Home » Brianza » Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno
Cesano, Palazzo Arese Jacini

Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno

Palazzo Arese Jacini è uno degli edifici più antichi di Cesano Maderno: si trova in piazza Arese, cuore del centro storico cittadino, e fu costruito nella prima metà del XVII secolo dalla famiglia Arese. Se vuoi conoscere la storia del palazzo e scoprire come raggiungerlo e visitarlo, ti basta leggere il resto di questo post.

Visitare il palazzo

A pochi passi da Palazzo Arese Borromeo, il centro storico di Cesano Maderno accoglie un’altra antica residenza nobiliare: Palazzo Arese Jacini.

Palazzo Arese Jacini
Palazzo Arese Jacini e l’ingresso da piazza Arese

Situato in piazza Arese, non distante dal Torrazzo, il palazzo ospita oggi gli uffici dell’amministrazione comunale.

Contraddistinto da elementi decorativi in stile neoclassico, il palazzo mantiene alcune peculiarità del periodo barocco, segnalate da Daniele Santambrogio dell’Associazione Vivere il Palazzo e il Giardino Arese Borromeo: “lo scalone con balaustra in pietra molera intagliata, alcuni soffitti a passa-sotto dipinti e la cappella gentilizia annessa dedicata al Transito della Vergine Maria”.

Un balconcino in ferro battuto ingentilisce la facciata, caratterizzata dalla presenza di due torrette tronche: si pensa siano eredità (o idealizzazione) di una fortificazione che sorgeva in questa zona in epoca medievale.

La facciata principale è rivolta verso la piazza; sul giardino interno si affaccia, invece, una corte quadrangolare.

Superato l’ingresso, ci si ritrova sotto il porticato a pilastri e successivamente nel cortile, in cui si nota l’elegante statua classicista della Capra Amaltea con due putti, derivazione del Bernini.

La statua della capra Amaltea
La statua della Capra Amaltea con due putti. Una scultura denominata Giove bambino e un fauno nutriti dalla capra Amaltea, che lo storico dell’arte Roberto Longhi nel 1926 attribuì al napoletano Gian Lorenzo Bernini, è conservata presso la Galleria Borghese di Roma; la statua del cortile di Palazzo Arese Jacini ne riprende in parte la composizione

Secondo la mitologia greca, Amaltea era la capra che nutrì il piccolo Zeus sul monte Ida. Successivamente, Zeus – divenuto re degli dei – staccò dalla capra una delle corna conferendole poteri magici: chiunque fosse entrato in possesso del corno lo avrebbe visto riempirsi istantaneamente di tutto quel che voleva. Nacque, così, la leggenda del corno di Amaltheia, o cornucopia (cioè corno dell’abbondanza).

Sotto il porticato più antico del palazzo, oggi è presente un antico torchio vinario del Seicento, donato al Comune di Cesano Maderno da Gian Mario, Cesare e Silvano Maggioni. Si tratta di un torchio vinario a leva orizzontale proveniente dal Verbano, territorio in cui in passato i Borromeo avevano numerose proprietà.

L'antico torchio di Palazzo Arese Jacini
Il torchio seicentesco visibile nel cortile del palazzo

La trave principale del torchio, realizzata in legno di noce, è ricavata da un unico tronco. Il meccanismo di funzionamento del torchio prevedeva che l’estremità della trave si alzasse o si abbassasse per effetto della rotazione della vite su sé stessa: la trave andava, così, a gravare sul punto di pressa consentendo di schiacciare e spremere le vinacce.

Capra Amaltea
La statua della capra Amaltea e, sotto il portico, l’antico torchio. In passato questa era una parte del grande parco del palazzo, che nel Settecento fu modificato per assumere le sembianze di un giardino all’inglese. Una porzione di quel parco oggi si trova all’esterno del cortile: è un’area pubblica aperta a tutti

All’interno del palazzo, molti ambienti hanno mantenuto la volumetria storica: il salone da ballo (fino ad alcuni anni fa utilizzato come sala consiliare), lo scalone di raccordo, la ghiacciaia, i camini e la galleria destinata all’esposizione di tele settecentesche.

Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno: la storia

Come si legge sul sito Lombardia Beni Culturali, a volere la realizzazione di Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno fu Marco Maria I Arese.

I lavori di costruzione cominciarono nel 1618, e con tutta probabilità durarono meno di dieci anni: già nel 1628, infatti, l’edificio venne inserito nell’inventario dei beni appartenuti al nobile proprietario, nel frattempo deceduto.

Nel 1657 l’edificio venne ceduto dai proprietari (Bartolomeo III e suo figlio Giulio Arese, che già possedevano il limitrofo Palazzo Arese Borromeo) al cugino Benedetto Arese. L’accordo prevedeva che Benedetto acquisisse la “casa da nobile” (corrispondente alla porzione nord-occidentale dell’attuale Palazzo Arese Jacini, davanti alla piazza del Pasquè) dai cugini – che l’avevano da poco ereditata dalle figlie del defunto Raffaele Arese, del ramo dei conti di Parabiago – per una somma di 8.859 lire, versata in parte in denaro e in parte tramite la cessione di due abitazioni da pigionante.

All’inizio del Settecento, il corpo centrale del palazzo venne sopraelevato, con la creazione di un ambiente adibito a salone da ballo.

Il cortile interno di Palazzo Arese Jacini
Il palazzo visto dal cortile interno. Al centro dell’ala principale si nota il sopralzo realizzato nel XVIII secolo per dotare l’edificio di un salone da ballo a doppia altezza, con un balconcino in ferro battuto settecentesco

Nel 1716, il porticato occidentale (quello dell’ingresso da piazza Arese, per capirci) fu trasformato, con l’inserimento di pilastri bugnati a base quadrangolare che presero il posto delle antiche colonne.

Nel periodo neoclassico si costruì un nuovo fabbricato, collegato all’ingresso della corte e all’antico scalone monumentale.

Benedetto Arese
La lapide nel cortile che ricorda Benedetto III (Milano, 14 marzo 1673 – Menaggio, 3 agosto 1728), terzo conte di Barlassina, co-signore della Pieve di Seveso, patrizio milanese, decurione di Milano tra il 1695 e il 1723, questore togato del magistrato ordinario nel 1697, accademico della Crusca nel 1710, marito di Isabella Marliani dei conti delle Quattro Valli. Sulla lapide è scritto:
CO. D. BENEDICTI ARESU
REG. DVC. QUAEST.
COR. AMANTISSIMUM
HVC TRANSLATVM
CO. D. MARCVS FILIVS
EX. L. X. MED. DECVR.
ET FRATRES
ANIMO PROSEQVEBANTVR
OBIIT III. NON. AVG.
MDCCXXVIII
(Il cuore del conte Don Benedetto Arese,
questore del duca regnante
molto amato,
fu traslato qui.
Il conte Don Marco, suo figlio,

decurione di Milano,
e i fratelli
lo onorarono con affetto.
Morì il 3° giorno prima delle None di agosto
[cioè il 3 agosto]
nell’anno 1728)

Fino agli ultimi anni del XIX secolo, il palazzo fu la dimora di campagna del ramo cadetto degli Arese Lucini, conti di Barlassina.

Nel 1895 esso fu ceduto dalla contessa Matilde Serristori – rimasta vedova del conte Marco Arese Lucini – al conte Gilberto Borromeo Arese.

Nel 1941, poi, il complesso passò per via ereditaria alla madre del conte Giovanni Jacini; gli Jacini scelsero di rendere l’ala neoclassica una residenza estiva da concedere in affitto alla borghesia e alla nobiltà milanese.

All’inizio degli anni Settanta, il Comune di Cesano Maderno con una spesa di 180 milioni di lire acquistò il palazzo, ormai in cattivo stato dopo anni di abbandono, per farne la sede del municipio.

