Il municipio di Briosco è uno dei tanti gioielli della Brianza: in questo post ti racconterò la storia di questo edificio, risalente a più di 150 anni fa, e ti mostrerò alcune delle più affascinanti opere d’arte ospitate al suo interno. Quadri, bassorilievi e tante altre creazioni suggestive e meravigliose: sei pronto a scoprirle tutte?
Tutto quello che ti serve sapere
La storia del municipio di Briosco
Ha più di un secolo e mezzo di vita l’edificio che ospita il municipio di Briosco: fu costruito, infatti, tra il 1867 e il 1868.
Fino alla metà dell’Ottocento, non era mai esistita una vera e propria sede comunale a Briosco: un po’ perché la struttura organizzativa di quei tempi era molto più semplice di quella attuale, un po’ perché le risorse, i mezzi e gli uomini a disposizione erano davvero pochi.
Semplicemente, i registri e i documenti venivano ospitati di volta in volta nella casa di un nobile o di chi ricopriva una funzione pubblica.
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Le cose cambiarono, però, dopo che la Lombardia fu annessa al Regno di Sardegna e con la nascita del Regno d’Italia: un nuovo Paese aveva bisogno di una maggiore omogeneità dal punto di vista amministrativo.
Pertanto, anche a Briosco si pensò di dare una struttura più solida all’istituzione comunale: il che rese necessario realizzare una vera e propria sede.
Per la verità un ufficio comunale esisteva già nel 1860, e si trovava nell’attuale piazza della Chiesa.
Tuttavia, si trattava di un solo locale, per giunta di piccole dimensioni: insufficiente per le crescenti necessità dell’epoca.
Ecco, quindi, che l’amministrazione brioschese pensò di realizzare un nuovo edificio in cui potessero trovare posto non solo gli uffici comunali, ma anche le scuole e il Corpo della Guardia Nazionale, un’istituzione paramilitare che però in paese avrebbe conosciuto un rapido declino: nel 1861 i brioschesi iscritti erano 116, ma già nel 1866 erano solo 35.
Il progetto per la costruzione della casa comunale fu affidato a Felice Beretta, un ingegnere di Merate: fu lui, insieme con i componenti della Giunta Comunale, a scegliere come sede il terreno tra il giardino di Villa Bolognini (l’attuale Villa Medici) e il caseggiato rurale di proprietà del Seminario Maggiore di Milano (corrispondente all’odierna palazzina di via Trieste 40).
Il 26 febbraio del 1864 il rettore del Seminario, don Carlo Cassina, vendette al sindaco di Briosco Eugenio Porro Lodi il terreno a un costo di 458 lire e 33 centesimi, concedendo gratuitamente anche l’area che corrisponde oggi al piccolo piazzale davanti al municipio. A patto, però, che qui non venisse costruito nulla.
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Nell’autunno del 1865 Beretta presentò alla Giunta il suo progetto. Anzi, i suoi progetti: due, per la precisione. Fu scelta l’opzione più costosa: un edificio a due piani (più il piano terra) con alcuni locali che avrebbero potuto essere adibiti ad alloggio degli impiegati comunali.
Il 22 febbraio del 1867, dunque, il Consiglio Comunale approvò il mutuo da 7mila lire acceso con la Cassa di Risparmio di Milano per poi pubblicare l’avviso d’asta per appaltare i lavori.
L’asta si svolse si svolse l’11 marzo del 1867 con il metodo della candela vergine, che all’epoca era uno dei sistemi più utilizzati nelle aste che venivano indette dagli enti pubblici.
Funzionava così: quando un concorrente annunciava a voce un’offerta, veniva accesa una candela; gli altri concorrenti, a quel punto, avrebbero dovuto presentare una nuova offerta prima dello spegnimento della candela. Se nessuno rilanciava, veniva accolta l’offerta iniziale.
La base di partenza era di 13.196 lire e 31 centesimi, ma nessuno presentò un’offerta. Una nuova asta venne indetta quindi per il 10 aprile, questa volta per una base di partenza di 12.022 lire.
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Vi presero parte nove ditte, e ad aggiudicarsi i lavori fu – tra una candela accesa e l’altra, con ribassi che per regolamento dovevano essere almeno di 5 lire ogni volta – il capomastro di Zoccorino Giuseppe Monti, per un importo di 11.490 lire. I lavori cominciarono il 26 maggio e terminarono nel giugno del 1868: così sorse il municipio di Briosco.
Ad assumere la direzione dei lavori, però, non fu Beretta (forse morto nel frattempo, o forse entrato in contrasto con i committenti), ma Achille Todani, ingegnere milanese.
Per disegnare il portale dell’edificio, egli molto probabilmente tenne in considerazione quello dell’Oratorio di San Giuseppe annesso a Villa Medici, situato dalla parte opposta della strada, così da garantire una sorta di simmetria.
Una volta ultimato, il municipio ospitava, nel settore di destra, i locali destinati al Corpo della Guardia Nazionale e, in quello di sinistra, l’ambiente adibito a scuola maschile: una sola stanza di 10 x 6 metri. Al primo piano, sopra i locali della Guardia Nazionale c’era la Sala delle Elezioni; sopra la scuola maschile, invece, c’era quella femminile.
All’esterno, il grande oculo che ancora adesso caratterizza il frontone sulla parte superiore della facciata avrebbe dovuto ospitare un orologio pubblico. Tuttavia l’orologio non venne mai installato, forse anche perché l’amministrazione comunale doveva già pagare l’installazione e la manutenzione dell’orologio del campanile della chiesa.
Negli anni Settanta dell’Ottocento, i locali destinati alla Guardia Nazionale – che nel frattempo era stata sciolta – accolsero le attrezzature della pesa pubblica e l’ufficio postale, che sarebbe rimasto qui fino al 1985.
A partire dal 1886, tre locali della casa comunale furono assegnati ad Anna Fornasiero, giovane triestina che vinse il concorso indetto per il ruolo di levatrice: avrebbe rivestito questo compito per più di 40 anni.
Le sole due stanze per le scuole, invece, con il tempo risultarono insufficienti: per questo vennero utilizzati anche altri locali dell’edificio fino agli anni Trenta del Novecento, quando furono inaugurati nuovi edifici scolastici.
Oggi, nei locali del municipio sono esposte numerose opere d’arte antiche e moderne che rendono l’edificio una vera e propria location turistica.
Municipio di Briosco: la sala consiliare
La sala consiliare del municipio di Briosco ospita una pala d’altare dei primi anni del XIX secolo che raffigura San Giovanni Battista: l’autore è il lombardo Sigismondo Nappi.
Il dipinto proviene dalla cappella gentilizia di Villa Annoni, intitolata appunto a San Giovanni Battista, fatta edificare nella prima metà del XVIII secolo dal nobile Giovanni Battista Annoni.
Nappi, originario di Milano, studiò all’Accademia di Brera con Luigi Sabatelli e poi alla scuola di Pelagio Palagi. Morì nel 1832, ad appena 28 anni.
La sala consiliare accoglie anche quattro pannelli in cotto realizzati dallo scultore di Meda Alberto Ceppi, presentati come Omaggio a Briosco. Rappresentano Storia, Paesaggio, Lavoro e Tradizioni.
Le opere d’arte del municipio di Briosco
Oltre alla sala consiliare, anche gli altri ambienti del municipio di Briosco sono abbelliti da preziose opere d’arte. Molte di queste sono state realizzate o donate da Augusto Rebattini.
Chi era Rebattini? Nato nel 1890 a Milano, da ragazzino apprese l’arte della riproduzione di statue antiche in gesso alla Gipsoteca Vallardi.
In seguito diventò allievo di Guido Persico, con il quale nel 1922 fondò a Fornaci di Briosco una ditta di manifattura ceramica. Nel 1938 diede vita a un laboratorio, la Fornace Aristica, che esiste ancora oggi. Dal 1947 guidò la fornace da solo, per via dei problemi di salute di Persico, e negli anni ’60 la cedette a Carlo Riva.
Un dono di Rebattini è, per esempio, Tribù di negri, di Angelo Casati. Nato a Lurago d’Erba nel 1915 e morto a Inverigo nel 1998, Casati studiò a Firenze e in seguito all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Fu scultore in marmo e bronzo, per poi dedicarsi alla ceramica presso la Fornace Artistica. Casati fu particolarmente legato a Rebattini: realizzò anche il ritratto in bronzo a lui dedicato nel cimitero di Briosco, dove c’è anche la tomba in marmo di Carrara in cui riposa la figlia di Augusto, Artesia, realizzata sempre dallo scultore comasco.
Fra i doni di Rebattini ci sono, poi, due opere di Carlo Conte che raffigurano I miracoli di S. Antonio: Il miracolo della tempesta e La predicazione ai pesci. Nato nel 1898, Conte era uno scultore trevigiano originario di Moriago. Studiò a Venezia e a Milano; fu anche pittore ed espose in tutto il mondo, da New York a Parigi. La sua produzione fu per la maggior parte costituita da opere in gesso e da bronzi di carattere religioso.
Dono di Rebattini è, infine, il San Francesco di Giuseppe Scalvini. Nato a Milano nel 1908, Scalvini frequentò l’Accademia di Brera divenendo un apprezzato decoratore e scultore. Realizzò, per esempio, i due angeli del timpano del frontone della Basilica dei Santi Siro e Materno di Desio. Proprio a Desio si trova il Museo Scalvini, una collezione di 35 sculture e 15 disegni esposti all’interno di Villa Cusani Tittoni Traversi.
Di recente, anche l’artista Sergio Elli ha donato due sue opere al municipio di Briosco.
Le pietre di inciampo
Davanti al municipio di Briosco sono presenti due pietre di inciampo in ricordo di due brioschesi che furono deportati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Riccardo Ronzoni, nato a Briosco il 19 settembre del 1911, fu arrestato a Peschiera del Garda e il 22 settembre del 1943 venne immatricolato nel lager di Dachau come schutzhaftlinge, cioè prigioniero politico deportato per motivi di sicurezza. In seguito fu internato in un campo di lavoro a Dresda, e il 9 marzo del 1944 fu trasferito nel lager di Mauthausen, dove morì il 12 marzo del 1945.
Egidio Annoni, nato a Briosco il 25 ottobre del 1923, fu catturato il 9 settembre del 1943, il giorno dopo l’armistizio, con i suoi commilitoni del 3° Centro Automobilistico di Milano. Deportato in Germania, divenne internato militare – così come i suoi compagni -: in questo modo gli vennero negate le garanzie che la Convenzione di Ginevra prevedeva per i prigionieri di guerra. Morì il 21 gennaio del 1945 nello Stalag di Norimberga, campo di prigionieri di guerra; venne sepolto nel cimitero militare italiano d’onore di Francoforte.
Le pietre di inciampo sono opera di un artista tedesco, Gunter Demnig, che da tempo le incastona sulle strade di tutta Europa per eternare la memoria di chi perse la vita venendo deportato nei campi di sterminio nazisti. In ogni pietra su una placca di ottone sono riportati il nome della vittima, la sua data di nascita e la sua data di morte.
Municipio di Briosco: indirizzo e come arrivare
Il municipio di Briosco si trova in via Roma 4.
Se vuoi arrivare a Briosco in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Roma.
Preferisci arrivare a Briosco in autobus? Puoi sfruttare la linea Z242 e scendere alla fermata Medici 2. Da qui, percorri pochi passi per raggiungere il benzinaio e gira in via Roma: percorrendo questa strada fino in fondo troverai il municipio sulla tua sinistra.
Nel caso in cui tu decida di arrivare a Briosco in treno, infine, devi fare riferimento alla stazione di Arosio; tieni presente, però, che dovrai camminare per un bel pezzo su strade senza marciapiede. Uscito dalla stazione, gira a sinistra in via Trieste: percorrila fino in fondo e poi vai ancora a sinistra in via Sauro. Arrivato alla rotonda, svolta a destra in via Vallassina e poi imbocca il primo svincolo sulla sinistra. Gira a sinistra in via per Novedrate e vai sempre dritto; superati i tornanti in salita, gira a destra in via Cavour. Oltrepassata la chiesa, prendi via Pasino e vai sempre dritto: sbucherai in via Roma, e a quel punto ti basterà raggiungere il civico 4.
Che cosa vedere a Briosco
La storia del municipio di Briosco ti ha colpito? Beh, sappi che in paese ci sono molte altre location interessanti che meritano di essere ammirate e conosciute: te ne parlo nel post qui sotto, che ti segnala che cosa vedere a Briosco (e anche dove puoi fermarti a pranzo o a cena).
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Infine, mi sembra doveroso segnalarti che per la stesura di questo post mi sono affidato (anche) alle informazioni contenute nell’opuscolo La “casa comunale” e i suoi 150 anni edito dall’amministrazione comunale di Briosco grazie al lavoro di ricerca svolto da Antonio Viganò.