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Meredo, l'oratorio di San Benedetto

La chiesetta del Meredo: l’Oratorio di San Benedetto a Seveso

L’Oratorio di San Benedetto di Seveso, da tutti conosciuto come chiesetta del Meredo, ha alle spalle una storia davvero curiosa: negli anni Ottanta, infatti, ha rischiato di essere trasformato… in un garage! Curioso destino per una chiesetta risalente al XVI secolo, vero? Se vuoi saperne di più, ti basta leggere il resto di questo post.

La storia della chiesetta del Meredo

La chiesetta del Meredo a Seveso è un piccolo edificio religioso che fu eretto alla fine del XVI secolo e intitolato a San Benedetto.

A volerne la costruzione furono le suore Umiliate, Agostiniane e Benedettine del Monastero dell’Annunciazione annesso alla Chiesa Comparrocchiale di Sant’Ambrogio di Seregno dopo che, il 22 febbraio del 1576, erano state incorporate nell’abbazia di San Vittore di Meda.

Meredo, la chiesetta di San Benedetto
La chiesetta del Meredo

Il loro trasferimento si concretizzò definitivamente nel 1588; fu a quel punto che le suore decisero di erigere la chiesetta, a beneficio dei massari alle loro dipendenze che lavoravano proprio nella zona del Meredo.

Piccola precisazione: oggi il Meredo rientra nel territorio comunale di Seveso, mentre in passato faceva parte di Seregno.

[Prima di scoprire come e perché questa chiesa stava per essere trasformata in un garage, ti va di iniziare a seguire la pagina Facebook di Viaggiare in Brianza?]

L’Oratorio di San Benedetto, dunque, fu annesso alla cascina del Meredo, che con i terreni circostanti apparteneva alle monache di Meda.

La chiesetta del Meredo
La facciata della chiesa

La chiesetta fu intitolata a San Benedetto per la regola che le monache erano tenute a rispettare. Di proprietà privata, era affidata alla gestione dei devoti del posto.

Suppellettili nella chiesetta del Meredo
La statua di un angelo all’interno della chiesetta

Per lungo tempo l’edificio fu noto anche come Oratorio della Beata Maria Vergine del Salice, poiché al centro della cascina del Meredo svettava un salice di dimensioni imponenti.

Pur non essendo consacrata, la chiesetta era adibita al culto, e nei giorni festivi accoglieva la celebrazione della messa.

Il 3 maggio del 1880 giunse a dire messa monsignor Paolo Angelo Ballerini, che nell’occasione benedisse la chiesa.

Chiesetta del Meredo, la lapide di Ballerini
La lapide posta a ricordo della benedizione di monsignor Ballerini

Sul finire degli anni ’80 del XIX secolo, si studiò l’ipotesi di ingrandire la chiesa: lo dimostra un progetto di Rodolfo Cantù risalente al 31 luglio del 1889 relativo all’ampliamento di una chiesa per uso colonico di proprietà privata. Tale progetto, però, non ebbe seguito.

Quando la chiesa stava diventando un garage

Fino al 1969 nella chiesetta del Meredo si celebrava la messa il venerdì e la domenica. Negli anni successivi, però, l’oratorio venne gradualmente abbandonato perché nel frattempo era stata costruita una nuova chiesa (oggi non più esistente).

I quadri della chiesetta del Meredo
I dipinti che decorano oggi la chiesetta

Nella seconda metà degli anni Settanta, i proprietari dell’edificio chiesero – attraverso il parroco don Agostino Meroni – la possibilità di procedere a un restauro. Monsignor Enrico Assi, pro vicario generale della Curia Arcivescovile di Milano, rispose “di non avere nulla in contrario” alla ristrutturazione della chiesa, anche perché la stessa non era più adibita al culto dall’ottobre del 1969 e non era mai stata consacrata; a condizione, però, che l’edificio fosse destinato “ad usi che non siano sordidi”, cioè a scopo di lucro.

Seveso, l'Oratorio di San Benedetto
L’Oratorio di San Benedetto oggi

Una lettera accompagnatoria dell’Ufficio Amministrativo Diocesano della Curia Arcivescovile di Milano firmata dal Direttore Sac. Giuseppe Mariani e indirizzata a don Meroni raccomandava, inoltre, “di usare ogni possibile accorgimento prudenziale nella concessione della ristrutturazione del fabbricato, così che siano comunque salvaguardati gli eventuali diritti di chicchessia sull’immobile”.

Tuttavia, negli anni successivi i proprietari della chiesetta demolirono la sacrestia per realizzare una parte di abitazione: il tutto con regolare licenza di ristrutturazione rilasciata dal Comune di Seveso. Presero il via, inoltre, lavori che avrebbero dovuto trasformare l’antico oratorio cinquecentesco… in un garage.

Ecco cosa raccontava il 13 dicembre del 1981 L’Ordine della Brianza: “Don Agostino Meroni parroco di Baruccana di Seveso è riuscito, anche se in maniera fortuita, a sventare il tentativo di distruzione della secolare chiesuola del Meredo, meglio conosciuta come Oratorio di San Benedetto.
Ieri mattina, in sua presenza, abbiamo fatto un sopralluogo alla cappelletta di dimensioni ridotte ed abbiamo scoperto che alcuni muratori stavano lavorando all’interno. Anzi avevano già demolito il muro divisorio tra la chiesa e la sacrestia […]. L’evidenza dei fatti ha sorpreso tutti, in modo particolare Don Agostino che, secondo le ultime informazioni ricevute, sapeva della sua chiusura definitiva e conseguentemente della inaccessibilità da parte di persone.
[…]Sulle pareti della cappella è già stato applicato un boiler per acqua calda da cucina ed altri oggetti che fanno pensare come al suo interno si stia già lavorando da tempo.
[…] Pare che proprio ieri mattina i muratori abbiano demolito il tavolato contro il quale per quasi quattro secoli era installato l’altare. […] Con la scomparsa dell’altare è andata perduta anche una statuetta di San Benedetto che invano è stata cercata ieri mattina”
.

Per fortuna, i lavori vennero bloccati. Leggiamo ancora dall’Ordine della Brianza, questa volta del 15 dicembre del 1981: “I lavori all’interno dell’oratorio del ‘500 della frazione Meredo di Seveso sono stati bloccati d’urgenza dal Comune dopo un tempestivo sopralluogo dei vigili e dei tecnici dell’ufficio competente.
[…] Dopo i controlli, sia in loco sia sul fascicolo relativo all’unità immobiliare, è risultato che il Comune di Seveso ha sì rilasciato la concessione edilizia a ricavare dalla sacrestia dell’oratorio un box, ma non risulta da alcun documento l’autorizzazione a demolire il muro divisorio a ridosso del quale si trovava l’altare.
[…] Nessuno, se non gli interessati, era a conoscenza di quanto si stava consumando anche perché, così ci è stato riferito, sia dal potere politico locale che da quello religioso, vale a dire la Curia, il tempio in questione è stato ritenuto da sempre senza significato.
[…] Il sindaco di Seveso inoltrerà quanto prima una richiesta alla sovraintendenza alle belle arti perché esprima un suo parere sul significato storico-artistico-culturale dell’oratorio”
.

In effetti, il Comune poi diede incarico all’architetto Roberto Paiella (tra l’altro figlio dello scultore Nardo Paiella) il compito di redigere un rapporto da inviare alla Soprintendenza alle Belle Arti di Milano. Nei giorni successivi, un tecnico della Soprintendenza raggiunse la chiesetta per verificare la situazione.

Il 10 marzo del 1982 L’Ordine della Brianza scriveva: “La Sovraintendenza alle Belle Arti di Milano, interpellata dal Comune di Seveso per dare un suo parere sulla validità storico-artistica del luogo di culto, ha fatto sapere ai richiedenti che l’oratorio va salvato e che è in attesa di ricevere tutta la documentazione necessaria per apporre i vincoli.
[…] La Sovraintendenza ha deciso di salvare l’Oratorio di San Benedetto della frazione Meredo di Seveso anche per un certo suo valore artistico che segna una tappa nell’arte contadina del ‘500 ma soprattutto per il suo valore storico in quanto il tempio rappresenta uno degli unici esempi in Brianza se non l’unico di costruzione di campagna dell’epoca”
.

Fu così che venne salvata la chiesa che stava per diventare un garage.

L’altare, però, era stato distrutto quando era stato demolito il muro divisorio tra la chiesa e la sacrestia. Per ripristinarlo, don Meroni cercò la foto del matrimonio di una coppia che si era sposata nella chiesetta pochi anni prima, da cui si potevano intuire la conformazione e la composizione dell’altare.

