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La villa di Pietro Anderloni a Cabiate

Pietro Anderloni a Cabiate: Villa Anderloni

Villa Anderloni a Cabiate è stata la dimora brianzola di Pietro Anderloni, artista lombardo vissuto nella prima metà del XIX secolo. La sua è stata una vita davvero avventurosa, tra viaggi, opere d’arte, figli smarriti e poi ritrovati, malattie, guarigioni e amicizie speciali: ti parlo di tutto questo (e molto altro) nel resto del post.

Chi era Pietro Anderloni

Tre medaglioni in terracotta che raffigurano Michelangelo, Raffaello e Galileo: presta attenzione a questi tre curiosi dettagli se ti capiterà di osservare da vicino Villa Anderloni a Cabiate.

Villa Anderloni: Galileo
Il medaglione che raffigura Galileo sulla facciata di Villa Anderloni

Situata a pochi passi dal nucleo storico del paese e dai boschi del Parco della Brughiera Briantea, la villa appartenne nell’Ottocento a Pietro Anderloni, celebre copista e pittore.

Anderloni era nato il 12 ottobre del 1785 a Sant’Eufemia, località del Bresciano dove il padre Giovan Battista – benestante proprietario terriero – aveva una dimora di campagna.

Pietro era ultimo di 7 figli, e uno di loro, Faustino, aveva fatto fortuna come incisore: nel 1801 sarebbe stato nominato professore di disegno all’Università di Pavia dal governo della Repubblica Cisalpina.

Anche Pietro venne avviato dal padre alla carriera dell’incisione, e apprese l’arte a Brescia presso il pittore veneziano Stefano Pollazzi.

Quando Faustino iniziò a insegnare a Pavia, il giovane Pietro – allora sedicenne – lo seguì e divenne uno dei suoi allievi.

Nel 1803 si cimentò in un ritratto del missionario Francesco Checchi, per poi cominciare a collaborare ai lavori del fratello Faustino: nel 1804, per esempio si dedicò alle tavole dell’opera di Antonio Scarpa Sull’aneurisma: riflessioni ed osservazioni anatomico-chirurgiche.

Pietro Anderloni a Milano

Faustino si convinse a mandare Pietro a Milano, affinché potesse completare la propria educazione artistica all’Accademia delle Belle Arti.

Pietro frequentò per nove anni la scuola di Giuseppe Longhi, con il quale nel 1808 incise la Visione di Ezechiele di Raffaello.

Poco dopo eseguì – su commissione del viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais – il quadro della Battaglia d’Eylau, raffigurando Napoleone in visita con il suo seguito al campo di battaglia: un’opera che gli valse una medaglia d’oro regalatagli direttamente dal viceré a nome dell’imperatore.

Divenuto nel 1814 socio onorario dell’Accademia di Belle Arti di Milano e socio corrispondente dell’Ateneo di Brescia, Anderloni venne però colpito da una grave malattia che per diversi mesi gli impedì di lavorare, e dalla quale guarì grazie alle cure di quell’Antonio Scarpa – professore di Anatomia all’Università di Pavia – per il quale aveva realizzato le prime tavole della sua carriera.

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Amico del pittore Andrea Appiani, del romanziere Tommaso Grossi e del poeta satirico Carlo Porta, Pietro nel 1824 si sposò con Felicita Negri, sorella di Cristoforo Negri (politico, scrittore e primo presidente della Società Geografica Italiana).

Per il viaggio di nozze andò a Roma, dove rimase per otto mesi: trascorse la maggior parte del tempo nelle gallerie e nelle sale vaticane per ammirare le tele e gli affreschi di Raffaello, che egli reputava maestro di grazia e armonia.

Divenne poi professore all’Accademia delle Belle Arti di Milano e socio d’onore di varie accademie d’Europa, fra le quali quelle di Berlino, di Firenze, di Parigi e di Vienna. Nel 1846 si ammalò di nuovo, ma riuscì a riprendersi.

