Che cosa fare a Carimate? Se sei un amante delle passeggiate nella natura i sentieri del Parco della Brughiera Briantea fanno proprio al caso tuo; ma visitando il paese non puoi certo fare a meno di andare ad ammirare il Castello. E ancora, ecco il Santuario della Madonna dell’Albero e… leggi qui per scoprire tutto.
Tutto quello che ti serve sapere
La città
Paese della Brianza comasca di quasi 5mila abitanti, Carimate si trova a 32 chilometri da Milano e a 17 da Como. Il suo territorio è bagnato dal fiume Seveso, dal torrente Serenza e dal torrente Ferranda.
[Se vuoi scoprire cosa vedere in Brianza e dove mangiare da queste parti, seguimi sulla pagina Facebook di Viaggiare in Brianza: potrai organizzare splendide gite vicino a Milano!]
Che cosa fare a Carimate: i monumenti da vedere
Per scoprire che cosa vedere a Carimate ti consiglio di iniziare il tuo tour del paese dall’incrocio tra via del Seveso, via alla Stazione e Strada delle Ginestre: qui trovi la Cappella di Sant’Alessandro, che al proprio interno presenta una tela che riproduce il martirio del santo.
La tradizione vuole, infatti, che Sant’Alessandro Martire sia passato proprio su questa strada per andare a Como dopo essere fuggito dalla prigione di Milano in cui era stato rinchiuso per non aver abiurato alla fede cristiana. La tela è una copia di un quadro dipinto da Giuseppe Allevi nel 1981.
Lasciandoti la cappella alla tua destra, imbocca via alla Stazione; supera un incrocio e poi prendi il tornante sulla destra in salita. Sbucherai, così, in via Papa Giovanni XXIII: svoltando a sinistra potrai dirigerti verso la Chiesa di San Giorgio e Maria Immacolata, risalente al 1753.
Al suo interno, nell’abside sulla sinistra, puoi osservare una pala d’altare che raffigura Gesù bambino e San Giuseppe circondati dagli angeli: l’opera fu realizzata nel 1693 da Stefano Maria Legnani detto il Legnanino. Il dipinto inizialmente fu esposto nella Chiesa di San Marcellino di Milano, poi soppressa, e quindi trasportato a Brera, prima di finire nel 1815 a Carimate. Sempre dalla pinacoteca di Brera proviene la tela di Santa Elisabetta monaca di Giuseppe Maria Galeppini, in precedenza esposta nella Chiesa dei Cappuccini di Forlì.
Merita di essere visto anche il ciclo di affreschi del pittore torinese Luigi Morgari e dei suoi allievi. Il dipinto più importante è senza dubbio quello dell’intradosso della volta: rappresenta Pio IX che definisce il dogma dell’Immacolata Concezione.
A Morgari e ai suoi allievi sono attribuiti anche il Martirio di Sant’Alessandro, San Giorgio e il drago e San Michele Arcangelo.
Il Martirio di Sant’Alessandro mette in scena la decapitazione del santo, soldato della legione tebea che venne ucciso il 26 agosto del 303 a Bergamo, nel luogo in cui ancora adesso è visibile la Colonna del Crotacio.
Il dipinto con San Giorgio e il drago riproduce l’episodio leggendario che vede protagonista il santo in sella al suo cavallo bianco in Cirenaica: giunto nel regno di Silene, che era tormentato da uno spaventoso drago, Giorgio salvò la figlia del re permettendole di sfuggire al mostro. Come ricompensa non chiese denari, ma volle che tutta la popolazione si battezzasse e convertisse.
San Michele Arcangelo viene raffigurato secondo l’iconografia classica: alato, ha in mano una spada con la quale sconfigge Satana, rappresentato dal serpente; nell’altra mano tiene uno scudo che riporta la locuzione latina Quis ut Deus? (Chi è come Dio?), che l’arcangelo pronunciò nell’atto di scagliarsi contro Lucifero.
Nelle nicchie sotto la volta a vela puoi ammirare quattro statue che raffigurano:
- San Giuseppe;
- Sant’Anna;
- San Gioacchino;
- Re David.
Le statue furono disegnate nel 1756 dal pittore milanese Giovanni Battista Venini (che fu pagato 60 lire per il lavoro) e rappresentano lo sposo della Madonna (Giuseppe) e la sua genealogia. La Vergine, infatti, era discendente di Re David e figlia di Anna e Gioacchino.
L’altare laterale destro accoglie una statua in legno della Madonna Immacolata, esposta al culto nel dicembre del 1761 e realizzata dall’artista milanese Giovanni Caccia. Da Milano la statua venne condotta, non senza difficoltà, con il baldacchino creato dallo stesso Caccia: furono necessarie in tutto diciotto persone per il trasporto. La Vergine, con una veste argentata, tiene in braccio Gesù Bambino, che ferisce alla testa il drago che simboleggia Satana.
L’altare laterale sinistro, invece, ospita un Crocifisso ligneo, protagonista nel Settecento di un episodio ritenuto miracoloso. Questo Crocifisso, ai tempi, era ospitato sotto la volta del Santuario della Madonna dell’Albero (di cui ti parlerò tra poco). Una notte esso cadde a terra: la croce si frantumò, mentre il Cristo non riportò neppure un graffio. I parrocchiani, quindi, pensarono a un miracolo. In seguito, nel dicembre del 1758, il Crocifisso fu trasportato nella chiesa parrocchiale dove si trova ancora adesso.
Non dimenticare di dare uno sguardo alle vetrate, che riproducono:
- Gesù Cristo Re;
- lo Spirito Santo;
- l’Assunta;
- l’Immacolata.
A realizzare i cartoni fu il pittore Giuseppe Ravanelli, e Angelo Teracotto si occupò dell’esecuzione tecnica. La vetrata sull’abside, che rappresenta la Crocifissione, è opera – invece – di Lindo Grassi.
Uscito dalla chiesa e lasciandotela alla tua sinistra, ti immergerai nello splendido centro storico di Carimate: in piazza Castello 1 puoi vedere il Castello di Carimate, costruito nel 1345 e poi restaurato in stile neogotico nel 1874 su progetto di Ercole Balossi Merlo, lo stesso architetto della Chiesa di Sancto Gerhardo a Monza.
Dal 1976 l’edificio ha accolto gli Stone Castle Studios, studi di registrazione che hanno ospitato le incisioni di Lucio Dalla, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Patty Pravo, Fabrizio De André, Riccardo Cocciante e molti altri cantanti.
Il Castello di Carimate è una delle tante location cinematografiche in Brianza: infatti è stato scelto per le riprese del film Le lunghe notti della Gestapo.
Vuoi sapere di più a proposito del Castello di Carimate? Te ne parlo nel post qui sotto!
Di fronte al castello, ecco il complesso del Torchio, realizzato alla fine dell’Ottocento: il nome deriva da un torchio per pigiare l’uva che era presente fino al secolo scorso.
Sotto questi portici, fino alla prima metà del Novecento c’erano le officine, le botteghe e i depositi dell’azienda agricola che apparteneva agli antichi proprietari del castello, la famiglia Arnaboldi.
Negli anni ’50 il complesso e il castello furono venduti alla Società Generale Immobiliare di Roma (quella che si occupò della costruzione della Torre Velasca di Milano, per intenderci). Questa società, dopo essere passata sotto il controllo di Michele Sindona, nel 1976 venne posta in liquidazione; così il Torchio fu messo in vendita e in seguito riqualificato, diventando il centro culturale e commerciale del paese.
Anche questo è stato il set di alcune scene di uno dei numerosi film girati in Brianza: sto parlando di Tutti gli uomini del deficiente, con protagonisti (tra gli altri) Claudia Gerini e Gigio Alberti.
