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Il Monumento ai Caduti di Cantù di Ernesto Bazzaro

Il Monumento ai Caduti di Cantù

Il Monumento ai Caduti di Cantù è noto, nel linguaggio popolare, con il soprannome di Giovanin biut, cioè “Giovannino nudo”. Raffigura, infatti, un uomo senza vestiti, e proprio per questo motivo fu oggetto, nel 1930, di una polemica dal profumo di scandalo. Sei curioso di saperne di più? Ti racconto tutto nel resto del post.

La storia del Monumento ai Caduti di Cantù

Il Monumento ai Caduti di Cantù di piazza Fiume è soprannominato Giuvanin biut o Il biutun: raffigura, infatti, un uomo nudo (“biotto” in dialetto vuol dire, appunto, “nudo”) che tiene in una mano un ramoscello di ulivo e nell’altra la palma del martirio.

Il monumento, in bronzo, fu realizzato dallo scultore milanese Ernesto Bazzaro, grazie ai fondi raccolti dal Comitato canturino per le onoranze ai caduti in guerra.

Il Monumento ai Caduti di Cantù
Il Monumento ai Caduti di Cantù

Già il 26 febbraio del 1919, appena tre mesi dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, l’amministrazione comunale di Cantù aveva convocato una commissione speciale finalizzata alla realizzazione di un momento commemorativo delle vittime dell’evento bellico.

L’opera, inaugurata il 10 luglio del 1921 in presenza delle autorità cittadine e di delegazioni provenienti dai paesi circostanti, fu collocata in largo Cavallotti, corrispondente all’attuale largo Adua.

Nell’agosto del 1930, poi, fu spostata all’inizio del viale delle Rimembranze.

Tuttavia, la nudità della figura umana rappresentata fu fonte di polemica e di scandalo, come racconta Carlo Rodi nel volume Don Vittorio Moretti. La sua parrocchia e la sua chiesa edito dall’Associazione Culturale Charturium.

I parroci, infatti, inviarono una missiva al podestà di Cantù, il cavalier Gino Marelli, chiedendogli che venissero apportate delle modifiche alla statua in modo che la stessa potesse essere benedetta.

In poche parole, la richiesta era quella di coprire le parti intime dell’uomo raffigurato.

Il Monumento ai Caduti di Ernesto Bazzaro
La statua scolpita da Ernesto Bazzaro

La risposta del podestà non lasciò spazio a repliche: “I canturini guardano più al sentimento di riconoscenza dovuto agli Eroi e non credono che un artistico nudo debba essere giudicato sconveniente”.

Come dire: la statua rimane così com’è e non si tocca.

Giovanin biut
Il Giovanin biut

Ancora oggi, in effetti, il Giuvanin biut fa sfoggio di sé in piazza Fiume, a pochi passi dalla Chiesa dei Santi Michele e Biagio.

Gli altri nudi di Ernesto Bazzaro

Non era la prima volta, per altro, che un nudo realizzato da Bazzaro si dimostrava causa di polemiche.

Milano

Qualcosa di simile, infatti, era già accaduto nel 1903 a Milano, dove l’artista aveva scolpito due statue rappresentanti figure femminili collocate sopra il portale di ingresso di Palazzo Castiglioni (oggi sede dell’Unione Commercianti di Milano, in corso Venezia).

Le due statue, dalla sensualità strabordante e dalla procacità ritenuta eccessiva, erano state fonte di scandalo: avrebbero dovuto simboleggiare rispettivamente la pace e l’industria, e invece erano diventate oggetto di scherno, al punto che il palazzo era stato ribattezzato la Ca’ di ciapp, cioè la Casa delle chiappe.

Così, dopo poco le statue erano state rimosse e collocate nei magazzini della ditta che aveva costruito il palazzo, per poi essere trasferite presso la Villa Romeo-Faccanoni, sempre a Milano.

Vigevano

Un copione simile era andato in scena a Vigevano, dove nel 1927 era stato eretto un Monumento ai Caduti opera di Bazzaro.

Intitolato Gloria ai Combattenti, il monumento era valso allo scultore un premio di 150mila lire, comprensivo delle spese necessarie per il materiale.

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Il progetto era stato scelto da una commissione esaminatrice composta dall’architetto Ambrogio Annoni (noto in Brianza per aver progettato la chiesetta rossa di Pomelasca) e dagli scultori Annibale Galateri ed Edoardo Rubino.