Suppellettili nell'Oratorio di San Benedetto al Meredo
Un’altra delle statue visibili oggi nella chiesetta

Fu necessario anche rinforzare il muro perimetrale, per rendere l’edificio sicuro.

L'Oratorio di San Benedetto a Seveso
Il muro originale e, a destra, il muro di rinforzo che si rese necessario per mettere in sicurezza l’edificio pericolante

Vennero così completati i lavori di ristrutturazione, anche se molte parti originali (per esempio il pavimento) erano definitivamente perdute.

Chiesetta del Meredo: com’è oggi

Di piccole dimensioni, la chiesetta del Meredo mostra, sopra il portale di ingresso, un affresco che raffigura San Benedetto, realizzato negli anni ’80 da Mario Bogani.

L'affresco di San Benedetto di Mario Bogani
San Benedetto nell’affresco di Mario Bogani. Originario di Fenegrò, Bogani è stato un importante pittore del Novecento, specializzato in arte sacra; a Seveso ha dipinto, tra l’altro, la Madonna di San Gerardo che si trova a pochi passi dalla Chiesa dei Santi Gervaso e Protaso

L’altra facciata è in pietre e mattoni, preziosa testimonianza delle origini antiche dell’edificio.

All’interno, la controfacciata ospita – sopra la porta di ingresso – una lapide a ricordo della benedizione della chiesetta da parte di monsignor Paolo Angelo Ballerini nel 1880. Patriarca titolare di Alessandria dei Latini, all’epoca Ballerini viveva a Seregno, dove sarebbe rimasto per il resto dei suoi giorni. La sua era stata una storia controversa: nel 1859 era stato designato arcivescovo alla sede di Milano poco prima dell’annessione al Regno sabaudo, che però non gradiva la sua nomina. Così, Ballerini non poté mai prendere possesso della diocesi ambrosiana e a partire dal 1867 trascorse in Brianza il suo “episcopato d’esilio”.

La lapide per Monsignor Ballerini nella chiesetta del Meredo
L’ECCELL.MO E REVEREND.MO MONSIGNORE PAOLO ANGELO BALLERINI PATRIARCA D’ALESSANDRIA D’EGITTO ASSISTITO DAL CLERO DELLA PARROCCHIA COLL’INTERVENTO DEL PROPRIETARIO LUIGI GHEONI E DELLA SUA FAMIGLIA BENEDISSE CON RITO SOLENNE QUEST’ORATORIO E VI CELEBRÒ LA S. MESSA IL GNO. 3 MAGGIO 1880

Accanto alla porta di ingresso, ecco una suggestiva acquasantiera in pietra.

L'acquasantiera dell'Oratorio di San Benedetto al Meredo
L’acquasantiera dell’Oratorio di San Benedetto

Di fianco all’altare, invece, c’è una nicchia per le ampolline.

Nicchia nella chiesetta del Meredo
La nicchia per le ampolline

Dietro l’altare, un quadro che raffigura San Luigi Gonzaga mentre si rivolge alla Madonna. Il dipinto fu collocato sulla parete nel XIX secolo, probabilmente in omaggio a quel Luigi Gheoni a cui apparteneva a quei tempi la chiesa.

L'altare dell'Oratorio di San Benedetto di Seveso
L’altare della chiesetta del Meredo

Si ipotizza che l’opera – non firmata – sia da attribuire alla bottega dei Sabatelli, e in particolare a Luigi Maria Sabatelli, pittore figlio d’arte: suo papà era Luigi Sabatelli, autore di dipinti di Palazzo Pitti a Firenze. Sabatelli junior in Brianza fu autore, tra l’altro, di alcune tele della Via Crucis della Basilica di San Giuseppe di Seregno e dei tre dipinti del Santuario della Madonna dei Vignoli di Seregno.

Il quadro di Luigi Gonzaga nell'Oratorio di San Benedetto a Seveso
Il dipinto che raffigura Luigi Gonzaga: il santo è inginocchiato su un inginocchiatoio in legno di fronte a un altare su cui è poggiata una statua della Vergine con il Bambino

Sulla parete priva di finestre è presente un quadro della Natività realizzato nel 1969 dal pittore Pozzesi su commissione dei proprietari del tempo, i cernobbiesi Corticelli: è una copia di un dipinto più antico che fu trasferito nell’altra chiesetta del Meredo, in seguito abbattuta. La targhetta sulla cornice recita: “P.A. Corticelli donano all’oratorio di Mèree 31-5-969”.

La Natività nell'Oratorio di San Benedetto al Meredo
Il quadro della Natività tra i dipinti che raffigurano Santa Caterina da Siena e San Giovanni Bosco

Ai lati, altri due dipinti: uno rappresenta Santa Caterina da Siena e l’altro San Giovanni Bosco, a cui è dedicata la parrocchia del Ceredo, località di Seregno che confina con il Meredo.

Quadro nella chiesetta del Meredo
Santa Caterina da Siena rappresentata secondo l’iconografia tradizionale: il doppio velo nero e bianco delle monache domenicane, il libro (simbolo della dottrina), il crocifisso tra le mani e la corona di spine sulla testa
San Giovanni Bosco
San Giovanni Bosco, patrono degli oratori. Dedicò la propria vita all’educazione dei ragazzi, fondando la Società Salesiana e l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Sulla parete opposta, invece, è esposto un dipinto dell’Ultima Cena.

Ultima Cena nella chiesetta del Meredo
Il quadro dell’Ultima Cena

Accanto, un dipinto di Piero Gauli, donato nel 1994 in occasione della mostra a ricordo del 180esimo anniversario della nascita di monsignor Ballerini.

Il dipinto di Piero Gauli nella chiesa del Meredo a Seveso
Il dipinto di Piero Gauli. Originario di Milano, Gauli fu uno degli esponenti del gruppo Corrente; in gioventù fu internato nel campo nazista di Cholm, in Polonia. In Brianza puoi ammirare due sue opere anche nel museo della casa natale di papa Pio XI a Desio

Oggi la chiesetta del Meredo non è aperta al pubblico: se sei interessato a visitarla, scrivimi in privato e ti indicherò a chi rivolgerti per avere la possibilità di entrare.

Dove si trova la chiesetta del Meredo

L’Oratorio di San Benedetto di Seveso si trova in via Meredo 68, a pochi passi dall’incrocio con via Ceredo.

Meredo, l'oratorio di San Benedetto
L’Oratorio di San Benedetto al Meredo

Se hai deciso di arrivare a Seveso in auto puoi trovare parcheggio nelle immediate vicinanze della chiesetta, all’altezza del civico 46 di via Meredo.

Per arrivare al Meredo in treno, invece, ti conviene fare riferimento alla stazione di Baruccana, che è la più vicina. Uscito dalla stazione, vai a destra lungo il percorso ciclopedonale e seguilo fino a quando non sbucherai in via Trento e Trieste di fronte alla Chiesa della Beata Vergine Immacolata. Gira a sinistra e, superata la chiesa, svolta a destra in via San Clemente. Vai dritto e, dopo aver oltrepassato l’incrocio, continua in via Prealpi. Giunto in fondo a questa strada, gira a destra in via Meredo e prosegui fino a quando non troverai l’Oratorio di San Benedetto alla tua destra.

Infine, scegliendo di arrivare al Meredo in autobus ti conviene utilizzare la linea Z165 o la linea Z166 e scendere a Meda alla fermata di via Tre Venezie 106. Da qui, lasciati il grande parcheggio sulla destra e raggiungi il semaforo per girare a sinistra in via Ticino. Percorri questa strada fino in fondo; quindi, svolta a sinistra in via Tevere e poi subito a destra in via Cavalla: allo stop, gira a sinistra in via Vignazzola e vai sempre dritto, fino a che vedrai la chiesetta del Meredo alla tua destra.

Che cosa vedere a Seveso

La chiesetta del Meredo potrebbe essere il punto di partenza ideale per una passeggiata tra i monumenti e i parchi di Seveso. Leggi il post qui sotto per sapere che cosa vedere in città e anche dove potresti fermarti a pranzo o a cena!

Che cosa fare a Seveso: guida per turisti

Per concludere, devo citare il libro Seveso Cesano Maderno Meda e Desio. Il futuro nella tradizione e nell’attualità, di Franco Cajani, Giacomo Citterio, Luigi Losa e Paolo Volonterio: è la preziosissima fonte da cui ho attinto per scrivere questo post.





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