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Meda, piazza Vittorio Veneto

Il centro storico di Meda

Il centro storico di Meda è una vera miniera di sorprese, tra monumenti, luoghi nascosti, passaggi segreti e opere d’arte che lasciano a bocca aperta. Vuoi scoprire ogni particolare su vicoli, chiese, cortili e antichi palazzi? Leggi il resto di questo post: e se sei un appassionato di cinema, troverai una chicca da non perdere.

Passeggiata nel centro storico di Meda

Sei pronto a conoscere ogni segreto del centro storico di Meda?

La Chiesa di Santa Maria Nascente

Ti consiglio di iniziare la tua passeggiata da piazza della Chiesa, dove sorge la Chiesa di Santa Maria Nascente.

Meda, la chiesa parrocchiale
La Chiesa di Santa Maria Nascente

A dir la verità, questa zona non si può definire propriamente parte del centro storico di Meda, e non a caso è soprannominata Contrada Noeuva: in effetti si è sviluppata solo negli anni Cinquanta, dopo la costruzione della chiesa; in precedenza qui c’era solo una grande area erbosa denominata Pra di Tudesch.

La Chiesa di Santa Maria Nascente fu progettata dall’architetto Paolo Mezzanotte. La costruzione fu avviata nel 1939 e si concluse solo 17 anni dopo (la consacrazione risale al 1956), complice lo stop imposto dalla Seconda Guerra Mondiale.

La chiesa parrocchiale di Meda
La facciata della chiesa

La chiesa è realizzata interamente in mattoni; la lunetta sulla facciata presenta un mosaico che raffigura l’Annunciazione.

Il mosaico dell'Annunciazione della Chiesa di Santa Maria Nascente di Meda
Il mosaico dell’Annunciazione

All’interno, il battistero ospita un affresco di Paolo Rivetta con il Battesimo di Gesù, mentre decisamente più antico è l’affresco luinesco della Vergine con Bambino proveniente dal Monastero di San Vittore (di cui ti parlerò tra poco). Da vedere anche il San Giuseppe falegname dipinto da Umberto Caimi, il Gesù Crocefisso scolpito da Osvaldo Minotti e la Via Crucis di Cesare Busnelli, autore anche delle sculture dei Santi Aimo e Vermondo.

Curiosità: la Chiesa di Santa Maria Nascente compare nel film Il posto di Ermanno Olmi, uscito nel 1961, che fu girato anche a Meda.

Piazza della Repubblica

Lasciandoti la facciata della chiesa alle tue spalle, imbocca via Mazzini. Dopo pochi metri, alla tua sinistra trovi piazza della Repubblica, su cui si affaccia Palazzo Mascheroni, parte di un’ex falegnameria riqualificata.

Piazza della Repubblica a Meda
Piazza della Repubblica

Meritano di essere notate le cinque aperture colorate con altrettante scene di un presepe festoso e colorato. Le scene, unite da un filo dorato, vanno a comporre un immaginario presepe con immagini ispirate all’arte di Banksy e a quella di Emanuele Luzzati.

Il presepe di Palazzo Mascheroni in piazza della Repubblica a Meda
Una bambina sposta la tenda e osserva immagini di idillio e felicità
Il presepe di Palazzo Mascheroni a Meda
Girotondo in allegria
Palazzo Mascheroni a Meda
Canti in compagnia sotto la luna
Il presepe di piazza della Repubblica a Meda
Un folletto che lavora come falegname in un mondo pieno di colori
Meda, il presepe di piazza della Repubblica
Un bambino appende le palline dell’albero di Natale, mentre i Re Magi sono in viaggio

Noterai anche la panchina a libro su cui sono stati dipinti gli stemmi dei quattro rioni storici del Palio di Meda: Belgora, San Giovanni, Bregoglio e Fameta.

La panchina con i rioni del Palio di Meda in piazza della Repubblica
La panchina a libro con gli stemmi e i colori dei quattro rioni del Palio di Meda (da sinistra a destra: Belgora, Bregoglio, San Giovanni, Fameta)

Villa Baserga

Prosegui la tua passeggiata verso il centro storico di Meda: alla tua destra, al civico 7 di via Mazzini, ecco Villa Baserga, attualmente in ristrutturazione.

Meda, Villa Baserga
Villa Baserga

La scuola dell’infanzia Maria Bambina

Continua a passeggiare in via Mazzini e allo stop gira a destra in corso Matteotti per raggiungere il civico 21: qui trovi la scuola dell’Infanzia Maria Bambina.

La scuola dell'infanzia Maria Bambina di Meda
L’edificio della scuola dell’infanzia Maria Bambina

Come puoi notare, non si tratta di un edificio di particolare valore artistico; eppure è importante per la storia di Meda. La palazzina, infatti, fu costruita nel 1895 su progetto dell’ingegner Carlo Agrati (tiene a mente questo nome, perché lo ritroverai anche più sotto) nell’area in cui tra il 1787 e il 1873 si trovava il cimitero di Meda.

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Non solo: in precedenza qui sorgeva un oratorio intitolato a Sant’Ambrogio, come ricorda una lapide ancora custodita nell’edificio. La chiesetta fu demolita nel 1894, quando il Comune donò l’area per l’erezione dell’asilo.

Il Palazzo del Municipio

A questo punto puoi tornare indietro lungo corso Matteotti per poi fermarti in piazza Municipio, dove c’è – appunto – il Palazzo Municipale di Meda.

Il Palazzo del Comune di Meda
Il Palazzo del Comune con le bandiere dei quattro rioni

Il palazzo fu costruito tra gli anni ’70 e ’90 dell’Ottocento, su iniziativa di Arcangelo Besana, che fu sindaco tra il 1872 e il 1896. Ospita al proprio interno numerose opere di vari artisti medesi: quadri di Tito Meneghetti, fotografie di Maurizio Galimberti, una scultura di Alberto Ceppi e una di Osvaldo Minotti.

Il murale di Cheone

Riprendi la tua passeggiata; dopo pochi metri, non potrai fare a meno di notare alla tua destra, in corrispondenza del civico 44 di corso Matteotti, il murale Ruberò per te la luna, creato dallo street artist Cosimo Caiffa, in arte Cheone.

Il murales di Cheone a Meda
Il murale di Cheone

L’opera – che occupa una superficie di circa 50 metri quadri – mostra un bimbo intento ad afferrare la luna, con un effetto decisamente suggestivo.

Vicolo Billet

Procedi lungo corso Matteotti e concediti una deviazione nella prima stradina sulla destra, via Scultori Fantoni, un tempo chiamata vicolo Billet.

Via Scultori Fantoni a Meda
La targa che ricorda l’antica denominazione del Broeul, vicolo Billet

Il piccolo edificio con torretta che trovi in fondo a questa strada corrisponde, secondo alcuni storici, all’abitazione in cui viveva il confessore delle monache del Monastero di San Vittore.

L'edificio con torretta di via Scultori Fantoni a Meda
L’edificio con torretta di via Scultori Fantoni

Centro storico di Meda: la Contrada Sottomuro

Riprendi a camminare in corso Matteotti per poi girare di nuovo a destra, in via Santi Aimo e Vermondo.

Come segnalato da un apposito cartello, questa strada un tempo si chiamava corso Principe Umberto e, ancora prima, corrispondeva alla Contrada Sottomuro.

La Contrada Sottomuro nel centro storico di Meda
La targa che rievoca l’antica Contrada Sottomuro

Tale contrada si trovava nella parte pianeggiante dell’antico borgo di Meda, all’interno della cerchia muraria; il muro che fa da confine a questa strada non è altro che l’antica recinzione del Monastero di San Vittore, risalente al Settecento, che oggi delimita il parco di Villa Antona Traversi.

Proprio di fianco ai cartelli all’incrocio con corso Matteotti, nel punto denominato Cantun del Dunà, puoi notare in alto, sotto il tettuccio di tegole, una scritta su una lapide: 1760-A.18L MD ALO. Purtroppo non si conosce il significato di tale scritta, ma si presume che il numero corrisponda all’anno in cui fu costruita, o ricostruita, questa parte del muro.

Il Cantun del Dunà a Meda
La scritta secolare sul muro di cinta del parco di Villa Antona Traversi

Quando esisteva ancora il monastero, proprio qui era presente una piccola porta che fungeva da entrata secondaria per il cenobio.

Centro storico di Meda: la Contrada Pozzobonelli

Ritornato in corso Matteotti, ti accorgerai di un altro cartello che ti segnala che la strada in cui ti trovi era denominata – in passato – corso Vittorio Emanuele II, e corrisponde all’antica Contrada Pozzobonelli.

Poco oltre, all’incrocio con via Orsini guarda alla tua sinistra: vedrai il bassorilievo di un’Annunciazione eseguito all’inizio del secolo scorso da uno scultore milanese il cui nome, purtroppo, ci è ignoto.

Centro storico di Meda, il bassorilievo dell'Annunciazione
Il bassorilievo dell’Annunciazione

La scultura si compone di due pannelli in marmo bianco (separati da una porta balcone) su cui sono ritratti la Vergine Maria e l’Arcangelo Gabriele. Maria è impegnata a pregare sull’inginocchiatoio, mentre una colomba le si sta avvicinando; l’angelo, a sua volta inginocchiato, ha un giglio in mano.

Centro storico di Meda: la Salita delle Benedettine

Continuando a camminare in corso Matteotti, vedrai alla tua destra la Salita delle Benedettine. Le benedettine a cui si riferisce l’odonimo sono – ovviamente – quelle del Monastero di San Vittore.

Questa stradina, che arriva fino alla piazza Vittorio Veneto (la scoprirai fra poco), risale addirittura al XVI secolo, quando fu realizzata allo scopo di collegare la parte alta e quella bassa del borgo di Meda, al tempo unite solamente dalla Costa di Pazzira (l’attuale via Giannino Antona Traversi) e dalla Costa del Pozzolo (di cui ti parlo qualche riga più sotto).

Fino al 2001, la salita era indicata come via Montebello, intitolazione che era stata attribuita in memoria del successo ottenuto dalle truppe piemontesi e francesi contro gli austriaci proprio a Montebello (nel Pavese), durante la Seconda Guerra di Indipendenza, in occasione della battaglia del 20 maggio del 1859.

La Salita delle Benedettine a Meda
La targa che ricorda i nomi antichi della Salita delle Benedettine

Un altro nome con cui, fino al periodo dell’Unità d’Italia, era indicata questa salita era Costa del Zerbo. Due sono le possibili spiegazioni di tale odonimo: una fa riferimento al cognome Zerbi, al tempo diffuso a Meda (Zerbo, quindi, era un esponente di tale famiglia); l’altra chiama in causa la parola “acerbo”, visto che la strada conduceva verso campi non coltivati e, dunque, acerbi.

Centro storico di Meda: la Salita Maria da Besozzo

Prosegui e, dopo il civico 82 di corso Matteotti, imbocca alla tua destra la Salita Maria da Besozzo, intitolata a colei che fu badessa del Monastero di San Vittore dal 1245 al 1276. Anche qui trovi un cartello che ricorda la doppia denominazione precedente: via Daniele Manin e, ancora prima, Custioeura (cioè Costa piccola).

Centro storico di Meda, la Salita Maria da Besozzo
La targa che ricorda le precedenti denominazioni della Salita Maria da Besozzo

La Salita Maria da Besozzo incrocia la Salita delle Benedettine; per questo in passato veniva chiamata Costa de mez, poiché si trovava al centro tra corso Matteotti e la Salita delle Benedettine. Vai dunque a sinistra per proseguire lungo la Custioeura.

