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La capitale del gioco in Lombardia

L’Italia è stata considerata a lungo come il punto di riferimento mondiale del gioco. Migliaia e migliaia di turisti e visitatori si riversavano in passato proprio nelle sale dello Stivale per tentare la fortuna o conoscere nuove attrazioni tipiche del tavolo verde, come i giochi di carte. Oggi molti passatempi del genere godono di una controparte digitale e ad esempio il gioco del poker online così come il blackjack può essere praticato tra giocatori in carne ed ossa anche a distanza, ma le atmosfere che si respirano dal vivo non possono essere replicate attraverso uno schermo. Forse non tutti sanno che la prima vera casa da gioco sorse proprio nel Belpaese, principalmente a Venezia. Una volta Las Vegas non era che una landa desolata, ma quando la zona è stata bonificata e sono cominciati a spuntare i ben noti casinò di oggi, il modello di riferimento furono proprio le sale nostrane. In ogni caso, è stato un altro l’edificio che ha scritto la storia del gioco dalle nostre parti, vale a dire il Casinò di Campione d’Italia, in provincia di Como.

Il primo Casinò Municipale di Campione vide la luce nel 1917, nel bel mezzo della prima guerra mondiale, ma ebbe vita breve e fu costretto alla chiusura dopo appena un paio di anni. La riapertura si verificò solo tempo dopo, il 2 marzo 1933. Più di recente, nel maggio del 2007, è stato inaugurato il nuovo palazzo. Il progetto è opera dell’architetto svizzero Mario Botta ed è costato sui 140 milioni di franchi svizzeri. Il risultato è stato un edificio da 9 piani per 55.000 metri quadrati, proprio accanto alla vecchia sede. Anche se qualche critico l’ha bollato come “ecomostro”, il rinnovato Casinò di Campione ha continuato a svolgere regolarmente le sue attività per diversi anni, per poi conoscere una brusca interruzione.

Era l’estate del 2018 quando il Tribunale di Como dichiarò il fallimento del Casinò di Campione, impossibilitato al versamento delle quote dovute al Comune. Il debito aveva raggiunto rapidamente dimensioni milionarie e di conseguenza buona parte dei dipendenti è stata licenziata. Dopo l’ufficializzazione del fallimento sono è arrivata la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune, dunque si sono verificate le dimissioni di 4 Consiglieri e infine si è giunti allo scioglimento del Consiglio Comunale.

Si è trattato di un duro colpo per il settore dell’intrattenimento italiano, perché il Casinò di Campione ha sempre avuto un ruolo eminente nel corso del XX secolo. Soltanto nel dicembre del 2020 la Corte di Cassazione ha deciso di revocare la sentenza di fallimento ed è stato possibile accedere alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale, riportando all’ovile molti dei vecchi dipendenti. Insomma, lo storico casinò sembrava sul punto di poter riprendere il proprio lavoro senza ostacoli.

Nella prima metà del 2021 la domanda di concordato preventivo è stata accettata. In ogni caso, l’exclave di Campione d’Italia aveva visto ridursi drasticamente i numeri dell’attività e del turismo nel periodo di chiusura, il che si era tradotto persino in un peggioramento economico per l’intera popolazione locale. Il Casinò di Campione è stato riaperto ufficialmente il 26 gennaio 2022 e ha riassunto subito ben 174 dipendenti. Nonostante le tante avversità affrontate, l’edificio è rimasto al suo posto e i croupier che nel frattempo avevano finito con l’intraprendere persino nuovi mestieri sono tornati ai loro compiti abituali. La storia continua…

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