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Il Monastero della Misericordia di Missaglia

Il Monastero della Misericordia di Missaglia

Non tutti sanno che il Monastero della Misericordia di Missaglia è stato scelto in passato come location per le riprese di un film… vietato ai minori di 14 anni. La pellicola, intitolata Venga a prendere il caffè da noi, vedeva come protagonista Ugo Tognazzi. Sei curioso di saperne di più? Leggi il resto del post!

Il film girato nel Monastero della Misericordia di Missaglia

Il Monastero di Santa Maria della Misericordia di Missaglia fu costruito nella seconda metà del Quattrocento, e nel secolo scorso venne scelto come location per le riprese di un film vietato ai minori di 14 anni.

Missaglia, il Monastero della Misericordia
Il Monastero della Misericordia di Missaglia

La pellicola, uscita nelle sale cinematografiche nei primi giorni di autunno del 1970, si intitolava Venga a prendere il caffè da noi, e vedeva come protagonista Ugo Tognazzi.

Nel cast c’erano anche Milena Vukotic (avete presente la Pina di Fantozzi?) e Angela Goodwin (la moglie del Perozzi in “Amici miei”).

Ma perché questo film fu vietato ai minori di 14 anni? Era davvero così scandaloso?

Leggete come lo descriveva Franco Mondini su La Stampa del 21 settembre del 1970: “La vicenda si inizia proprio con una tazzina di caffè offerta a Ugo Tognazzi dalle tre sorelle Tettamanzi che piano piano finiranno con lo ‘spartirsi’ equamente le virtù virili di questo impiegato quarantenne iperormonico e ben deciso a sistemarsi comodamente tra gli agi che le ricche ereditiere gli offrono. Caffè, sesso e molto vino: ‘brachetto’, per la precisione. È proprio dopo una eccessiva libagione che il ‘make lover’ se la vedrà brutta”.

Tognazzi in Venga a prendere il caffè da noi
L’articolo pubblicato sulla Stampa del 21 settembre 1970 in occasione della presentazione del film

Dario Buzzolan, sulla Stampa Sera del 23 ottobre 1991, ci andava ancora più pesante: “Una commedia grottesca, grassoccia e tutta sopra le righe, il cui scopo, oltre a quello sempre lodevole di far ridere, è anche di tracciare un paradossale ritratto della provincia e di certi piccoli arrivisti. Tognazzi […] sposa una delle sorelle, con disappunto delle altre due. Ma al ritorno dal viaggio di nozze la sua attività erotica avrà via via una spinta ad ampliarsi e a soddisfare sistematicamente anche le altre due, e poco dopo pure la servetta, alternando il tutto a sempre più robusti pranzi e cene”.

Ugo Tognazzi in Venga a prendere il caffè da noi
L’articolo di Dario Buzzolan su Stampa Sera del 23 ottobre 1991

Su L’Unità del 3 gennaio 1999, Cristiana Paternò parlava di Venga a prendere il caffè da noi come di un film che rappresentava una “Lombardia bacchettona ma fin troppo ammiccante”, “dove il galletto di turno è l’insaziabile ragionier Emerenziano Paronzini di Ugo Tognazzi, diviso tra tre sorelle non belle ma stuzzicanti”.

Venga a prendere il caffè da noi
L’articolo di Cristiana Paternò sull’Unità del 3 gennaio del 1999 che parla di Venga a prendere il caffè da noi

La pellicola, diretta da Alberto Lattuada, era tratta del romanzo La spartizione, di Piero Chiara.

Le scene nel monastero

I locali del Monastero della Misericordia di Missaglia erano stati scelti per riprodurre gli interni di un convento abbandonato, proprio come nella realtà.

Il monastero di Missaglia nel film
Il chiostro del monastero immortalato nel film

Nel convento una delle tre sorelle Tettamanzi, Tarasilla (interpretata da Francesca Romana Coluzzi), perde la verginità con Paolino, un giovanetto del posto (impersonato dall’attore francese Jean Jacques Fourgeaud).

Scoperti i piaceri della carne dopo una vita morigerata trascorsa unicamente in compagnia del padre e delle sorelle, Tarsilla avvia con Paolino una relazione passionale, che si consuma proprio all’interno del convento.

Il Monastero della Misericordia di Missaglia in Venga a prendere il caffè da noi
Jean Jacques Fourgeaud e Francesca Romana Coluzzi all’interno del convento

Lo scopo di Paolino, però, è solo quello di sposare Tarsilla per arrivare al suo ricco patrimonio di ereditiera.