Cesano, Palazzo Arese Jacini
La facciata di Palazzo Arese Jacini, con due corpi sporgenti a sezione semi-ottagona, che richiama un’architettura castellana

Nel 2003, qui ha trovato la propria sede l’ISAL, Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda: un centro culturale con un’ampia biblioteca che conserva più di 100mila volumi e una fototeca costituita da circa 400mila immagini. Fondato nel 1967, l’ISAL è una libera associazione di cultura che promuove la conservazione dell’arte lombarda attraverso la pubblicazione della Rivista dell’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda e tramite corsi, convegni e conferenze.

[Sei già diventato follower della pagina Facebook di Viaggiare in Brianza? Ogni giorno puoi trovare storie sorprendenti, foto spettacolari e tantissimi consigli per le tue gite. Clicca qui per iniziare a seguirla!]

Sempre a partire dal 2003, Palazzo Arese Jacini è stato anche sede – al pian terreno – del World Museum: un museo che proponeva la più ricca collezione al mondo di orologi Swatch, appartenenti all’architetto e artista Fiorenzo Barindelli. La serie di esemplari includeva, fra l’altro, tutta la produzione del marchio svizzero fra il 1983 e il 2002. Si trattava di un’esposizione unica al mondo, con migliaia di modelli, menzionata anche nel Guinness World Records. Nel 2010, però, il museo ha lasciato i locali del palazzo.

La famiglia Arese

Marco Maria I Arese, grazie a cui il palazzo venne costruito, fu uno dei nobili più eruditi della Milano della prima metà del XVII secolo.

La famiglia Arese era originaria dell’omonimo borgo situato vicino a Milano. Appartenente al più antico patriziato cittadino milanese, durante il periodo visconteo e sforzesco fu protagonista di una rilevante ascesa sociale.

Nei primi anni del Cinquecento Francesco Arese si sposò con Briseide Avogadro, esponente di una famiglia altolocata della Brianza: fu così che gli Arese si insediarono nel territorio della Pieve di Seveso, di cui faceva parte Cesano Maderno.

Proprio nel centro di Cesano (oltre che a Baruccana, oggi frazione di Seveso) si trovavano le prime proprietà terriere degli Arese della zona.

Con il passare degli anni, poi, i loro possedimenti si espansero sempre di più, complice la progressiva decadenza delle famiglie nobili locali, fra cui gli stessi Avogadro da cui proveniva Briseide.

Nel 1538, Bartolomeo il Vecchio – nipote di Francesco Arese – acquisì il titolo feudale di co-signore della Pieve di Seveso.

Da lui discesero i diversi rami della famiglia, che nel tempo iniziò a godere di un prestigio sempre maggiore anche grazie ai buoni rapporti con la monarchia spagnola, divenuta padrona del ducato milanese.

Da Marco Antonio Arese – primogenito di Bartolomeo il Vecchio – si sviluppò la linea degli Arese di Castel Lambro, che poi a fine Seicento confluì per via ereditaria nei Borromeo.

Da Benedetto Arese, fratello di Marco Antonio, si sviluppò la linea dei conti di Barlassina (con gli Arese che, nel 1763, diventarono Arese Lucini per effetto del matrimonio tra Marco Arese IV e donna Giulia Lucini, esponente della famiglia dei Lucini, marchesi di Besate e feudatari di Osnago).

Dall’altro fratello Raffaele, infine, si sviluppò la linea dei conti di Parabiago, che si sarebbe estinta nel XVII secolo.

Marco Maria Arese (il “padre” di Palazzo Arese Jacini, come detto) proveniva dal ramo cadetto discendente da Benedetto Arese.

Palazzo Arese Jacini e L’Oratorio della Beata Vergine del Transito

L’Oratorio della Beata Vergine del Transito era la cappella gentilizia di Palazzo Arese Jacini.

