Vuoi conoscere nuove camminate per bambini in Brianza? Il sentiero tra Zizzanorre e Prebone è ciò che fa per te: si sviluppa fra i paesi di Cassago, Barzanò e Monticello permettendoti di scoprire panorami stupendi. I bimbi, invece, lo apprezzeranno per i cavalli che potranno incontrare lungo il percorso. Leggi se vuoi saperne di più!
Tutto quello che ti serve sapere
Camminate per bambini in Brianza: il sentiero tra Zizzanorre e Prebone
Tra le tante camminate per bambini in Brianza che puoi sperimentare durante la bella stagione, quella che segue il sentiero fra Zizzanorre e Prebone è una delle più semplici, ma non per questo meno suggestive.

L’itinerario si sviluppa nel verde della Brianza lecchese, fra i campi coltivati e la vegetazione del Parco Agricolo della Valletta: parte a Cassago Brianza (in località Zizzanorre) e attraversa il paese di Barzanò (in località Torricella) per concludersi a Monticello Brianza (in località Prebone).

Lungo il sentiero non ci sono cartelli, ma ti basterà seguire le indicazioni di questo articolo per avere la certezza di goderti una splendida passeggiata.

Non è un giro ad anello: per tornare al punto di partenza, devi ripercorrere l’itinerario a ritroso.

Il percorso può essere affrontato sia a piedi che in bicicletta, ed è quasi interamente pianeggiante: i pochi tratti in pendenza sono in discesa (a parte una breve salitella finale).
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La lunghezza complessiva del percorso è di circa 2 km: il sentiero, quindi, è adatto anche ai bambini più piccoli.

Il tempo di percorrenza complessivo è di circa 30 minuti senza soste: ma, come sempre, io ti consiglio di concederti più di qualche momento di pausa per goderti il panorama che ti circonda.

Lungo l’itinerario non troverai né fontanelle né cestini per i rifiuti: quindi non dimenticare la borraccia!
Il punto di partenza: Zizzanorre
Il punto di partenza di questa passeggiata è in via Zizzanorre a Cassago Brianza. Qui trovi un pannello informativo del Parco Agricolo della Valletta in cui si racconta la storia della località: “Zizzanorre, sita in una valletta paesaggisticamente ammirevole e integra, staccata dal centro di Cassago, porta un nome che trova origine in Suzanore, denominazione con cui è registrata nel 1162 negli atti di appartenenza al monastero di S. Pietro di Civate”.

All’inizio del XVII secolo questa porzione di territorio apparteneva alle monache di Cremella e ai conti Nava, che poi ne divennero proprietari esclusivi: lo certifica il testamento del 1680 di Giovanni Nava.
Come spiega il cartello del Parco della Valletta, attualmente “l’edificio padronale appare come un fabbricato ad “U” con accesso tramite un androne, affiancato da alcuni rustici neogotici con finestre ad arco acuto”.
È stato ipotizzato che la dimora – oggi nota come Villa Lurani Pedroli – venisse usata come residenza padronale e che le altre strutture fossero legate al lavoro agricolo che si svolgeva nella tenuta.

La corte – su cui si affacciano tutti gli edifici – era un luogo di servizio comune. Degna di attenzione è l’aia, in cui venivano lasciati a essiccare il mais e il grano.
Il portico, con fondo in ciottoli, era uno spazio dedicato al ricovero dei prodotti agricoli, della legna e degli attrezzi; inoltre, fungeva da disimpegno dei locali situati al pian terreno.
Le abitazioni della cascina erano dotate di cucina al piano terra (con accesso diretto dal cortile) e camere da letto al piano superiore (con accesso attraverso scale esterne comuni, collocate sotto il ballatoio o solo appoggiate alle murature perimetrali).

Il corpo di fronte alle abitazioni e le ali laterali erano adibiti a stalle e a ricoveri per gli attrezzi agricoli nella parte inferiore, e a magazzini per la paglia e il fieno nella parte superiore: le pareti erano realizzate con la tipica griglia di mattoni, che consentiva di arieggiare il fienile.
Le facciate più esposte al sole erano contraddistinte dalla presenza di loggiati, portici e ballatoi: tutti spazi destinati all’essiccazione dei prodotti agricoli.