Salita Maria da Besozzo nel centro storico di Meda
La rizzada della Salita Maria da Besozzo

Alla tua sinistra puoi vedere la facciata posteriore del Palazzo De Capitani Medici Brivio Di Carpegna; il confine con la via è segnato in parte dalla cinta che racchiude il giardino del palazzo, con un corrimano ormai usurato.

Noterai anche tre finestre, protette da inferriate, dietro le quali – era la credenza di molti bambini nel secolo scorso – erano soliti nascondersi dei fantasmi.

Meda, Palazzo De Capitani
Ci saranno dei fantasmi dietro quelle inferriate?

Al termine della salita, trovi i cosiddetti pichet: blocchi in granito che un tempo i ragazzi del posto si divertivano a saltare.

Centro storico di Meda, i pichet
I pichet

Eccoti giunto in piazza Vittorio Veneto, il cuore del centro storico di Meda.

Meda, piazza Vittorio Veneto
Piazza Vittorio Veneto

Centro storico di Meda: piazza Vittorio Veneto

Piazza Vittorio Veneto un tempo era nota come piazza di Santa Maria (dal nome della chiesa che vedi di fronte a te, un tempo chiamata – appunto – Chiesa di Santa Maria e oggi nota come Santuario del Santo Crocifisso), e successivamente come piazza del Mercato.

Centro storico di Meda, l'antica piazza del Mercato
La targa che ricorda l’antica ubicazione del mercato in piazza Vittorio Veneto

Palazzo De’ Capitani

Alla tua sinistra, vedi il Palazzo De’ Capitani, risalente al XVII secolo (la sua costruzione fu terminata nel 1655).

Palazzo De Capitani nel centro storico di Meda
Palazzo De Capitani

Come si legge nel libro degli Amici dell’Arte Note storiche e artistiche inerenti a monumenti ed edifici medesi, le severe linee architettoniche sono ingentilite “nella facciata da un ampio portone d’ingresso ornato da un bordo murario a bugne e da sovrastante balcone”.

Il nome dell’edificio deriva dai conti De’ Capitani di Scalve, grandi di Spagna, conti di Concorezzo, patrizi di Milano: costoro, che erano anche comproprietari di Meda, affidarono la realizzazione del complesso a due architetti di cui conosciamo solo i cognomi, Bizozzero e Castelli.

Centro storico di Meda, Palazzo De Capitani
Palazzo De Capitani

Nel XIX secolo il palazzo è diventato di proprietà dei Medici di Seregno, e poi dei marchesi Brivio, a cui è stato ceduto nel 1826; ora appartiene ai conti di Carpegna. L’edificio è privato e non visitabile all’interno.  

Centro storico di Meda, Palazzo De Capitani
Palazzo De Capitani visto dalla Ca’ Rustica

La Chiesa di San Vittore e Villa Antona Traversi

Alla tua destra puoi osservare la Chiesa di San Vittore, alle cui spalle sorge Villa Antona Traversi.

La Chiesa di San Vittore e la Foresteria nel centro storico di Meda
La Chiesa di San Vittore: alle sue spalle c’è Villa Antona Traversi

La villa non è solitamente accessibile al pubblico, ma può essere visitata in occasione di eventi privati o appuntamenti speciali (Ville Aperte o iniziative del Fai). Il complesso architettonico della villa è formato per la maggior parte dagli edifici che in passato costituivano il Monastero di San Vittore: un monastero millenario, visto che fu fondato intorno all’800 e venne soppresso solo dieci secoli dopo, nel 1798, dalla Repubblica Cisalpina.

L'entrata di Villa Traversi a Meda
Il portale di ingresso nel giardino di Villa Antona Traversi dal sagrato della Chiesa di San Vittore

Proprio nel novembre del 1798, il mercante marsigliese Giovanni Giuseppe Maunier acquistò i beni del soppresso monastero, affidando pochi anni più tardi a Leopoldo Pollack il compito di trasformare il complesso in un palazzo neoclassico.

Così avvenne; poi nel 1830 la villa venne ceduta alla famiglia Antona Traversi, che ne detiene la proprietà ancora adesso.

Antona Traversi
Antona…

All’interno della villa sono conservate, fra l’altro, le raccolte letterarie di Giannino Antona Traversi, che fu commediografo, scrittore e – per dieci anni – Senatore del Regno d’Italia.

Villa Antona Traversi
…Traversi

La Chiesa di San Vittore, finita di costruire nel 1520 all’epoca della badessa Maria Cleofe Carcano (ricordi la Salita Maria da Besozzo di poco fa?), ospita i resti dei Santi Aimo e Vermondo, ritenuti i fondatori di Meda e del monastero.

Centro storico di Meda, la Chiesa di San Vittore
La Chiesa di San Vittore, uno dei gioielli del centro storico di Meda

Al suo interno meritano di essere visti i dipinti di Giovanni Battista Crespi, di Giulio Campi, di Bernardino Luini e della sua scuola.

Il sagrato della Chiesa di San Vittore ha fatto parte della piazza fino al 1921, anno in cui venne costruita la recinzione davanti alle tre rampe di gradini che conducono all’ingresso. Qui un tempo c’erano le fosse del cimitero, oggi coperte dai lastroni di granito della pavimentazione.

La Chiesa di San Vittore nel centro storico di Meda
La Chiesa di San Vittore

La sistemazione del sagrato, così come l’erezione della facciata conclusa nel 1730, si deve alla badessa Elena Marianna Strada e alle sorelle Bizzozero, che erano monache del monastero.

La chiesa è normalmente chiusa al pubblico, ma – da marzo a ottobre – può essere visitata ogni ultima domenica del mese grazie ai tour guidati proposti dall’associazione Amici dell’Arte.

Se vuoi conoscere la storia della Chiesa di San Vittore più nel dettaglio, puoi leggere il post qui sotto, che te ne parla in maniera approfondita.

La Foresteria

Di fianco alla chiesa, c’è il Palazzo della Foresteria: fu eretto nel 1732 nel punto in cui, in precedenza, sorgeva l’antica foresteria del monastero, da cui si poteva accedere al parlatorio e alla clausura.

La Foresteria del monastero di San Vittore nel centro storico di Meda
Il Palazzo della Foresteria

L’edificio non è visitabile internamente; da fuori si possono ammirare il portale barocco e il balconcino della facciata.

Il Santuario del Santo Crocifisso

Di fronte a te, il Santuario del Santo Crocifisso.

La chiesa mantiene il nucleo originale della vecchia Chiesa di Santa Maria Nascente, che era stata eretta su richiesta del cardinale Federico Borromeo, ma l’aspetto attuale si deve al progetto redatto a fine Ottocento dall’architetto Emanuele Odazio.

Centro storico di Meda, il Santuario del Santo Crocifisso
Il Santuario del Santo Crocifisso

Il campanile accoglie otto campane, dedicate rispettivamente a:

  • San Sebastiano;
  • San Giovanni da Meda;
  • i Santi Aimo e Vermondo;
  • i lavoratori dei campi;
  • i caduti di tutte le guerre;
  • San Giuseppe dei Falegnami;
  • il Santo Crocifisso;
  • Santa Maria Nascente.
Il campanile del Santuario del Santo Crocifisso a Meda
Il campanile del santuario

Non mi dilungo oltre nel parlarti di questa chiesa: se vuoi conoscere tutti i segreti del Santuario del Santo Crocifisso, ti basta leggere il post qui sotto, che ti permette di vedere tutti i dipinti e gli affreschi custoditi al suo interno e di scoprire la storia del miracolo del Crocifisso.

Vicolo di Santa Maria

Accanto al santuario c’è vicolo di Santa Maria, anticamente denominato vicolo Stallazzo: si chiamava così perché qui – in uno stallazzo, appunto – venivano lasciati i cavalli e le carrozze mentre i proprietari andavano a Messa.

Vicolo Stallazzo a Meda
La targa che ricorda l’antica denominazione di vicolo Stallazzo

Questa stradina conduce alla Curt del Vismara, dove in passato vivevano gli amministratori del monastero, e che nel 1798 entrò a far parte dei beni acquistati da Maunier.

La Curt del Vismara nel centro storico di Meda
La Curt del Vismara

Il vicolo mostra, su una delle facciate della Ca’ Rustica, una lapide che ricorda l’incontro avvenuto nell’agosto del 1496 in questa piazza tra l’imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d’Asburgo e i duchi di Milano Beatrice d’Este e Ludovico il Moro (la cui nipote Bianca Maria Sforza due anni prima era stata data in moglie proprio all’imperatore).

Meda, vicolo Stallazzo
La lapide posta a ricordo dell’evento storico

La Ca’ Rustica

Vicolo di Santa Maria separa il Santuario del Santo Crocifisso da un edificio noto come Ca’ Rustica, le cui origini sono strettamente correlate alla storia del Monastero di San Vittore.

Il fabbricato, infatti, inizialmente era di proprietà del monastero, venendo usato come abitazione della servitù.

La Ca' Rustica nel centro storico di Meda
La Ca’ Rustica, la Foresteria del monastero e la Chiesa di San Vittore

Nel tempo, poi, si susseguirono numerosi altri proprietari: i Porro nel Seicento, i De Capitani fino all’inizio dell’Ottocento, i Medici da Seregno tra il 1805 e il 1825.

Nei secoli la Ca’ Rustica continuò a essere adibita a uso agricolo: ancora adesso, sui muri di fronte al cortile, si possono notare gli anelli che venivano utilizzati per agganciare i finimenti dei cavalli che qui venivano ricoverati (la facciata che dà sulla piazza, invece, mostra resti di decorazioni ottocentesche a tema araldico).

Stati Uniti nel centro storico di Meda
Uno stemma araldico (forse della famiglia Porro) sopra l’ingresso dell’edificio

A partire dal 1826, quando divenne proprietaria la famiglia Brivio (oggi Carpegna), la destinazione d’uso dell’edificio mutò: eliminati gli spazi aperti al piano terra, vennero creati locali a uso abitativo.

Secondo la tradizione, in un lontano passato la struttura era dotata di quattro torri, come se l’edificio fosse una fortezza: un’ipotesi confermata non solo dallo spessore delle mura, ma anche dal basamento di una torre d’angolo visibile anche ai giorni nostri. Chiamata Torre Comunale, questa torre era il simbolo del borgo di Meda.

Centro storico di Meda, la Ca' Rustica
La Ca’ Rustica, uno degli edifici più antichi del centro storico di Meda

Curiosità: i medesi chiamano la Ca’ Rustica Stati Uniti per via di un passaggio (tuttora esistente, anche se non aperto) che metteva in comunicazione il suo cortile con quello della proprietà Vismara. E, quindi, i due cortili erano… stati uniti.

Il cortile degli Stati Uniti nel centro storico di Meda
Il cortile interno

In passato l’ala settentrionale della Ca’ Rustica comunicava con una fattoria gestita da imprenditori agricoli della bassa milanese, i Locatelli, i quali in estate trasferivano le proprie mandrie di bovini in Valsassina, sugli alpeggi prealpini. Voluta dai conti di Carpegna-Brivio, questa fattoria accoglieva ovini, suini, cavalli e mucche da latte.

Erano presenti anche due silos per conservare il fieno e uno stagno artificiale con pesci, anatre e oche, realizzato grazie all’acqua in eccesso che arrivava dall’acquedotto comunale poco distante (situato nel giardino dei Carpegna di cui ti parlerò più sotto).

Il complesso, ritenuto all’avanguardia per l’epoca (gli anni tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale) veniva perfino visitato dalle scolaresche. Purtroppo la situazione mutò in negativo nel secondo dopoguerra, e gli edifici della fattoria furono demoliti negli anni Ottanta.

