Home » Provincia di Monza » Misinto » Misinto: 6 curiosità che ti stupiranno
Misinto, il murales per Angelo Bergamonti

Misinto: 6 curiosità che ti stupiranno

Hai voglia di scoprire la storia di Misinto? In questo post ti propongo cinque curiosità (più una) che ti permetteranno di conoscere il passato del paese, da quando era un feudo di proprietà della famiglia Carcassola tra il XVI e il XVIII secolo fino alla fusione con Lazzate, decretata nel 1869 e annullata nel 1905.

Le origini del nome Misinto

Il documento più antico che testimonia l’esistenza di un paese chiamato Misinto è il Codex Langobardorum del 926.

Il nome Misinto deriva con tutta probabilità dal latino Medius Cinctus, espressione che indicava un locus medius cintus, cioè un luogo situato nel mezzo. Nel mezzo di cosa? Di boschi e pinete, che un tempo circondavano il nucleo abitato.

In seguito – come racconta Celestino Longoni nella sua Storia di Misinto – il nome si è trasformato in Mediosente, e poi in Misente.

[Hai già conosciuto la pagina Facebook di Viaggiare in Brianza? Ogni giorno ti propone nuovi contenuti, con suggerimenti per le tue gite, curiosità storiche e notizie sugli eventi da non perdere vicino a Milano. Diventa follower per rimanere sempre aggiornato!]

Nel XIII secolo, il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani cita il paese come Misentis, mentre fra il Quattrocento e il Cinquecento in documenti ufficiali si trova la forma Mixintum.

Negli annali del Duomo del 1555, per esempio, viene menzionato Jeronimo de Mixinti, cioè Gerolamo da Misinto, detto il Geronimo. Maestro di scultura, scalpellino e “lapicida” (cioè tagliapietre), egli operò a Milano e fu impegnato nella costruzione del Duomo; nel 1563 fu nominato maestro dei fanciulli apprendisti di scultura, mentre dieci anni più tardi ricevette – insieme con il nipote Bernardo da Misinto – l’incarico di lavorare per il castello di Porta Giovia, sempre a Milano.

Misinto e i Carcassola

Nella prima metà del Cinquecento, Misinto era – con Birago e Lazzate – un feudo dei Biraghi. Dopo il 1538 passò sotto il dominio della famiglia Carcassola, che oltre a godere del diritto sui vari redditi esercitava anche il potere civile.

I Carcassola furono i signori di Misinto anche nel XVII secolo e nel XVIII secolo: lo sappiamo grazie a un documento del 28 marzo del 1626 che sanciva la divisione del feudo della Pieve di Seveso tra Giulio Arese (padre del conte Bartolomeo) e i fratelli Ottavio e Antonio Carcassola. A questi ultimi spettarono, oltre a Misinto, anche i feudi di Ceriano, San Dalmazio, Lazzate, Copreno, Solaro, Farga, Cimnago e Lentate.

Un Regio Ducal Magistrato Camerale del 12 marzo del 1782, invece, stabilì l’assegnazione di Misinto al marchese Antonio Carcassola.

Le epidemie dell’Ottocento

Nel XIX secolo il paese fu stravolto da molteplici epidemie. Tra il 1867 e il 1873, per esempio, Misinto fu colpita prima dal colera e poi dal tifo petecchiale.

Tra le vittime ci fu anche don Camillo Longoni, che era stato contagiato mentre era in mezzo ai malati per curarli. Il suo feretro fu accompagnato al cimitero dalla maggior parte della popolazione, nonostante l’autorità sanitaria avesse deciso che i morti di tifo dovessero essere portati al camposanto in forma privata e di notte.

La chiesa parrocchiale di Misinto
La chiesa parrocchiale di Misinto

Nel 1884, le autorità comunali paventando la ricomparsa del colera fecero realizzare un piccolo ospedale da campo nei pressi del laghetto Maggi.

A dir la verità, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento esisteva già l’ospedale di Saronno, che tuttavia accoglieva unicamente la popolazione locale: i malati di Misinto, quindi, dovevano essere trasportati fino a Milano.

La grandinata del 1890

Il 4 agosto del 1890, Misinto fu devastato da una violenta grandinata che distrusse l’intero raccolto causando gravi danni ai gelsi.

Le ripercussioni di questo evento si protrassero per mesi, con un evidente rallentamento dell’allevamento dei bachi da seta, che al tempo rappresentava, insieme con la coltivazione del grano, la principale attività economica della popolazione.

Fu per questo che si organizzò la prima lotteria di beneficenza della storia del paese: ne scaturì un ricavo di 1.640 lire, e i soldi vennero impiegati per l’acquisto di riso destinato alle famiglie bisognose.

L’unione con Lazzate

Nel frattempo, dal 14 febbraio del 1869 il paese di Misinto era stato unito a quello di Lazzate, con la sede comunale insediata proprio a Misinto.

L’8 giugno del 1905, Misinto tornò a essere un Comune distinto rispetto a Lazzate.

Tuttavia agli inizi degli anni ’30 sembrò in procinto di concretizzarsi una nuova riunificazione, quando una delibera del podestà di Misinto impose di trasferire la sede comunale nell’edificio municipale di Lazzate che era appena stato realizzato.

La popolazione locale dimostrò di non gradire, e in più occasioni si rivolse al prefetto per chiedere la revoca della delibera.

Tali richieste, però, non ebbero effetto. Il 17 ottobre del 1931 giunse in paese il vice prefetto, con l’intento di rasserenare gli animi: anche in questo caso senza esito, come dimostrò la protesta che ne seguì.

Alla fine, il 10 novembre i misintesi inviarono una missiva direttamente a Mussolini, e tutto si risolse: su ordine di Roma, il prefetto di Milano chiese al podestà di lasciare il municipio nella sede di Misinto.

Perché gli abitanti di Misinto vengono chiamati scurbat

Infine, una curiosità: gli abitanti di Misinto sono soprannominati scurbat, cioè corvi.

Forse questo soprannome deriva dalla presenza, nei tempi passati, di stormi di corvi che erano soliti sostare nelle campagne attorno al paese, causando danni ingenti alle coltivazioni.

Misinto, il murales per Angelo Bergamonti
Il murale dedicato ad Angelo Bergamonti: uno dei posti da vedere a Misinto

E mentre i misintesi erano scurbat, i cogliatesi erano büscit (cioè vitelli), i cerianesi “anedit” (cioè anatroccoli), i lazzatesi “” (cioè buoi) e i biraghesi cucù.






Spero che ti sia piaciuto questo post! Se hai voglia di supportare il progetto di Viaggiare in Brianza, hai l’opportunità di farlo cliccando qui sopra e lasciando una donazione: la utilizzerò per pagare le spese di gestione del sito.

Se invece desideri scrivermi, puoi farlo cliccando qui sotto oppure contattandomi su Facebook, Instagram e Twitter. Ti risponderò al più presto!

Scrivimi!

Viaggiare in Brianza può aiutarti a promuovere la tua attività: scrivimi per sapere come far conoscere il tuo business, i tuoi prodotti e i tuoi servizi a decine di migliaia di lettori!

Ti è piaciuto questo post? Fallo conoscere ai tuoi amici!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *