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Inverigo, la Chiesa di Sant'Ambrogio

Inverigo, la Chiesa di Sant’Ambrogio

Per chi vuole visitare Inverigo la Chiesa di Sant’Ambrogio è una tappa obbligata. Risalente alla seconda metà del Seicento, questo edificio religioso deve il proprio aspetto attuale al restauro ideato da Paolo Mezzanotte, architetto famoso per aver progettato il Palazzo della Borsa di Milano che porta proprio il suo nome. Ma ora concentriamoci su Inverigo!

Inverigo, Chiesa di Sant’Ambrogio: la storia

Per conoscere le origini della Chiesa di Sant’Ambrogio di Inverigo è sufficiente leggere ciò che è scritto sulla lapide murata collocata sotto il pronao: “Questa chiesa, sorta nel 1681 sull’area dell’antica parrocchiale diventata angusta per l’accresciuta popolazione e deturpata da infelici aggiunte, fu ampliata ed abbellita nel 1931 per iniziativa del parroco don A. Pozzoli, su disegno dell’arch. Mezzanotte, col concorso della popolazione tutta. Fu consacrata il 14 agosto 1931 da S. E. il card. Schuster arcivescovo di Milano, che la visitava negli anni 1939 e 1944”.

La parrocchia intitolata a Sant’Ambrogio, però, esisteva almeno già nel XIII secolo: risalgono alla fine del Duecento, infatti, le prime testimonianze scritte che la riguardano.

Sappiamo che, tra il 1570 e il 1606, la parrocchia fu visitata da San Carlo Borromeo (due volte) e da Federico Borromeo.

Nel 1854 fu nominato parroco di Inverigo il milanese don Adalberto Catena, prete patriota noto per essere stato confessore di Alessandro Manzoni e aver dato gli ultimi conforti religiosi a Giuseppe Verdi. Don Catena giunse a Inverigo dopo che gli austriaci lo avevano allontanato dal Seminario Arcivescovile di San Pietro Martire, accusato di sentimenti di italianità: una sorte capitata anche ad Antonio Stoppani, che faceva parte del corpo docenti.

Nel 1920, l’architetto Paolo Mezzanotte iniziò a lavorare al progetto di ristrutturazione della chiesa.

Tuttavia i tempi per la costruzione del nuovo edificio si allungarono più del previsto, a causa del tira e molla fra la parrocchia e il marchese Vitaliano Crivelli, che era restio a concedere il terreno necessario per l’ampliamento della chiesa: temeva, infatti, che così sarebbe stato compromesso l’accesso alla villa di famiglia.

La diatriba si prolungò per diversi anni e si concluse solo dopo la morte del marchese: l’erede di Vitaliano, Uberto, diede il proprio assenso e fu disponibile a cedere il terreno.

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Così il 23 febbraio del 1930 si procedette finalmente alla posa della prima pietra, che fu benedetta dal cardinale Ildefonso Schuster in presenza del Commissario prefettizio Vittorio Mezzanotte.

Un anno e mezzo più tardi, il 14 agosto del 1931, con una messa celebrata alle tre di notte, la chiesa venne consacrata dal cardinale Schuster, dopo un “travagliato parto durato più di otto anni” (per usare le parole del libro di Nando Sanvito I paesi di Inverigo), grazie anche “alla tenacia del parroco don Enrico Ratti e al generoso concorso di tutta la popolazione di Inverigo”, che per un certo periodo donò parte della propria busta paga alla causa.

Il cappello di Don Gnocchi
La chiesa oggi accoglie un altare dedicato a don Carlo Gnocchi. In seguito alla morte di don Gnocchi, il suo cappello degli Alpini fu consegnato da don Renato Pozzoli – suo stretto collaboratore – a un alpino di Inverigo, Leonardo Strazza. Il cappello è stato conservato a lungo dagli Alpini di Inverigo, prima di essere collocato nell’altare della chiesa parrocchiale
Don Carlo Gnocchi con fanciulli di Angelo Casati
Don Carlo Gnocchi con fanciulli, scultura realizzata nel 1964 da Angelo Casati e oggi ospitata nella Chiesa di Sant’Ambrogio

Le colonne del portico

Curiosità: le colonne del portico timpanato, in granito di Baveno, della Chiesa di Sant’Ambrogio provengono dalla Chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte di Milano, oggi non più esistente, dove erano usate come adorno degli altari.

Inverigo, la chiesa parrocchiale
La facciata della chiesa di Inverigo con le colonne arrivate dalla Chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte di Milano

Si racconta che Mezzanotte avesse voluto queste colonne per far apparire la facciata della chiesa di Inverigo più imponente.

Esse, però, furono comprate ancora prima che la famiglia Crivelli vendesse il terreno necessario per ampliare la chiesa in occasione della ristrutturazione: giunte da Milano già nel 1924, per lungo tempo rimasero accantonate in attesa dell’inizio dei lavori.

In un primo momento le colonne erano state destinate alla nuova Chiesa di Santa Maria Segreta di Milano. Questa chiesa era stata progettata da Augusto Brusconi, che però morì nel 1924, prima che i lavori venissero completati; così la fabbriceria di Santa Maria Segreta si rivolse proprio a Paolo Mezzanotte per far sì che l’opera venisse portata a termine.

Mezzanotte si rese conto che le colonne della Chiesa di San Giovanni Decollato alle Case Rotte non si sarebbero adattate a quel progetto, e decise quindi di utilizzarle per la chiesa di Inverigo.

La chiesa oggi

All’esterno, la facciata della chiesa parrocchiale di Inverigo è impreziosita da una scultura di inizio Novecento che raffigura Sant’Ambrogio.

All’interno, meritano di essere osservati i rilievi in stile barocco in stucco bianco, eseguiti tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, e il Crocifisso in legno, risalente al 1742.

Inverigo, la chiesa parrocchiale all'interno
L’interno della chiesa con il Crocifisso in legno

Su una parete della navata si può ammirare un olio su tela della prima metà del XVII secolo in cui Sant’Ambrogio è ritratto fra due angeli che sorreggono rispettivamente una croce processionale e un libro.

La tela di Sant'Ambrogio nella chiesa di Inverigo
La tela con Sant’Ambrogio fra i due angeli

A Sant’Ambrogio sono dedicate anche due vetrate che furono installate in occasione della ristrutturazione del 1930-31.

Il coro ospita quattro dipinti che rappresentano i primi quattro Dottori della Chiesa: Sant’Ambrogio, appunto, insieme con San Girolamo, San Gregorio e Sant’Agostino. L’autore di queste opere, che risalgono all’inizio del Settecento, è il milanese Carlo Preda.

Sant'Ambrogio
Sant’Ambrogio
San Girolamo
San Girolamo
San Gregorio
San Gregorio
Sant'Agostino
Sant’Agostino

Una tela ovale cinquecentesca, di autore ignoto, raffigura San Luca; un’altra tela, sempre del XVI secolo, rappresenta il Battesimo di Cristo, con angeli parlanti sullo sfondo.

Il dipinto della Beata Vergine del Carmine di Bernardino Campi

Da segnalare, infine, il dipinto della Beata Vergine Maria del Carmine, realizzato nel Cinquecento dall’artista cremonese Bernardino Campi.

La pala raffigura la Vergine con il Bambino in braccio, circondata da serafini in compagnia di San Celso e Santo Stefano. Il quadro fu dipinto nel 1575 per Geronimo Marescalco, regio fiscale di Milano.

La Beata Vergine Maria del Carmine di Bernardino Campi
Il dipinto della Beata Vergine Maria del Carmine di Bernardino Campi

Dopo essere stato ospitato nella chiesa parrocchiale di Mulazzano (antica località del contado di Lodi), all’inizio del Settecento fu acquistato da Orazio Modegnani, che aveva sposato una discendente del Marescalco.