Michelangelo a Villa Anderloni
Il medaglione che raffigura Michelangelo su Villa Anderloni

Due anni più tardi, la rivoluzione del 1848 e le Cinque Giornate di Milano lo motivarono a esporsi per la patria; e così, anche se in passato aveva dedicato le sue migliori incisioni agli imperatori e ai principi austriaci, ricevendo in cambio omaggi e onori, sostenne economicamente la popolazione milanese, donando sia i regali che le medaglie vinte nei concorsi, e perfino l’argenteria di casa e i gioielli della moglie, a sua volta animata dallo stesso entusiasmo patriottico.

Anche suo figlio Ferdinando, che aveva solo 18 anni, si arruolò nel battaglione degli studenti. Per tre mesi non si seppe nulla di lui; ma alla fine Pietro, approfittando della reputazione di cui godeva e delle potenti amicizie su cui poteva contare, riuscì a sapere la verità: trovò il figlio all’ospedale di Piacenza intento a curare un amico e compagno d’armi.

Pietro Anderloni a Cabiate

Ma a Pietro Anderloni non restava molto da vivere. Trascorse gli ultimi mesi nella villa di Cabiate, dove morì il 13 ottobre del 1849.

Cabiate, Villa Anderloni
La villa di Pietro Anderloni a Cabiate

Lasciò sette figli:

  • Maria, che a 21 anni andò in clausura a Soresina con le monache della Visitazione per poi essere eletta superiora;
  • Giuseppina, che si sposò con Luigi Bellavite, professore dell’Università di Padova;
  • Ferdinando, che dopo essersi arruolato nel corpo degli studenti lombardi fu professore di Giurisprudenza e avvocato;
  • Faustino, che durante gli studi di ingegneria contribuì alla realizzazione del tronco ferroviario Milano-Como e in seguito tracciò la strada ferrata d’Istria;
  • Luigia, che dedicò la vita alla famiglia, facendo compagnia prima ai fratelli e poi ai nipoti;
  • Giovan Battista, che ebbe una brillante carriera militare durante le guerre per l’Unità d’Italia;
  • Antonio, che a sua volta intraprese la carriera militare.

A Cabiate, insomma, si è fatto un pezzo di storia d’Italia.

Villa Anderloni a Cabiate: come arrivare

Villa Anderloni a Cabiate si trova in via Magenta 10. Attualmente è un’abitazione privata; pertanto puoi osservarla solo da fuori.

La villa di Pietro Anderloni a Cabiate
Villa Anderloni

Se hai intenzione di ammirarla da vicino e hai in mente di arrivare a Cabiate in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Magenta.

Nel caso in cui tu voglia arrivare a Cabiate in treno, puoi fare riferimento alla stazione cittadina. Uscito dalla stazione di Cabiate, gira a sinistra e – superata la rotonda – imbocca via Grandi. Poi prendi la prima strada a destra, via Tasso: al primo incrocio, trovi via Magenta e Villa Anderloni alla tua sinistra.

Preferisci arrivare a Cabiate in autobus? Ti conviene utilizzare la linea C80 e scendere alla fermata stazione Trenord di Cabiate. Da qui, attraversa la rotonda e imbocca via Grandi; quindi svolta a destra in via Tasso e prendi la prima strada a sinistra, via Magenta. Vedrai Villa Anderloni subito alla tua destra.

Che cosa vedere a Cabiate

Partendo da Villa Anderloni a Cabiate potresti concederti una passeggiata alla scoperta di tutti gli altri luoghi di interesse storico e artistico del paese, oppure lungo i sentieri del Parco della Brughiera Briantea. Per sapere che cosa vedere a Cabiate, dai uno sguardo al post qui sotto, che ti segnala anche dove puoi fermarti a mangiare nei dintorni.

Che cosa fare a Cabiate: guida per turisti




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