Piero Porati è stato un pioniere dei voli in mongolfiera in Lombardia e in tutta Italia. Originario di Fornaci di Briosco, ha girato il mondo grazie alla sua passione per i palloni aerostatici, vivendo un’esistenza all’insegna dell’avventura e della curiosità. In questo post ti svelo dove, ancora oggi, si possono osservare testimonianze della sua vita.
Tutto quello che ti serve sapere
Voli in mongolfiera in Lombardia: la tomba di Piero Porati a Briosco
Entrando nel cimitero di Briosco, non si può fare a meno di notare un monumento funebre davvero particolare, a forma di mongolfiera.

Si tratta della tomba di Piero Porati: un personaggio leggendario della Brianza, conosciuto come il Brianzolo Volante.
La vita di Piero Porati
Piero nacque a Fornaci di Briosco il 18 aprile del 1928. Appena tre giorni prima, Umberto Nobile era partito da Milano, come comandante del Dirigibile Italia, per la sua seconda missione al Polo Nord: a Piero piaceva pensare che fosse un segno del destino.
Porati trascorse l’infanzia e la gioventù a Fornaci, e si diplomò in scultura all’Accademia di Brera di Milano, facendosi testimone della tradizione artistica del suo borgo natìo (Fornaci è il “borgo del cotto lombardo”, e la sua storia è direttamente legata alla produzione di mattoni, laterizi e manufatti artistici ottenuti grazie all’estrazione dell’argilla locale).
Nel 1950 venne chiamato a lavorare, in aiuto allo scultore Giannino Castiglioni, a uno dei portali in bronzo del Duomo di Milano.
Nel 1965 si iscrisse all’Aeroclub di Bresso, e iniziò a frequentare l’aeroporto di Bresso come aviatore.
I voli in mongolfiera in Lombardia e nel resto del mondo
L’interesse per le mongolfiere si palesò dopo pochi anni, quasi all’improvviso. Nel 1972, infatti, Piero partecipò in Svizzera a un evento dedicato ai palloni aerostatici, e se ne innamorò all’istante.
Decise, così, di acquistare per 4 milioni di lire la sua prima mongolfiera, che fece costruire in Inghilterra e rivestire con i colori della bandiera italiana.
Amava il cielo e la terra, Piero. La sua terra: non a caso, a quella mongolfiera diede il nome di Brianza.
Sempre in Inghilterra, Porati ottenne il brevetto di pilotaggio di palloni ad aria calda.
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Nel novembre del 1972, egli tentò la prima trasvolata in mongolfiera delle Alpi, sulla rotta Italia-Svizzera. In sua compagnia c’erano altri tre sferonauti: il lecchese Renato Saccordo (di Costa Masnaga), il milanese Enzo Cisaro e lo svizzero Fred Dolder (di Zurigo – il più esperto, aveva 74 anni). A circa 30 chilometri dal luogo di partenza, la mongolfiera – a causa della mancanza di vento – si fermò a un’altezza di diverse centinaia di metri, per poi precipitare nel lago di Como. La paura fu tanta, ma una motobarca partita dalla riva riuscì a raggiungere Piero e gli altri tre naufraghi salvandoli.
In quel periodo, Piero doveva affrontare un altro problema: in Italia non poteva volare, poiché era necessario un brevetto che – però – non era mai stato richiesto da nessuno. Dopo una lunga trafila burocratica che durò un paio di anni, il Ministero dei Trasporti e dell’Aviazione civile predispose un’apposita sessione di esame, grazie a cui Piero poté finalmente ottenere il primo brevetto di pallone libero.
“Quel giorno – raccontò Porati nel 2016 in un’intervista al Corriere della Sera – al campo sono arrivati due eleganti piloti di aerei. Li ho invitati a salire con me; mi hanno detto, impauriti, di andare da solo. Ho iniziato a volare verso Como e quando sono tornato indietro, due ore e mezza dopo, se ne erano già andati tutti. Però avevo dimostrato di saper volare”. In seguito Porati avrebbe conseguito anche la prima licenza di istruttore in Italia.
Nel 1974 egli fondò a Carate Brianza il Primo Gruppo Aerostatico Italiano: con lui c’erano Ines Facchin e Franco Segrè, che nel 1970 aveva importato la prima mongolfiera moderna in Italia.
L’anno successivo Porati importò in Italia un pallone ad aria calda ribattezzato Brianza Uno. Quell’anno fu invitato per l’inaugurazione del museo delle mongolfiere creato nel castello di Balleroy, in Normandia, dall’editore miliardario Malcolm Forbes, appassionato di palloni aerostatici. Piero decise di arrivarci in mongolfiera, ovviamente; ma qualcosa non andò per il verso giusto. Avendo scelto di alzarsi in volo nonostante un cielo minaccioso, Porati si ritrovò nel bel mezzo di un temporale, e fu costretto a effettuare un ammaraggio di fortuna tra le acque dell’oceano in tempesta.
Nel 1979 l’aeronauta brianzolo vinse le gare di distanza e di precisione del primo raduno invernale di Château-d’Œx, in Svizzera, aggiudicandosi anche il premio messo in palio dall’attore e scrittore britannico David Niven, che era il presidente del club aerostatico locale.
Quell’anno, Piero fu coinvolto in un altro incidente. Accadde in Sardegna, nei cieli di Ardara, a circa 30 chilometri da Sassari: la mongolfiera su cui si trovava a bordo insieme ad altri due sferonauti, dopo un atterraggio di fortuna, urtò con la navicella contro un costone roccioso, venendo poi trascinata a lungo per la campagna a causa del forte vento.
Nel 1980 la moglie di Piero, Maria Angela Ascorti, cantante e pittrice, fu la prima donna d’Italia a ottenere il brevetto di pilota.
Nel 1982, in onore di Porati, l’amministrazione comunale proclamò Carate Brianza “città della mongolfiera”.
Nella primavera del 1984, a Brugherio, in occasione del 200esimo anniversario del primo volo umano in mongolfiera in Italia compiuto dal conte Paolo Andreani, Piero si levò in cielo (in compagnia dell’assessore alla Cultura locale, Roberto Pirruccio) in presenza del ministro della Difesa Giovanni Spadolini.
Nel 1988 Porati importò per la prima volta nel nostro Paese un dirigibile ad aria calda.
Nel 2011 fondò a Brugherio la Compagnia della Mongolfiera.
Nell’aprile del 2016 prese parte al Festival del Volo, organizzato al Parco di Monza presso Villa Mirabello, dove nel 1783 il marchese Marsilio Landriani aveva effettuato il primo esperimento aerostatico italiano mandando in aria due palloni aerostatici. Quella fu la sua ultima uscita pubblica.
Pierino Porati morì il 4 giugno del 2017 a Carate Brianza, la città in cui – nella sua casa museo – aveva aperto un centro dedicato alla formazione degli aspiranti nuovi piloti.