Proseguendo la tua passeggiata, lasciati il castello sulla destra per imboccare via Arnaboldi: accanto al civico 7 troverai il Santuario della Madonna dell’Albero. Consacrato nel 1517 in omaggio a un’apparizione della Vergine ad alcuni contadini risalente a pochi anni prima, risale probabilmente al XIV secolo. L’abside è ornato con un affresco che raffigura Maria: sullo sfondo puoi notare la rappresentazione del Castello di Carimate.
Se vuoi conoscere meglio tutte le decorazioni e la storia del Santuario della Madonna dell’Albero di Carimate, comunque, puoi leggere l’approfondimento che gli ho dedicato nel post qui sotto.
Superato il santuario, alla rotonda immediatamente successiva puoi imboccare sulla tua sinistra il lungo viale alberato che conduce al cimitero. Sulla collina che vedi di fronte a te sorge la Cappella Gentilizia della famiglia Arnaboldi.
La sua costruzione, risalente al 1876, fu voluta da Bernardo Arnaboldi Gazzaniga (curiosità: nonno della nonna di Letizia Moratti), e affidata sempre all’architetto Balossi Merlo.
Ritornato alla rotonda, gira a sinistra per percorrere la SP 35: costeggerai, così, il campo del Golf Club Carimate (ingresso da via Airoldi 2): si sviluppa su 18 buche in un percorso ondulato nel contesto di un patrimonio naturale che comprende più di 10mila piante.
Di certo è una delle migliori location dove giocare a golf in Brianza. A proposito, se vuoi scoprire altri campi da golf vicino a Milano ti basta leggere il post qui sotto.
Continua a percorrere la SP 35 approfittando della pista ciclabile da cui è affiancata: arrivato nella frazione di Montesolaro, dopo una piccola rotonda vedrai alla tua destra, in piazza Spallino, il Monumento ai Caduti. Il monumento fu realizzato dallo scultore comasco Eli Riva, specializzato in arte sacra e arte funeraria e considerato l’ultimo erede dei Magistri Cumacini.
Superata piazza Spallino, ti ritroverai in via Nobili Calvi. Qui, all’incrocio con via Madonnina, c’è un altro edificio da annoverare nella lista “che cosa vedere a Carimate”: è la Chiesa della Beata Vergine Assunta. Costruita nel 1575, fu ampliata una prima volta nel 1919 e una seconda volta nel 1976; la struttura, però, è ancora quella della chiesa antica, con pianta longitudinale a tre navate.
Esattamente di fronte alla chiesa, ecco la Cappellina dell’Immacolata, costruita nel 1864 su progetto di Carlo Montanara. Da notare è il portale di accesso, inquadrato da un motivo ad arco rientrante e valorizzato da un piccolo timpano sovrastante.
Che cosa fare a Carimate: gli itinerari naturalistici
Il territorio di Carimate rientra nel Parco della Brughiera Briantea.
In particolare, il sentiero 2 collega il paese con Lentate sul Seveso, partendo dai mulini vicino al fiume Seveso: puoi accedervi da via Molino Geretto.
Nel post qui sotto, trovi il resoconto dettagliato del sentiero 2 del Parco della Brughiera Briantea, con tutte le foto e le indicazioni per raggiungerlo.
Il sentiero 10, invece, ti conduce fino a Cantù. Puoi accedervi da via del Golf, all’altezza del civico 19.
Per conoscere tutti i segreti del sentiero 10 del Parco della Brughiera Briantea, puoi leggere l’approfondimento che gli ho dedicato nel post qui sotto.
Il sentiero 11, poi, ti offre la possibilità di scoprire la valle del Serenza: puoi accedervi dal parcheggio del campo sportivo di via per Subinago 1. Percorrendo la pista ciclopedonale fino in fondo all’abitato, trovi un grande prato e sulla destra un sentiero protetto da una sbarra, che ovviamente puoi oltrepassare. In alternativa puoi imboccare il sentiero dalla pista ciclabile lungo la SP 35, proprio dove c’è il cartello che segna il confine tra Carimate e Montesolaro.