Il Monumento ai Caduti e la Ca' Rustica nel centro storico di Meda
A destra, la Ca’ Rustica; in centro, il Monumento ai Caduti; a sinistra, Palazzo De Capitani

Il Monumento ai Caduti

Di fronte alla Ca’ Rustica, infine, ecco il Monumento ai Caduti Medesi della Prima Guerra Mondiale, inaugurato nel 1922 e costruito su un terreno che, in passato, ospitava il cimitero di Meda.

Il Monumento Ossario ai Caduti di Meda
Il Monumento ai Caduti Medesi

Il monumento, caratterizzato da una scalinata che si sviluppa lungo il declivio della collina, presenta tre grandi croci in marmo bianco: rappresentano i tre anni di guerra in cui fu coinvolta l’Italia, dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918.

La Vittoria Alata di Cesare Busnelli
La Vittoria Alata

In cima al tumulo in cui sono conservati i resti dei soldati deceduti durante la Grande Guerra svetta la scultura in bronzo della Vittoria Alata, che tiene una corona di alloro fra le mani, scolpita da Cesare Busnelli.

La Vittoria Alata nel centro storico di Meda
Il Monumento ai Caduti con la Vittoria Alata scolpita da Cesare Busnelli

A volere la realizzazione del monumento fu l’ingegner Carlo Agrati, che riuscì a coinvolgere proprietari terrieri, artigiani, commercianti e industriali disponibili a dare il proprio contributo economico per la costruzione dell’opera.

L’Ingegner Agrati presiedette un comitato che nel 1920 ottenne gratuitamente i terreni di piazza Vittorio Veneto su cui il monumento avrebbe dovuto essere costruito: terreni che appartenevano al marchese Cesare Brivio e a Luigi Antona Traversi. Quest’ultimo morì proprio in quel periodo; pertanto la cessione effettiva venne portata a termine dalla vedova, Erminia Galli.

Il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale nel centro storico di Meda
Vista frontale del Monumento ai Caduti

Come riportato dal verbale di deliberazione del Consiglio Comunale del 7 marzo del 1920 avente come oggetto l’”approvazione del progetto di massima per la sistemazione della Piazza Parrocchiale”, il “preventivo di massima per l’esecuzione delle opere necessarie” per “l’allargamento e la sistemazione della Piazza Parrocchiale allo scopo di formare una sede adatta ad accogliere il monumento che la popolazione del Comune vuole eretto alla memoria dei caduti della Grande Guerra” era di 23.080 lire.

Il Monumento ai Caduti in piazza Vittorio Veneto
La scalinata che conduce al Monumento ai Caduti

Nel 1922, dopo un primo bando senza esito, il bando decisivo vide la partecipazione di 70 concorrenti: la commissione scelse il progetto denominato Sacrificio e Vittoria, presentato dallo scultore medese Cesare Busnelli, dall’architetto svizzero Cesare Donini e dall’architetto milanese Aldo Scala.

I progettisti del Monumento ai Caduti nel centro storico di Meda
I nomi dei creatori del Monumento ai Caduti

I bozzetti vennero giudicati da una giuria composta da tre tecnici non medesi che davano (secondo le parole del bando) “pieno affidamento per competenza ed indipendenza”. La giuria avrebbe dovuto scegliere i due bozzetti migliori; poi la selezione del progetto da eseguire fra questi due sarebbe stata effettuata dal comitato.

Meda, il Monumento ai Caduti
Il bando di concorso indetto il 14 marzo del 1922 prevedeva, tra l’altro, che l’autore del bozzetto vincente avrebbe ottenuto, “a regolare contratto”, una somma di 70mila lire a forfait; al secondo classificato, invece, sarebbe stato assegnato un premio di 1.000 lire

La commissione esecutiva per l’erezione del monumento vedeva come presidente il sindaco Primo Busnelli e come membri onorari personalità di spicco della Meda dell’epoca:

  • l’ingegner Carlo Agrati;
  • il parroco don Giovanni Trabattoni;
  • il marchese Cesare Brivio;
  • l’onorevole Riccardo Besana (ex sindaco e deputato del Regno);
  • Luigi Antona Traversi;
  • l’ingegner Gaetano Villoresi (figlio di Eugenio, progettista del Canale Villoresi, e padre di Luigi, destinato a diventare un celebre pilota di Formula 1).

Individuato il progetto, partirono subito i lavori, supervisionati dall’ingegner Agrati: il monumento fu inaugurato il 5 novembre del 1922.

I nomi dei medesi dispersi nella Prima Guerra Mondiale
I nomi dei medesi dispersi durante la Seconda Guerra Mondiale

Tre anni più tardi, il 29 giugno del 1925, davanti alla popolazione locale furono tumulate in una cripta scavata appositamente le prime otto salme dei militari medesi:

  • il capitano Ernesto Fumagalli;
  • il fante Enrico Serafino Asnaghi;
  • il fante Giovanni Bonacina;
  • il fante Enrico Galimberti;
  • il fante Pietro Galimberti;
  • il fante Angelo Mandressi;
  • il fante Mario Agostino Mandressi;
  • il geniere Arturo Novati.
Centro storico di Meda, i caduti della Prima Guerra Mondiale
Il ricordo dei caduti

Il più vecchio di loro aveva 36 anni; il più giovane appena 19.

All’interno dell’ossario in seguito furono collocate nove cassette con i resti di altri caduti della Prima Guerra Mondiale, morti quasi tutti per malattie contratte al fronte:

  • il caporale Carlo Giuseppe Caglio;
  • il caporale Angelo Fabio Proserpio;
  • il sergente Angelo Colombo;
  • il fante Carlo Vincenzo Colombo;
  • il fante Ettore Carlo Consonni;
  • il fante Emilio Mariani;
  • il fante Angelo Luigi Minotti;
  • il fante Luigi Angelo Nespoli;
  • il fante Angelo Vago.
Dispersi medesi nella Prima Guerra Mondiale
I nomi dei morti per malattia durante la guerra

Successivamente vennero aggiunte cassettine con i resti di un militare medese morto durante la Guerra d’Abissinia (Cesare Villa) e di 10 caduti della Seconda Guerra Mondiale:

  • Enrico Bonacina, morto in Albania;
  • Guido Monti, morto in Albania;
  • Carlo Pelegatta, morto in Albania;
  • Franco Marelli, morto in Russia;
  • Vittorio Falasco, morto in Slovenia;
  • Pierino Tagliabue, morto in Grecia;
  • Carlo Terraneo, morto a Ravenna;
  • Luigi Colombo, morto a Lampedusa;
  • Dante Giorgetti, morto a Meda a causa delle ferite riportate in guerra;
  • Benedetto Orsi.
I morti di Meda della Seconda Guerra Mondiale
I nomi di tutti i soldati medesi caduti nella Seconda Guerra Mondiale

In occasione della Prima Guerra Mondiale, furono ben 1.700 i medesi richiamati alle armi, su un totale di 7.500 abitanti: praticamente quasi un quarto della popolazione.

Meda, il Monumento ai Caduti in piazza Vittorio Veneto
Il vialetto davanti al monumento

I morti furono 128, contando non solo i soldati caduti in battaglia, ma anche quelli deceduti per colpa di malattie o ferite rimediate al fronte.

I morti della Prima Guerra Mondiale di Meda
L’elenco dei morti dopo la guerra per malattia contratta in servizio

I loro familiari si ritrovarono in condizioni economiche precarie: e così negli anni seguenti si aggiunsero altre vittime, con decessi causati da malattie non curate o semplicemente da una vita di stenti.

Via Palestro

Se attraversi la piazza lasciandoti il santuario sulla sinistra, puoi percorrere la discesa di via Giannino Antona Traversi, in fondo alla quale girerai a destra e poi subito a sinistra per imboccherai via Palestro.

Via Giannino Antona Traversi a Meda
La targa che ricorda le antiche denominazioni di via Giannino Antona Traversi

I trompe l’oeil di Villa Maunier

All’incrocio tra via Palestro e via Pastrengo vedrai un affresco realizzato con la tecnica del trompe l’oeil (dal francese, letteralmente “inganna l’occhio”), si ritiene risalente addirittura al Quattrocento.

I trompe l'oeil di Meda
L’affresco realizzato con la tecnica del trompe l’oeil

L’affresco rappresenta un grande loggiato con balaustre e colonne, e sullo sfondo un paesaggio lacustre; forse è opera di un artista spagnolo, ma la firma dell’autore non è più leggibile.

Villa Maunier a Meda
Il loggiato e il paesaggio lacustre dipinti sulla parete dell’edificio

Il fabbricato su cui è visibile il trompe l’oeil era uno degli edifici di servizio di Villa Maunier, residenza che negli anni Cinquanta del secolo scorso è stata demolita per costruire una scuola materna.

Centro storico di Meda: la Contrada Pazzira

Ritornato alla fine della discesa di via Giannino Antona Traversi, prosegui la tua passeggiata in via Garibaldi. Raggiungi il civico 17 per osservare il dipinto denominato dalla tradizione popolare Madonna dell’uccellino: una Madonna della Misericordia affrescata a fine Ottocento, con la Vergine seduta in trono mentre tiene in braccio Gesù Bambino che ha in mano un uccellino.

La Madonna dell'Uccellino a Meda
Il dipinto della Madonna dell’Uccellino

Da via Garibaldi sbuchi in piazza Cavour. La piazza ha origini antichissime: già intorno all’anno 1000 era il nucleo della Contrada Pazzira, la più importante delle contrade del borgo che si trovavano al di fuori della cerchia muraria del tempo.

Piazza Cavour nel centro storico di Meda
La targa che richiama l’antica denominazione di piazza Cavour: piazza di Pazzira

La statua del Donatore di Sangue

Al centro della piazza, ecco una fontana risalente al 1968 e costruita in occasione del decimo anniversario dell’Avis Meda.

Centro storico di Meda, la fontana di piazza Cavour
La fontana di piazza Cavour

La fontana è impreziosita dalla statua del Donatore di Sangue scolpita da Cesare Busnelli su progetto dell’architetto medese Angelo Asnaghi; l’acqua che scorre intende rappresentare il costante rinnovarsi della vita.

Centro storico di Meda, la statua del Donatore di Sangue
La statua del Donatore di Sangue

La porta della Limonera della Madame

Merita di essere esplorato anche il Parco Emanuele de Ermenulfis, intitolato al primo podestà di Meda (nominato nel 1211): qui puoi osservare da vicino l’esplosione di colori della porta dell’edificio della Limonera della Madame.

La Limonera della Madame a Meda
I colori della porta della Limonera della Madame

Ul Cantun

Lasciandoti il parco alle spalle, sulla sinistra di piazza Cavour trovi vicolo San Fermo: qui all’inizio del XIX secolo, quando la zona era ricca di vigneti, si sviluppò l’agglomerato chiamato Ul Cantun.

Vicolo San Fermo a Meda
La targa che ricorda il nome di questa zona del centro storico

Del vecchio rione non è rimasto nulla, se non parte dell’antica rizzada che componeva la pavimentazione della stradina.

Meda, il vicolo San Fermo
Vicolo San Fermo

Se percorri tutto il vicolo San Fermo e arrivi al termine della salita, puoi notare sulla facciata dell’abitazione di fronte a te la Madona del Cantun: si tratta di una terracotta di forma ovale che raffigura il Cuore Immacolato di Maria.

La Madona del Cantun a Meda
La Madona del Cantun

Fino ad alcuni anni fa questa opera era murata sulla facciata di un edificio che poi è stato demolito. A realizzarla, nel 1943, era stato l’artista locale Bassano Sanosi, che lavorava presso le fornaci Fusari: gliel’aveva commissionata la marchesa Teresa Brivio, moglie del conte Ugo di Carpegna.

Ma non si trattava di un unicum: in tutto, infatti, erano state dieci le terrecotte che donna Teresa aveva richiesto – una per ognuna delle sue proprietà – con l’intento di proteggere gli affittuari dalla guerra in corso.

Casa Ferrario e la Chiesetta del Redentore

Ritornato in piazza Cavour, puoi girare a sinistra e prendere via Parini, dove tra il civico 2 e il civico 6 trovi il complesso di Casa Ferrario (i Ferrario erano un’antica famiglia di nobili milanesi) che comprende la Chiesetta del Redentore.

Meda, Casa Ferrario
Casa Ferrario

La struttura, risalente al XIX secolo, è impreziosita da numerose decorazioni in cotto sulle facciate, ma soprattutto da una torre con merlatura ghibellina.

Gli archetti, il portale di ingresso al cortile e le bifore rivelano un costante richiamo allo stile neogotico.

Sulla facciata dell’edificio fino a poco tempo fa era presente anche un affresco che rappresentava la Deposizione, con Gesù seduto per terra e al suo fianco Maria con le braccia aperte; purtroppo ora il dipinto non è più visibile.

Centro storico di Meda: via San Martino

La tua passeggiata nel centro storico di Meda non è ancora finita! Ritornato in piazza Vittorio Veneto, lasciati alle spalle la facciata della Chiesa di San Vittore e incamminati lungo via San Martino.

Questa è una delle tre strade più antiche di Meda, che univano la parte pianeggiante del borgo con quella in collina.

Centro storico di Meda, via San Martino
Via San Martino

In passato era conosciuta come Ul Stradun, Costa De Pietri o Costa del Pozzolo, perché toccava il cuore della Contrada Pozzolo, corrispondente più o meno all’attuale piazza Volta.

Contrada Pozzolo a Meda
La targa che segnala l’antica Contrada Pozzolo

La Curt del Trun

Sulla facciata dell’edificio al civico 10 di via San Martino, puoi notare un’altra delle terrecotte di Sanosi di cui ti ho parlato in precedenza. Ti trovi davanti all’edificio della Curt del Trun: qui in passato c’era l’osteria e salumeria del Trun, tra le più antiche del paese.

La terracotta di Bassano Sanosi nel centro storico di Meda
La terracotta della Curt del Trun

La corte è nota anche come Curt della Burigiola, perché era abitata da donne piuttosto… formose (burigia in dialetto vuol dire “pancia”).

Centro storico di Meda, la Curt del Trun
L’edificio della Curt del Trun

Nel cortile in passato erano presenti due blocchi di granito secolari: uno fungeva da vasca e permetteva agli animali da cortile di abbeverarsi; l’altro, denominato pira, aveva una grande cavità nella parte centrale in cui venivano messe le granaglie destinate a essere pestate affinché se ne potesse ricavare la farina.

Qui c’era anche la cosiddetta trumba, una fontanella dove i medesi venivano ad attingere l’acqua, ritenuta tra le più fresche di tutta Meda.

Un tempo in questo cortile viveva la servitù che lavorava nel Palazzo De Pietri, che conoscerai nelle prossime righe.

Centro storico di Meda: piazza Volta

Arrivato in fondo a via San Martino, giungi in piazza Volta: in passato chiamata piazza De Pietri, o più semplicemente Ul Spiazzoeu. Qui all’inizio del Duecento comparvero le prime case degli Umiliati.

Centro storico di Meda, piazza Volta
La targa che ricorda l’antica denominazione di piazza Volta, Ul Spiazzoeu

Alla tua destra puoi notare la vegetazione del giardino Dell’Acqua e del giardino Carpegna.

I giardini Dell'Acqua e Carpegna a Meda
A sinistra il giardino Dell’Acqua e a destra il giardino Carpegna

I due giardini un tempo erano separati da un sentiero chiamato Ul Runch; oggi da una strada asfaltata, via Delle Fornaci.

Via delle Fornaci a Meda
La targa che ricorda l’antica denominazione di via delle Fornaci, Ul Runch

Palazzo De Pietri

Su piazza Volta (civico 9) si affaccia Palazzo De Pietri (o De Petri), edificato tra il Cinquecento e il Seicento.

Meda, Palazzo De Pietri
Palazzo De Pietri

La famiglia De Pietri ne divenne proprietaria nel 1761, quando il dottor Carlo De Pietri acquistò l’edificio dai marchesi Clerici. Nel 1833, poi, la proprietà passò dai De Pietri all’avvocato milanese Giuseppe Dell’Acqua.

Il palazzo è abbellito, in una finta finestra al di sotto del balcone in marmo, da un affresco che rappresenta l’Immacolata Concezione, realizzato forse all’inizio del secolo scorso: raffigura la Vergine, con veste bianca e manto blu, circondata da angeli.

L'affresco di Palazzo De Pietri a Meda
L’Immacolata Concezione affrescata sulla facciata di Palazzo De Pietri

L’androne di ingresso, invece, ospita il dipinto di un famiglio raffigurato mentre porge le chiavi a chi si accinge a entrare in casa: il servo è noto nella tradizione popolare come firefoi, in riferimento al suo compito di accendere – con una manovra non semplice – il lume a olio situato davanti all’effigie dell’Immacolata.

Il firefoi di Palazzo De Pietri a Meda
Il firefoi di Palazzo De Pietri

Palazzo De Pietri ospita abitazioni private, dunque non è accessibile; il dipinto del firefoi, tuttavia, è visibile anche dall’esterno del cancello.