Ecco perché il giovane invia una lettera anonima al parroco del paese, in cui racconta che ogni giovedì alle 3 del pomeriggio la chiesa viene profanata da Tarsilla e dal suo amante. Lo scopo è chiaro: se lo scandalo venisse allo scoperto, Tarsilla per rimediare non potrebbe far altro che sposare Paolino.

Francesca Romana Coluzzi a Missaglia
Un’altra scena ambienta nel monastero

Il parroco, dunque, si apposta all’interno del convento nascondendosi in un armadio, in attesa della coppia. Dopo aver scoperto che ciò che gli era stato raccontato nella missiva è vero, si fa goffamente scoprire dai due amanti.

A quel punto Tarsilla viene a sapere della lettera anonima, ma leggendola scopre un dettaglio che le fa capire che a scriverla era stato proprio Paolino, il cui progetto così va in fumo.

Film di Tognazzi nel Monastero della Misericordia
Il cortile interno del monastero

Tutte queste scene vennero girate all’interno del monastero. Ma, sia chiaro, al di là della vicenda pruriginosa, non ci sono scene di nudo o particolari osé. Tutto è lasciato all’immaginazione del pubblico!

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È curioso notare che alcuni dialoghi del film sembrano descrivere la situazione reale del monastero missagliese di quei tempi.

“Cos’è, hai paura di svegliare le monache?”, chiede Paolino entrando. “No, il convento è sconsacrato da 20 anni. Ma è meglio essere prudenti”, risponde Tersilla. “È ancora il vecchio convento. Quando è chiusa la biblioteca nessuno può entrare”.

E poi di nuovo Paolino, osservando la confusione e il disordine all’interno: “Che burdel, l’è il deposito del rutamat. Che casino! Dai, vieni che ti confesso!”.

Film girato a Missaglia
Gli interni in disordine del convento immortalati nel film

In effetti all’epoca il monastero era davvero in stato di abbandono e in condizioni pessime, ridotto addirittura a deposito di rifiuti provenienti dagli appartamenti che erano stati realizzati nel complesso nel secondo dopoguerra.

Oggi, per fortuna, non è più così, e guardando il convento riportato al suo antico splendore, possiamo pensare a quando – poco più di mezzo secolo fa – diventò a suo modo una star del cinema.

Nel film, tra l’altro, recitò anche un missagliese: Giacomo Mor, chiamato a interpretare il ruolo del sacrestano. Mor, che all’epoca abitava nel monastero, venne scelto direttamente dal regista Lattuada, che era stato favorevolmente colpito dalla sua fisicità e dalla sua genuinità.

Monastero della Misericordia di Missaglia: come arrivare

Il Monastero della Misericordia di Missaglia si trova all’incrocio tra via della Misericordia e via Europa.

Il Monastero della Misericordia di Missaglia
Il monastero oggi

Se vuoi vederlo da vicino e decidi di arrivare a Missaglia in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via della Misericordia.

Scegliendo di arrivare a Missaglia in autobus, invece, ti conviene utilizzare la linea C47 e scendere alla fermata di piazza Cioja. Da qui, imbocca via Marconi e poi gira a destra in via della Misericordia: troverai il monastero sulla tua sinistra.

Infine, nel caso in cui tu abbia in mente di arrivare a Missaglia in treno, dovrai fare riferimento alla stazione di Besana in Brianza, che però si trova a circa 4 chilometri di distanza. Uscendo dalla stazione di Besana, imbocca davanti a te via Dante e continua fino alla seconda rotonda: qui svolta a sinistra in viale Kennedy. Ora vai sempre dritto: supera due rotonde e poi gira a destra in via Europa. Arrivato in fondo a questa strada, vedrai il monastero proprio di fronte a te.

Se sei curioso di conoscere le origini e la storia del monastero e tutte le vicissitudini che lo hanno visto protagonista dal XV secolo in poi, ti basta leggere il post qui sotto: scoprirai curiosità e dettagli sorprendenti!

Che cosa vedere a Missaglia

Dopo aver scoperto il Monastero della Misericordia di Missaglia, perché non ti concedi un tour fra gli altri edifici storici del paese? Cliccando sul post qui sotto hai la possibilità di sapere che cosa vedere a Missaglia tra chiese, ville antiche, murales e sentieri immersi nei boschi del Parco del Curone.






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