Così, dopo la sua morte, Pierino venne ricordato dal Giornale di Carate:
“L’ultima vera uscita ufficiale sul prato davanti a Villa Mirabello, al Festival del Volo di Monza. Piero Porati, 89 anni, il veterano degli argonauti italiani, ci era arrivato come sempre con la monovolume con rimorchio per trasportare il suo dirigibile. Lo stesso con il quale aveva volato insieme all’astronauta veranese Paolo Nespoli da Carate a Renate al rientro all’ultima missione sulla Stazione spaziale internazionale”.
In più di 900 ascensioni, per oltre 3500 ore di volo, Piero ebbe l’occasione di accogliere sulla propria mongolfiera anche celebrità come Adriano Celentano (i due volarono sopra il parco di Monza, in occasione delle riprese del film Bingo Bongo, nonostante la paura del cantante) e Mike Bongiorno – sopra il Cervino, montagna che il presentatore amava particolarmente.
Dai suoi istruttori inglesi, Piero aveva imparato a verificare la temperatura dell’aria semplicemente allungando le mani dalla navicella. Quando si sollevava in volo, portava con sé unicamente la radio, nonostante l’evoluzione tecnologica avesse messo a disposizione dei piloti nuovi strumenti come GPS e computer.
Dalle Alpi alle Maldive, Piero osservò il mondo dall’alto, con curiosità e amore per una passione che si rinnovava giorno dopo giorno.
Il ricordo e l’esempio di Piero Porati sono vivi e accesi ancora oggi. Il suo monumento funebre a Briosco è una preziosa testimonianza delle due enormi passioni del Brianzolo Volante: la mongolfiera e la scultura.
E, a proposito di scultura: a pochi passi dalla tomba di Piero c’è quella di suo fratello Osvaldo Porati, a sua volta caratterizzata da un monumento funebre molto particolare, a forma di ingranaggio. A scolpirlo fu proprio Piero.

La scultura di Piero Porati a Brugherio
A Brugherio, invece, ancora oggi si può vedere una scultura realizzata e offerta in dono alla città da Piero Porati: si trova a San Damiano, in viale Lombardia. Alta 8 metri, riproduce una mongolfiera stilizzata verde e blu e vuol rappresentare le due tipologie di aerostati attualmente esistenti: la sfera esterna, a goccia rovesciata, raffigura una mongolfiera ad aria calda; quella interna, invece, è un pallone a gas.
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