Intorno a metà del Settecento il quadro faceva parte della galleria milanese del marchese don Giovanni Alimento della Porta; in seguito giunse a Inverigo in tempi e modi che non sono noti.

Inverigo, Chiesa di Sant’Ambrogio: chi era Paolo Mezzanotte

L’aspetto attuale della Chiesa di Sant’Ambrogio di Inverigo, come si è visto, è frutto del progetto di ristrutturazione ideato tra il 1920 e il 1921 (e concretizzatosi dieci anni più tardi) dall’architetto milanese Paolo Mezzanotte.

Esponente del Neoclassicismo e del Liberty Milanese, Mezzanotte – nato a Milano nel 1878 – è noto per essere il “padre” del Palazzo della Borsa di Milano, conosciuto appunto come Palazzo Mezzanotte.

Architetto, ma anche incisore e pittore, dopo aver studiato pittura con Vespasiano Bignami si è laureato in ingegneria al Politecnico.

In Brianza ha progettato, fra l’altro:

A Inverigo, oltre alla Chiesa di Sant’Ambrogio, Mezzanotte ha progettato anche:

  • la Cappella Bonfanti (nel 1915);
  • l’Oratorio di Romanò (nel 1918);
  • l’Asilo di via Pretorio (nel 1926, e poi tra il 1951 e il 1954 con la ristrutturazione resasi necessaria dopo i danni causati dall’occupazione delle truppe tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale);
  • la Casa del Comune e Villa Locascio (nel 1930);
  • il restauro della Chiesa di San Biagio di Bigoncio (nel 1952).

Sulla collina di Romanò, la famiglia Mezzanotte possedeva una residenza di campagna: era Villa Gallarati, costruita nel Seicento su progetto di Francesco Maria Richini per volere della famiglia milanese Gallarati Scotti e che il notaio Antonio Mezzanotte, padre di Paolo, aveva acquistato nel 1870.

Proprio in questa villa Paolo Mezzanotte è morto il 9 ottobre del 1969.

Inverigo, Chiesa di Sant’Ambrogio: come arrivare

A Inverigo la Chiesa di Sant’Ambrogio si trova in piazza Sant’Ambrogio.

Inverigo, la Chiesa di Sant'Ambrogio
La Chiesa di Sant’Ambrogio

Se desideri visitarla e hai in mente di arrivare a Inverigo in auto, puoi lasciare la macchina direttamente nei parcheggi di piazza Sant’Ambrogio.

Preferisci arrivare a Inverigo in treno? Uscito dalla stazione di Inverigo, risali lungo via della Vittoria e prendi la scalinata che vedi alla tua destra. Arrivi, così, in via IV Novembre: gira a sinistra e subito dopo a destra. Ti ritroverai in piazza Sant’Ambrogio.

Infine, nel caso in cui tu decida di arrivare a Inverigo in autobus puoi fare riferimento alle linee C45 o C91 e scendere alla fermata di piazza Ugo Foscolo. Da qui, attraversa la piazza lasciandoti via Meda sulla tua destra; quindi gira a sinistra in via XXV Aprile e vai sempre dritto, fino a che non vedi la chiesa di fronte a te.

Che cosa vedere a Inverigo

A Inverigo la Chiesa di Sant’Ambrogio può essere il punto di partenza per una passeggiata tra i luoghi più suggestivi del paese. Se non sai come raggiungerli, leggi il post qui sotto, che ti suggerisce che cosa vedere a Inverigo (e dove puoi fermarti a pranzo o a cena).

Che cosa fare a Inverigo: guida per turisti





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[Per saperne di più sul dipinto della Beata Vergine Maria del Carmine: La pala Marescalco di Bernardino Campi da Mulazzano a Inverigo, di Mario Marubbi, in Arte Lombarda – Nuova Serie, No. 126 (2), Vita e Pensiero]

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