A proposito di Zizzanorre: nome piuttosto bizzarro, non è vero? Nel corso dei secoli passati questa località è stata indicata in documenti ufficiali con molteplici denominazioni: Suzanorem nel 1162, Cizanore nel 1456, Cicanorii nel 1680 (nel testamento di Giovanni Nava di cui ti ho parlato poco fa), Zizari nel 1751, Cizzano nel 1841. Per approfondire le origini del nome Zizzanorre, puoi leggere un saggio su questo tema redatto dal giornalista e scrittore brianzolo Nando Sanvito sul sito web Cassiciaco, curato dall’Associazione Storico Culturale Sant’Agostino di Cassago Brianza.
Sanvito scrive, fra l’altro, che “Zizzanorre è un piccolo altopiano che guarda quello che oggi si chiama Parco della Valletta, un’area notevole per dimensione, i cui campi venivano chiamati in dialetto brüghera (brughiera), ad indicare una zona umida, per niente favorevole alla coltivazione, utile al massimo per il pascolo”.
Circa duemila anni fa, qui c’era un bacino lacustre che si estendeva per circa 200 ettari. Oggi il lago non c’è più: la presenza idrica attuale è costituita dalla Roggia della Valletta e dalla Bevera.
Il sentiero
Sei pronto a partire? Superato il pannello didattico, segui il sentiero che costeggia le abitazioni: ti trovi lungo la vecchia strada medievale che univa Zizzanorre con Oriano.

Al termine della discesa, giungi a un bivio: qui devi svoltare a sinistra.

Dopo un breve tratto in cui sei circondato da alberi, il paesaggio si apre di fronte a te: campi coltivati alla tua destra e alla tua sinistra.

Procedi lentamente per goderti ogni singolo dettaglio del panorama. Le balle di fieno punteggiano la scena, guardiane silenziose delle coltivazioni.

Gli spazi gialli e verdeggianti sono sinonimo di pace, serenità e abbondanza: immagini legate alla tradizione, evocative del ciclo eterno della natura.

Il sentiero serpeggia tra distese d’oro e di verde. Storie di terra e di stagioni sono nascoste tra i solchi dei terreni, mentre la campagna respira lenta sotto il sole.

Questo è il modo migliore per fuggire dal rumore del mondo: i campi ordinati raccontano la fatica di chi li ha lavorati.

Raggiungi, così, un piccolo ponticello, superato il quale arrivi a un bivio: tu devi tenere la destra, in modo da lasciarti il recinto con i cavalli sulla sinistra.


E proprio i cavalli saranno i protagonisti dei prossimi minuti della tua passeggiata: stai costeggiando, infatti, la proprietà dell’azienda agricola San Giuseppe di Barzanò, che si occupa di allevamento di cavalli e produzione di fieno.

Questa attività, avviata nel 1994, si impegna nel garantire il benessere e l’addestramento di puledri e cavalli da trotto.

Presta attenzione, però: in questo tratto i recinti sono protetti da fili elettrici, da non toccare (o rischi di prendere la scossa).

I cavalli nel corso della giornata sono liberi di vagare per i prati, prima di essere riportati in scuderia la sera.

L’arrivo a Prebone
La tua camminata si sta quasi per concludere; terminato il sentiero nel tratto erboso, ti ritrovi a un bivio. Tu tieni la sinistra e prosegui sulla strada sterrata.

Ti attende un’altra brevissima pendenza che ti porta a destinazione, su strada asfaltata: via Luciano Manara a Prebone, località di campagna del paese di Monticello. Qui puoi osservare, fra l’altro, una carta dei sentieri del Parco Agricolo della Valletta: potresti prendere appunti per programmare altre camminate per bambini in Brianza!

3 idee per camminate per bambini in Brianza
Se sei interessato a scoprire altre camminate per bambini in Brianza, ti consiglio di provare il sentiero tra Oriano e Monticello, che si sviluppa sempre in questa zona della Brianza lecchese: te ne parlo qui sotto.
Un’altra proposta è la Stradina degli Ulivi a Missaglia: eccone una descrizione approfondita.
Infine, l’ultimo suggerimento è per il sentiero 4 del Parco della Brughiera Briantea, tra Cabiate e Mariano Comense, con torrenti da attraversare su ponticelli sospesi e laghetti nascosti tra i boschi che lasciano a bocca aperta grandi e piccini.
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