Centro storico di Meda, Palazzo De Pietri
Palazzo De Pietri

Largo San Giovanni da Meda

Da piazza Volta, prosegui lungo via Manzoni per raggiungere largo San Giovanni da Meda. Il largo è intitolato a Giovanni Oldrati, considerato il fondatore dell’Ordine degli Umiliati, che secondo la tradizione sarebbe nato proprio in questa zona di Meda.

Centro storico di Meda, largo San Giovanni
Largo San Giovanni da Meda

La Fabrica

All’angolo con largo San Giovanni da Meda, in via Manzoni 1, sorge La Fabrica, un grande edificio costruito nel 1838: si chiama così perché ci volle molto tempo a costruirlo, come “la fabrica del dom”.

La Fabrica nel centro storico di Meda
La Fabrica

La Curt de la Fabrica in passato accoglieva le botteghe artigianali di falegnami e tappezzieri.

La Curt de la Fabrica a Meda
La Curt de la Fabrica

Qui viveva anche il Marian, straccivendolo che era solito girare per il paese con un carretto trainato da un asino, barattando o vendendo stracci.

Il Bregoglio

Da largo San Giovanni da Meda imbocchi via Cristoforo Colombo; qui, subito dopo il civico 4, alla tua destra trovi l’ingresso del cortile del caseggiato del Bregoglio, una delle quattro contrade di Meda.

Il nome Bregoglio deriva da regoei, nome con il quale si indicavano in dialetto i due torrenti Ry, le cui acque un tempo scendevano dalle colline medesi raccogliendosi proprio in questo punto.

Sul lato sinistro puoi vedere un dipinto che rappresenta San Giovanni Oldrati, realizzato nel 1978 dall’artista medese Ben-Novo (al secolo Angelo Borgonovo). Il santo è ritratto mentre è intento a leggere le Sacre Scritture, in compagnia di un angelo che gli mostra il cielo. Sotto questa tavola, sono presenti tracce di un affresco molto più antico, che a sua volta rappresentava il santo.

Centro storico di Meda, il dipinto di San Giovanni Oldrati
Il dipinto di San Giovanni Oldrati. Sotto la rappresentazione del santo, si legge: S. Giovanni Oldrati istitutore del principal’ordine umiliato nato nell’insigne borgo di Meda l’anno 1100 e canonizzato l’anno stesso della sua morte del 1159 dal pontefice Alessandro III

Centro storico di Meda: corso Matteotti

A questo puoi ritornare in piazza Volta e da qui scendere lungo corso Matteotti per tornare al punto di partenza della tua passeggiata. Ma c’è ancora qualcosa da scoprire!

Casa Cassina

Alla tua destra, al civico 159 di corso Matteotti, trovi Casa Cassina, risalente almeno al XVIII secolo (in occasione di restauri effettuati qualche anno fa, è stata rinvenuta incisa su pietra la data 1726).

Centro storico di Meda, Casa Cassina
Casa Cassina

Si pensa che qui un tempo sorgesse una Casa degli Umiliati: lo si è ipotizzato tenendo conto della struttura dei vecchi edifici e del vicolo interno che collega i cortili comunicanti fra loro.

Ancora adesso esiste un vano con una volta sostenuta da sottili colonne decorate con capitelli, il che lascia pensare ai resti di una cripta antica, forse parte della chiesetta medievale di Santa Maria degli Umiliati citata da Goffredo da Bussero nella seconda metà del Duecento nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani.

Casa Cassina nel centro storico di Meda
L’ingresso di Casa Cassina, oggi nascosto da un cancello

La Curt della Zifra

Esattamente di fronte, al civico 104 di corso Matteotti, puoi osservare ciò che rimane della Curt della Zifra, dal nome di una signora che ci ha abitato fino agli anni Sessanta del secolo scorso; in seguito il cortile venne ribattezzato Curt del Cazular per la presenza di un calzolaio.

La Curt della Zifra a Meda
La Curt della Zifra

Si tratta di un cortile di piccole dimensioni, di forma triangolare (una rarità!); c’è ancora un San Francesco in terracotta di Sanosi.

Meda, la Curt della Zifra
L’interno del cortile; si nota, in alto, la terracotta del Sanosi

E per finire…

Pochi metri più in là, al civico 143 di corso Matteotti, alza la testa per osservare l’affresco di Maria Ausiliatrice realizzato tra il 1957 e il 1958 dal pittore varesino Carlo Cocquio.

L'affresco di Maria Ausiliatrice a Meda
L’affresco di Maria Ausiliatrice

Arrivato all’incrocio con via Vignoni, invece, il tuo sguardo sarà colpito dal Palazzo di proprietà Besana, con le ringhiere dei balconi in stile Liberty in ferro battuto.

Il Palazzo di proprietà Besana a Meda
Il Palazzo di proprietà Besana con le ringhiere dei balconi in stile Liberty

A questo punto, non ti rimane che percorrere a ritroso l’ultimo tratto di corso Matteotti per tornare al punto di partenza.






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  • Di Meda in Meda: quattro passi nella Meda del terzo millennio degli Amici dell’Arte;
  • Vecchi cortili medesi: tradizione e civiltà degli Amici dell’Arte;
  • Note storiche e artistiche inerenti a monumenti ed edifici medesi degli Amici dell’Arte;
  • Lapidi che ricordano fatti e personaggi medesi degli Amici dell’Arte.
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2 commenti su “Il centro storico di Meda”

  1. BRUNO MASCHERONI

    Mi chiamo Mascheroni Bruno…figlio di Roberto ! Mio nonno Angelo Giulio Mascheroni nacque a Meda nel 1888 l’8 Giugno ! La nostra famiglia è originaria di Meda ed era conosciuta a Meda col soprannome i ” grapei “. Attualmente viviamo a Vimercate (MB). Il padre di mio nonno lavorava per il “Conte” così mi raccontava mio nonno Giulio ! Penso di avere ancora dei parenti lì ! Il vostro racconto su Meda mi è molto piaciuto ! Complimenti

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