Cesano Maderno, l'Oratorio della Beata Vergine del Transito
Il viale con due filari di tigli che conduce all’Oratorio della Beata Vergine del Transito

Fu edificato a partire dal 1642 su progetto dell’architetto milanese Carlo Buzzi (o Buzzo), in quel periodo attivo anche a Monza, a Desio e a Imbersago, dove era impegnato nella costruzione del Santuario della Madonna del Bosco.

In realtà, già nel 1596 Benedetto Arese aveva disposto un lascito testamentario di 3mila lire e il compendio di alcuni terreni destinati alla Confraternita del Santissimo Sacramento per la costruzione di un oratorio che, nelle idee del figlio di Bartolomeo II, sarebbe dovuto diventare la chiesa parrocchiale.

Tuttavia, fu necessario aspettare quasi mezzo secolo per l’erezione dell’oratorio: in parte per difficoltà economiche e in parte perché, nel frattempo, si stavano concretizzando i progetti di ampliamento dell’allora chiesa parrocchiale di Cesano, intitolata a Santo Stefano.

All’interno dell’Oratorio della Beata Vergine del Transito – conosciuto anche con il nome di geseta del Pasqué – oggi si può ammirare, accolta da un’ancona in legno, la pala del Transito della Vergine, opera dell’artista milanese Gerolamo Chignoli, che la dipinse nel 1642.

La pala della Vergine del Transito a Cesano Maderno
La pala del Transito della Vergine dipinta da Gerolamo Chignoli

Accanto all’oratorio, invece, un portale ad arco conduce nel Giardino delle Colonne: questo un tempo era l’antico brolo con il camminamento sopraelevato che consentiva ai nobili residenti di Palazzo Arese Jacini di raggiungere direttamente la chiesetta e partecipare alle funzioni dall’alto. Il popolo, invece, poteva accedere all’oratorio dalla piazza antistante.

Cesano Maderno, il Giardino delle Colonne
Il Giardino delle Colonne

Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno: come arrivare

Palazzo Arese Jacini si trova a Cesano Maderno in piazza Arese 12.

Palazzo Arese Jacini in piazza Arese
Palazzo Arese Jacini

Se vuoi visitarlo e hai in mente di arrivare a Cesano Maderno in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Torrazzo.

Preferisci arrivare a Cesano Maderno in treno? Puoi fare riferimento alla stazione cittadina. Uscito dalla stazione, supera la rotonda per imboccare via Volta e vai dritto fino al semaforo; qui svolta a sinistra in corso della Libertà e prosegui dritto, tenendo la destra per continuare lungo via Torrazzo. La prima strada che trovi sulla destra ti conduce in piazza Arese: sei giunto a destinazione.

Infine, nel caso in cui tu decidessi di arrivare a Cesano Maderno in autobus, potresti utilizzare la linea Z115 o la linea Z116 e scendere alla fermata di via Volta. Da qui, percorri via Volta lasciandoti la rotonda alle spalle e prosegui fino al semaforo; a questo punto gira a sinistra in corso della Libertà. Superata la chiesa, tieni la destra per percorrere via Torrazzo; girando nella prima traversa sulla destra ti ritrovi in piazza Arese.

Che cosa vedere a Cesano Maderno

Piazza Arese e Palazzo Arese Jacini potrebbero essere il punto di partenza per una passeggiata a Cesano Maderno. Vuoi sapere quali sono le altre tappe da non perdere in città? Leggi il post qui sotto, che ti segnala che cosa vedere (e dove mangiare) a Cesano Maderno.






Ti piacerebbe collaborare con Viaggiare in Brianza, magari per promuovere la tua attività o il tuo business? Clicca qui sotto e scrivimi: insieme troveremo una soluzione in linea con le tue esigenze.

Se in questo o in altri articoli del sito hai trovato delle informazioni non corrette o non aggiornate, segnalamelo: cercherò di rimediare immediatamente.

E non dimenticare che puoi trovare Viaggiare in Brianza anche su Facebook, Instagram e X!

Ti è piaciuto questo post? Fallo conoscere ai tuoi amici!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *