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Arte urbana in Brianza, l'edicola di Biassono

Arte urbana in Brianza: il chiosco per le donne di Biassono

Fra le numerose opere di arte urbana in Brianza che abbelliscono strade e palazzi, ce n’è una a Biassono che merita di essere vista con particolare attenzione: è quella che decora il chiosco di un’edicola con immagini e parole scelte per condannare la violenza sulle donne. Scopri di più leggendo il resto di questo post!

Arte urbana in Brianza: l’edicola di Biassono

A Biassono, in via Cesana e Villa, trovi – a pochi passi dall’ingresso di Villa Verri – un chiosco di un’edicola davvero speciale.

Le sue serrande, infatti, sono decorate con un’affascinante opera di street art che si pone l’obiettivo di sensibilizzare chiunque la guardi su un tema drammaticamente attuale: la violenza sulle donne.

A realizzarla è stata l’artista di Bellusco Mattia Fucci, su idea dell’associazione culturale Gaetano Osculati.

Uno dei lati del chiosco riporta alcune parole della poetessa milanese Alda Merini: “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne”.

Sul lato opposto, invece, si legge una frase della scrittrice franco-americana Anais Nin: “La violenza è un sintomo di impotenza”.

L'edicola di Biassono di Mattia Fucci
La citazione di Anais Nin

La facciata frontale, infine, oltre a segnalare il numero di telefono 1522 (il numero verde per il sostegno alle vittime di violenza e stalking), propone la citazione “Dal suo cuore uscì questo e non da altre persona”, attribuita a Maifreda da Pirovano, che – è scritto – fu una “biassonese condannata al rogo per eresia”.

Chi era Maifreda da Pirovano

Chi era, dunque, Maifreda? Sorella dell’Ordine delle Umiliate di Biassono, nella seconda metà del XIII secolo si impegnò per far sì che la chiesa cristiana riconoscesse il ruolo della donna per mezzo del culto di Guglielma di Milano.

Costei (conosciuta anche come Guglielma la Boema, perché ritenuta figlia di un re boemo), fu oblata nell’Abbazia di Chiaravalle e si guadagnò una fama di guaritrice che portò alla creazione di un movimento religioso – i Guglielmiti, appunto – in cui la presenza di donne era molto significativa.

La dottrina guglielmita sanciva che Guglielma fosse lo Spirito fatto carne nel sesso femminile, e in quanto tale di essenza divina, superiore a tutti i santi e alla Vergine Maria.

Arte urbana in Brianza
Le serrande dell’edicola di Biassono trasformate in un’opera di arte urbana

Guglielma morì nel 1281 (o forse l’anno successivo), e la cappella con le sue spoglie diventò un luogo di culto, destando l’attenzione dell’Inquisizione.

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Maifreda era uno dei membri più importanti del gruppo dei Guglielmiti.

Proprio per questo motivo, nel 1300 venne processata dall’Inquisizione e – giudicata eretica, così come tutto l’ordine dei Guglielmiti – fu arsa viva a Milano, di fronte alla Chiesa di Sant’Eustorgio.

Nell’occasione, vennero bruciate anche le spoglie di Guglielma, che fino ad allora erano state sepolte nel cimitero dell’Abbazia di Chiaravalle.

In seguito alla morte di Maifreda, l’Ordine delle Umiliate di Biassono – che risiedevano presso la Cascina Sant’Andrea, e che erano divenute famose in tutta l’Italia settentrionale per la produzione della lana – andò incontro a un graduale declino spirituale.

Nel tempo, invece, il culto di Maifreda si è diffuso in maniera importante: soprannominata Papessa dai suoi seguaci, fu di ispirazione proprio per la carta omonima dei tarocchi.

In particolare, il pittore Michelino da Besozzo la raffigurò nel mazzo dei tarocchi di Filippo Maria Visconti (la stessa Maifreda era cugina di Matteo Visconti) in occasione delle sue nozze con Maria di Savoia avvenute nel 1427.

Nel 1973, invece, il famoso banchiere Raffaele Mattioli (soprannominato “il banchiere umanista”) chiese di essere sepolto nel cimitero dell’Abbazia di Chiaravalle di Milano, luogo  di venerazione delle Umiliate, proprio in quella che era stata la tomba di Guglielma.

Arte urbana in Brianza: dove si trova il chiosco per le donne di Biassono

L’edicola di Biassono decorata dallo street artist Mattia Fucci si trova in via Cesana e Villa, di fianco al civico 2.

Arte urbana in Brianza, l'edicola di Biassono
Il chiosco dell’edicola di Biassono decorata dall’arte di Mattia Fucci

Se vuoi vedere questo esempio di arte urbana in Brianza da vicino e hai in mente di arrivare a Biassono in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di via Cesana e Villa, proprio di fianco all’edicola.

Preferisci arrivare a Biassono in autobus? Puoi utilizzare le linee Z221 e Z234 e scendere alla fermata Cesana e Villa/Verri. Da qui, ti basta percorrere pochi metri lungo via Cesana e Villa, lasciandoti i numeri civici pari alla tua sinistra, per raggiungere l’edicola.

Infine, nel caso in cui tu decida di arrivare a Biassono in treno, puoi fare riferimento alla stazione di Biassono – Lesmo Parco. Uscito dalla stazione, raggiungi lo stop di via della Stazione e gira a sinistra in via Parco. Percorri tutta via Parco e poi vai dritto in via Roma; giunto all’incrocio con via Segramora, gira a sinistra in via San Martino e vai dritto. Al semaforo, vai a sinistra; dopo esserti lasciato l’ingresso di Villa Verri alla tua sinistra vedrai l’edicola sulla tua destra.

Che cosa vedere a Biassono

Il magnifico esempio di arte urbana in Brianza di cui ti ho parlato in questo articolo può essere il pretesto ideale per una passeggiata tra le strade di Biassono. Se non conosci il paese, non ti preoccupare: nel post qui sotto ti spiego che cosa vedere a Biassono, quali sono le attività a cui puoi dedicarti e dove puoi fermarti a mangiare nei dintorni.

Che cosa fare a Biassono: guida per turisti




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