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Centro storico di Seregno, la Chiesa di San Vittore

Centro storico di Seregno: la Chiesa di San Vittore

Hai mai notato, nel centro storico storico di Seregno, una curiosa abitazione dalla pianta semicircolare di fianco alla Torre del Barbarossa? Ebbene, un tempo quella non era una casa, ma l’imponente abside semicircolare dell’antica Chiesa di San Vittore. Oggi la chiesa non esiste più, per un motivo davvero curioso: te lo racconto in questo post.

L’antica Chiesa di San Vittore di Seregno

Dell’antica Chiesa di San Vittore di Seregno oggi resta solo una parte dell’abside, di cui sono visibili gli enormi blocchi di ceppo e pietra levigati: puoi osservarla in largo San Vittore, dove si trova la Torre del Barbarossa.

Centro storico di Seregno, la Chiesa di San Vittore
L’abside semicircolare della Chiesa di San Vittore

La stessa torre, che in origine faceva probabilmente parte di un castello, venne utilizzata come campanile della chiesa.

Centro storico di Seregno, la Torre del Barbarossa
La Torre del Barbarossa

Se poi ti lasci l’abside e la torre sulla sinistra e giri in vicolo Pozzo, puoi notare al civico 4 un’altra parte originale dell’antica chiesa: in una rientranza c’è un masso che riporta la data “1594”.

Seregno, la Chiesa di San Vittore
Il masso con la data 1594

Proprio alla fine del Cinquecento cominciarono i lavori di ampliamento di questa chiesa, guidati dal biraghese Giovanni Battista Lonati, che era l’architetto di fiducia di Giorgio Manriquez. Quest’ultimo era, all’epoca, il feudatario della pieve di Desio, di cui faceva parte anche il territorio di Seregno.

Il padre di Giorgio Manriquez era arrivato in Italia al seguito di Carlo V, che lo aveva nominato generale di artiglieria e ambasciatore speciale della Spagna alle corti di Mantova e di Ferrara.

Centro storico di Seregno: perché la Chiesa di San Vittore non esiste più

Ma perché la Chiesa di San Vittore non esiste più? Beh, è proprio il caso di dire che fu una questione di… campanilismo.

I parrocchiani della Chiesa di San Vittore, infatti, erano acerrimi rivali dei parrocchiani dell’altra chiesa di Seregno, intitolata a Sant’Ambrogio (che si affacciava sull’attuale piazza Italia; in via Lamarmora oggi c’è un cartello turistico a segnalarlo).

Centro storico di Seregno, la Chiesa di Sant'Ambrogio
Ciò che rimane dell’antica Chiesa di Sant’Ambrogio nel centro storico di Seregno

I contrasti riguardavano, tra l’altro, il diritto di precedenza nelle processioni.

Ora, resta da capire per quale motivo in un borgo come quello di Seregno ai tempi ci fossero due chiese, per di più con identiche caratteristiche parrocchiali e situate a poche decine di metri di distanza l’una dall’altra. La presenza delle due chiese è testimoniata a partire da metà del Cinquecento, ma di sicuro ha origini più antiche.

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Il fatto è davvero strano, anche perché l’organizzazione ecclesiastica prevedeva la presenza all’interno di un borgo di una parrocchia sola, dipendente dal capo-pieve, che a sua volta dipendeva dal vescovo.

Perché ci fossero due parrocchie, insomma, non si sa: quel che è certo è che attorno a ognuna delle due chiese si era formata una cerchia di fedeli molto… fedeli. Tifosi accaniti, potremmo dire.

I due gruppi ben presto si trovarono contrapposti, al punto che già nel 1546 l’autorità ecclesiastica, con l’intento di far terminare le continue dispute, dichiarando la superiorità della Chiesa di San Vittore stabilì che il curato di Sant’Ambrogio avrebbe dovuto sottoporre ogni iniziativa pastorale al rettore di San Vittore.

La Chiesa di San Vittore di Seregno
L’abside della Chiesa di San Vittore vista da vicolo Pozzo

Ma questo non bastò per giungere a una riconciliazione. Ci provò allora San Carlo Borromeo, che giunse a Seregno nel 1579 e suggerì di dividere il borgo in due zone, così da giustificare l’esistenza delle due chiese. Anche per lui, comunque, la Chiesa di San Vittore avrebbe dovuto mantenere il primato, essendo la sola sede battesimale.