A pochi passi dall’imbocco del sentiero 10 del Parco della Brughiera Briantea, sempre in via del Golf, trovi anche l’ingresso di un altro percorso immerso nella natura: è il Sentiero della Valle Ferranda, di cui ti parlo nel post qui sotto.
Dove mangiare a Carimate
Uno dei migliori ristoranti di Carimate è Al Torchio, in piazza Castello 4: ti consiglio di provare le polpette di melanzane con fiori eduli, le capesante arrosto su crema di topinambur e le costolette di cinghiale all’agrodolce.
Nel novero dei posti dove mangiare a Carimate c’è anche il ristorante del Golf Club di via Airoldi 2, con cucina lombarda e mediterranea.
Tra le pizzerie di Carimate ti segnalo Latupì, in via Nobili Calvi 14 a Montesolaro: è aperta tutti i giorni tranne il lunedì.
In via Nobili Calvi 15 c’è, invece, l’Osteria La Cadrega, consigliata a chi ama la carne: il locale è piccolo, quindi è sempre meglio prenotare.
Sempre in via Nobili Calvi, ma al civico 5, trovi La Trafila, ristorante di Carimate chiuso il lunedì sera e il mercoledì sera. Il menù comprende, tra l’altro, tagliatelle con ragù di cervo, crudité di ostriche e polpo alla brace con maionese di mare.
Un’altra pizzeria di Carimate è Charlie Brown 15, in via Papa Giovanni XXIII 3: puoi usufruire del servizio d’asporto e scegliere tra pizze, panini, focacce, kebab e calzoni. Inoltre, il mercoledì tutte le pizze costano 4 euro.
Infine, il Bar Smile è una valida alternativa per chi è in cerca di un posto dove mangiare a Carimate, ma anche dove gustare gin tonic e cocktail di ogni genere. Lo trovi lungo la Strada Provinciale Novedratese al civico 3.
Come arrivare a Carimate
Come arrivare a Carimate in auto? Provenendo da Milano devi percorrere la Milano-Meda e uscire a Lentate sul Seveso Sud. Così puoi immetterti sulla SP 44: a questo punto vai sempre dritto e, alla rotonda prima del Bennet e del McDonald’s, devi girare a destra. Proseguendo lungo quella strada arriverai a destinazione.
Provenendo da Como, devi percorrere la SP 35 fino a Cermenate: alla prima rotonda che incontri devi svoltare a sinistra per imboccare la SP34, e poi segui le indicazioni.
Per arrivare a Carimate in treno puoi fare riferimento alla stazione cittadina, servita dalla linea suburbana S11 di Milano e collegata, tra l’altro, con Monza, Lissone, Desio, Seregno, Lentate sul Seveso, Cantù e Cucciago.
Per arrivare a Carimate in autobus puoi sfruttare la linea C82, che passa da Cantù, Novedrate e Mariano Comense.
Credi che questo sito meriti di crescere e farsi conoscere? Puoi aiutarmi a raggiungere questo obiettivo con una piccola donazione: per me sarebbe un importante incentivo anche per sostenere le spese di gestione del sito.
Cliccando qui sotto, invece, puoi scoprire chi sono e perché ho avviato il progetto di Viaggiare in Brianza. Se vuoi, hai la possibilità di scrivermi:
Se hai trovato degli errori o delle informazioni non aggiornate, segnalamelo e correggerò al più presto. Ma puoi contattarmi anche se pensi che il sito e i social di Viaggiare in Brianza siano perfetti per promuovere la tua attività!
Infine, non posso dimenticarmi di citare il libro Le chiese di Carimate di Piera Pappalardo, che è stato una preziosa fonte per la stesura di questo post.