con torri a pianta circolare in corrispondenza dei due angoli meridionali. Del suo ampliamento si occupò, nel XV secolo, l’architetto Bartolomeo Gadio, noto anche per i suoi interventi alla Rocca di Soncino e al Castello Sforzesco di Milano. Qui nell’Ottocento fu rinvenuta una capsella in lamina d’argento che oggi si trova al Museo del Louvre di Parigi. All’interno del castello sono presenti i resti dell’originaria chiesa plebana di Brivio.
A proposito: se sei curioso di conoscere altri castelli in Brianza, perché non dai un’occhiata al post qui sotto?
Dal castello, percorrendo a ritroso il Lung’Adda puoi incamminarti verso il ponte e superarlo: in località Molinazzo troverai la filanda Felolo-Mejani, con tracce di affreschi sul lato nord e un rivestimento in finto bugnato. Si tratta di uno splendido esempio di archeologia industriale, testimonianza dell’attività svolta negli opifici serici della zona.
Proseguendo sulla strada che costeggia il fiume, poi, ti imbatterai nel filatoio del Toffo, nella frazione omonima.
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Che cosa fare a Brivio: gli itinerari naturalistici
Il Lung’Adda è l’itinerario naturalistico principale che puoi seguire se desideri sapere che cosa vedere a Brivio. Puoi accedervi dal Lung’Adda Monfalcone: da qui, se passeggi lasciandoti il fiume sulla destra vai verso Airuno e Olginate; se passeggi lasciandoti il fiume sulla sinistra vai verso Calco e Imbersago.
Il fiume Adda, nel territorio briviese, ha un corso tortuoso e dà vita a un meandro la cui ansa delimita l’Isola della Torre e l’Isolone del Serraglio: si tratta di una zona paludosa molto ricca dal punto di vista biologico. Qui puoi imbatterti facilmente in cigni reali, aironi e garzaie, tra ontani, salici bianchi e pioppi.
Dove mangiare a Brivio
Se cerchi un posto dove mangiare a Brivio, in piazza Vittoria 13 trovi La Taverna di Leonardo, aperta tutti i giorni a pranzo e a cena (il lunedì solo a pranzo): qui puoi gustare una grande varietà di pizze, ma anche spaghetti alla bottarga e astice ai ferri.
Luna Rossa è, invece, una pizzeria a Brivio che propone anche antipasti di mare e di terra: è in via Vittorio Emanuele 30.
In alternativa, un altro posto dove mangiare a Brivio il gelato è Non Solo Gelato, in via Fossa Castello 33: è disponibile anche una linea senza lattosio.
Quando desideri rilassarti in una birreria in Brianza, puoi provare il Legend’s Pub di via Como 142.
Se vuoi sapere dove mangiare hamburger in Brianza, infine, in via Bicocca 1 c’è Fabbrica in Pedavena: è aperta a pranzo dal martedì al venerdì e la domenica, e a cena dal martedì al sabato.
Come arrivare a Brivio
Come arrivare a Brivio in auto? Provenendo da Milano, devi imboccare la A51 (Tangenziale Est), che poi confluisce nella SP 42; quindi continua lungo la SP 342 (ex SS 342 Briantea). Proseguendo sempre dritto, dopo aver superato Merate e Calco, ti ritroverai a Brivio. Proprio la SP 342 collega Brivio sia con Como che con Bergamo.
A Brivio non ci sono stazioni ferroviarie. Per arrivare a Brivio in treno puoi fare riferimento alla stazione di Olgiate Molgora, servita dalla linea suburbana S8 di Milano e collegata – tra l’altro – con Airuno, Cernusco Lombardone, Osnago, Carnate, Arcore e Monza.
Per arrivare a Brivio in bus puoi sfruttare la linea D50, che parte da Lecco passando per Pescate, Garlate, Olginate, Airuno, Calco, Imbersago, Valgreghentino, Merate e Cernusco Lombardone. La E03, invece, collega il paese con Olgiate Molgora, Calco e Cisano Bergamasco. I bus della linea A1, poi, permettono di arrivare a Brivio partendo da Bergamo, da Bonate Sopra o da Calusco d’Adda. Ancora, la tratta D48 ferma a Santa Maria Hoè, Olgiate Molgora, Calco, Airuno, Merate, Cernusco Lombardone, Montevecchia, Missaglia, Casatenovo, Monticello Brianza e Besana in Brianza. La linea D46, infine, collega Brivio con Como, Lipomo, Tavernerio, Montorfano, Alzate Brianza, Anzano del Parco, Lurago d’Erba, Lambrugo, Nibionno, Cassago Brianza, Bulciago, Barzago, Sirtori, Cremella, Viganò, Barzanò, La Valletta Brianza, Santa Maria Hoè, Olgiate Molgora, Calco, Merate, Imbersago e Bergamo.
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