Niente da fare, però. Addirittura nella primavera del 1588, dopo una processione che aveva visto sfilare le due parrocchie insieme, all’interno della Chiesa di Sant’Ambrogio si verificò una rissa. Il parroco di San Vittore, don Francesco Bugatti, con l’intento di dimostrare la supremazia della sua chiesa proibì al curato di Sant’Ambrogio di dire messa, spingendolo via dall’altare. Don Francesco fu perfino processato e condannato.

Nel 1604, il cardinale Federico Borromeo abolì le due parrocchie e creò un beneficio unico, con un rettore solo assistito da un coadiutore di San Vittore e uno di Sant’Ambrogio.

La tregua durò ben poco: nel 1625 il baldacchino di San Vittore venne rubato dai confratelli di Sant’Ambrogio. I disordini si ripeterono negli anni, ed erano praticamente all’ordine del giorno.

A giugno del 1750, in occasione di un funerale un parrocchiano di Sant’Ambrogio strappò la croce a un confratello di San Vittore che la stava portando; lo stesso accadde pochi giorni dopo durante un altro funerale.

Un anno più tardi la scena fu replicata durante il funerale di una bambina, con i confratelli di San Vittore che si trovarono costretti a fuggire. Le carte dell’archivio parrocchiale di Seregno, nel raccontare l’episodio, riportano che i parrocchiani di San Vittore scelsero di non vendicarsi per evitare un omicidio.

La situazione, insomma, era grave.

Così, nel 1768 le autorità civili e religiose, per una volta di comune accordo, scelsero di sopprimere tutte e due le chiese. Da una parte il conte Carlo Giuseppe di Firmian, governatore generale della Lombardia austriaca e ministro plenipotenziario; dall’altra Giuseppe Pozzobonelli, arcivescovo di Milano. Entrambi avevano concordato sulla necessità di troncare in maniera definitiva le rivalità tra i parrocchiani seregnesi.

Nel mese di aprile del 1768 arrivarono a Seregno un delegato del governo e un delegato dell’arcivescovo che invitarono i due parroci ad abbandonare il borgo.

Il 23 luglio di quell’anno, nel cortile della casa del marchese Castelli – che oggi si affaccia su corso del Popolo – il Vicario Foraneo di Desio (rappresentante dell’arcivescovo Pozzobonelli) accanto al conte Parravicini (regio Capitano di Giustizia) lesse la bolla arcivescovile con la quale le confraternite di Sant’Ambrogio e di San Vittore venivano soppresse.

Palazzo Marchesi Castelli a Seregno
L’ingresso del palazzo dei marchesi Castelli come appare oggi

Entrambe le chiese furono sconsacrate e vendute, e la stessa sorte toccò alle opere d’arte e agli arredi che le decoravano. In seguito gli edifici furono profondamente ristrutturati, diventando delle abitazioni.

Nel frattempo, un’altra chiesa parrocchiale veniva costruita esattamente a metà strada fra la Chiesa di San Vittore e la Chiesa di Sant’Ambrogio, grazie al denaro ricavato dalla vendita all’asta dei beni appartenuti alle confraternite soppresse: intitolata a San Giuseppe, la nuova chiesa venne inaugurata il 6 maggio del 1781. Puoi ammirarla ancora oggi, ovviamente: è la Basilica di San Giuseppe.

Centro storico di Seregno, la Basilica di San Giuseppe
La Basilica di San Giuseppe

Centro storico di Seregno: la Basilica di San Giuseppe

Anche la Basilica di San Giuseppe si trova nel centro storico di Seregno, a poche decine di metri dalla Torre del Barbarossa e da ciò che rimane della Chiesa di San Vittore. Se vuoi conoscere la sua storia, e scoprire le tante opere d’arte che la decorano, puoi leggere l’approfondimento che le ho dedicato nel post qui sotto.

Che cosa vedere a Seregno

Nel centro storico di Seregno c’è molto altro da scoprire oltre alla Torre del Barbarossa, alla Chiesa di San Vittore e alla Basilica di San Giuseppe. Vuoi sapere cosa? Leggi il post qui sotto, che ti suggerisce che cosa vedere a Seregno (e anche dove puoi fermarti a pranzo o a cena in città).





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Un’ultima cosa: se vuoi conoscere più da vicino la storia di Seregno e dei suoi monumenti puoi leggere il libro di Sergio Gatti L’oratorio dei santi Rocco e Sebastiano a Seregno, che mi è stato di grande aiuto per la redazione di questo post.

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