Ma proprio il bozzetto approvato originariamente aveva dovuto essere modificato, anche in questo caso per una questione di pudore: lo scultore, infatti, aveva ritratto l’Italia Vittoriosa nuda.

Egli era stato quindi invitato a rimettere mano al progetto, per evitare che la nudità potesse offendere la sensibilità del vescovo di Vigevano Angelo Giacinto Scapardini, che il 4 novembre del 1924 avrebbe benedetto la prima pietra del monumento, inaugurato poi tre anni più tardi.

Brugherio

Una vicenda analoga si sarebbe ripetuta pochi anni più tardi, con il Monumento ai Caduti di Brugherio: anche in questo caso la nudità della Vittoria fu oggetto di una diatriba tra la parrocchia, rappresentata da don Giuseppe Camagni, e l’amministrazione comunale.

L’opera di Bazzaro, realizzata alla fine degli anni ’20, fu inaugurata solo nel 1933, dopo anni di polemiche e dibattiti.

Monumento ai Caduti di Cantù: chi era Ernesto Bazzaro

Nato il 29 marzo del 1859 a Milano, Ernesto Bazzaro a partire dal 1875 iniziò a frequentare l’Accademia di Brera, allievo del pittore Giuseppe Grandi e dello scultore Ambrogio Borghi.

Interessatosi ai pittori scapigliati, si dedicò alla scultura cimiteriale e monumentale.

Nel 1882, poco più che ventenne, vinse il concorso che era stato bandito dal Consiglio Comunale di Monza per realizzare un monumento alla memoria di Giuseppe Garibaldi: a valutare il suo progetto erano stati chiamati, fra l’altro, Mosè Bianchi ed Emilio Borsa. La statua, in marmo, fu finanziata con una sottoscrizione della popolazione monzese, e richiese quattro anni di lavoro: venne inaugurata il 3 giugno del 1886 in piazza Isola (quella che oggi è nota come piazza Garibaldi).

Nel 1905 Bazzaro entrò a far parte del Consiglio Comunale di Milano, che lasciò tre anni più tardi.

Nel 1915 realizzò una nuova statua di Garibaldi per la città di Monza: quella precedente, infatti, in pochi anni si era fortemente deteriorata.

Dopo aver realizzato il Monumento ai Caduti di Cantù, nel 1922 l’artista meneghino creò anche il Monumento ai Caduti di Mariano Comense.

Mariano Comense, il Monumento ai Caduti
Il Monumento ai Caduti di Mariano Comense, opera di Ernesto Bazzaro

Ernesto Bazzaro morì a Milano il 19 maggio del 1937.

Monumento ai Caduti di Cantù: come arrivare

Il Monumento ai Caduti di Cantù si trova in piazza Fiume.

Il Monumento ai Caduti di Cantù di Ernesto Bazzaro
Il Monumento ai Caduti di Cantù in piazza Fiume

Se desideri vederlo da vicino e hai in mente di arrivare a Cantù in auto, puoi lasciare la macchina nei parcheggi di corso Unità d’Italia.

Preferisci arrivare a Cantù in autobus? Allora ti conviene utilizzare la linea C50 e scendere alla fermata SS. Michele e Biagio o la linea Z150 e scendere alla fermata corso Unità d’Italia 8 fr. Chiesa. Da qui, incamminati lungo corso Unità d’Italia lasciandoti la chiesa sulla destra, e dopo pochi passi vedrai il monumento alla tua sinistra.

Infine, nel caso in cui tu voglia arrivare a Cantù in treno puoi fare riferimento alla stazione di Cantù. Uscito dalla stazione, vai a sinistra in via Vittorio Veneto; giunto al semaforo, svolta a sinistra in via Vergani. Continua fino alla rotonda di largo Adua, superala e poi al bivio rimani sulla sinistra per imboccare via Dante. Attraversa piazza Garibaldi e imbocca via Roma: andando sempre dritto, arriverai in piazza Fiume e troverai il monumento alla tua destra.

Che cosa vedere a Cantù

Nei dintorni del Monumento ai Caduti di Cantù ci sono molte altre location che meritano di essere viste e conosciute. Per sapere come raggiungerle, dai un’occhiata al post qui sotto, che ti svela che cosa vedere a Cantù (e in quali ristoranti puoi fermarti a pranzo o a cena). Buona lettura!

Che cosa fare a Cantù: guida per turisti





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