Il sentiero della vecchia ferrovia di Veduggio è un percorso che, tra campi e boschi, ti permette di passeggiare lungo il tracciato che all’inizio del XX secolo era utilizzato dai treni tra Renate e Fornaci. In questo post ti spiego come raggiungerlo e quale itinerario seguire per arrivare fino alla Chiesina dei Morti di Briosco.
Tutto quello che ti serve sapere
Sentiero della vecchia ferrovia a Veduggio: info utili
Il sentiero si sviluppa tra i boschi e i campi di Veduggio con Colzano e Capriano di Briosco.
Dopo il tratto iniziale, il percorso incrocia il tracciato della Strada Vicinale dei Morti, che ti permette di raggiungere la Chiesina dei Morti di Capriano (in via don Rino Buraglio), costruita a ricordo della peste del 1630.

È un tracciato che non presenta difficoltà: si può affrontare sia a piedi che in bicicletta; solo nell’ultimissimo tratto, nel bosco di Capriano, c’è una piccola salita che impone di scendere dalla bici e condurla a mano.
Lungo il percorso non troverai né fontanelle né cestini per i rifiuti: quindi, ricordati di portare con te una borraccia e un sacchetto per conservare la spazzatura che eventualmente produrrai.

Sentiero della vecchia ferrovia a Veduggio: da dove si parte
Per percorrere il sentiero della vecchia ferrovia a Veduggio puoi partire dalla stradina che inizia in viale della Repubblica in corrispondenza del ponte ciclopedonale che collega la Selvetta con via Matteotti.

Così, ti ritroverai subito lungo il sentiero della vecchia ferrovia. Percorrendo questo tracciato in primavera, sarai avvolto dal profumo dei fiori di aglio orsino, che impreziosiscono il tratto iniziale del percorso.

Dopo poche decine di metri, il bosco si apre lasciando il posto a un paesaggio di campi e distese d’erba, sia alla tua sinistra che alla tua destra.


Il tracciato della ferrovia e i sentieri nei boschi
Dopodiché, ti ritroverai di nuovo immerso nel bosco.

Il sentiero – comunque – è ampio e comodo, senza ostacoli. Accanto a te, i muretti di contenimento della linea ferroviaria, che in questo tratto si sviluppava in trincea.

In breve, raggiungerai il primo dei due ponticelli sotto il quale passava la ferrovia.

Poco dopo la sottovia, ecco il secondo ponte.

Ma a questo punto mi fermo per raccontarti – in breve – la storia della linea ferroviaria che passava di qui.
La ferrovia Renate – Romanò Fornaci, lunga quasi 4 chilometri, fu inaugurata nel 1912, un anno dopo l’apertura della Ferrovia Briantea che univa Monza a Oggiono.
Questa parte del tracciato ferroviario rappresentava – appunto – una diramazione della linea Monza-Molteno-Oggiono, e collegava la stazione di Renate-Veduggio (ancora oggi esistente) con quella di Fornaci di Briosco (non più esistente).
Tale diramazione serviva a trasportare i materiali necessari per la lavorazione dell’argilla, che all’epoca rappresentava la principale attività economica di Fornaci.
“Sulla diramazione delle Fornaci i treni erano trainati da una locomotiva a vapore” (lo ha raccontato Giacomo Galimberti sulla rivista I treni); i treni erano “composti da una locomotiva, una carrozza mista per viaggiatori e quattro carri”.

Dunque, era presente anche il servizio viaggiatori, ma il traffico era molto limitato: erano previste solo due coppie di treni omnibus al giorno, ma d’altro canto a quel tempo a Fornaci abitavano meno di 200 persone.
Devi tener presente, inoltre, che nelle fornaci si lavorava solamente durante la bella stagione (poiché c’era bisogno del caldo per l’essiccazione dell’argilla); di conseguenza, in inverno risultava inutile far viaggiare i treni per il trasporto della merce.
Pertanto, già nel novembre del 1917 il servizio venne sospeso, per poi essere riattivato nel novembre del 1925.
Ma anche questa volta il funzionamento della linea ferroviaria ebbe vita breve: ben presto ci si rese conto che la quantità di merci che dovevano essere trasportate era nettamente inferiore alle previsioni.
Come scritto da Franco Castiglioni sulla rivista I treni, “la concorrenza dell’autotrasporto, che si andava allora affermando, e i primi problemi legati alla scarsità di materia prima, che portarono poi, negli anni Sessanta, alla chiusura definitiva delle fornaci, decretarono la cessazione del servizio ferroviario ancor prima della Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni roventi, ‘il casello’ [cioè la stazione al capolinea di Fornaci, nda] venne utilizzato come edificio scolastico per i bambini della zona”.

Nella primavera del 1931, quindi, l’esercizio fu sospeso, anche per la chiusura della Società Ceramiche Briosco, che era il solo fornitore di carri per il raccordo.
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Durante la Seconda Guerra Mondiale la linea venne riaperta, ma solo perché presso il capolinea di Fornaci era stato ricavato un deposito di munizioni; esso, però, fu bombardato dagli Alleati.
Nel dopoguerra, infine, la linea venne totalmente smantellata, e i binari furono rimossi.
Oggi rimangono – soprattutto nella parte di Veduggio – i muri di contenimento, i sottopassi e i ponti che vedi percorrendo questo sentiero.

Bene, puoi ricominciare il tuo cammino! Pochi metri dopo il secondo ponte, hai l’opportunità di concederti una deviazione sulla destra per ammirare il panorama che si apre davanti a te.
Riprendi il tuo percorso: dopo una curva a sinistra, costeggi una recinzione.


Arrivi a un bivio, ma non ci sono indicazioni: tu devi andare a sinistra.

Poco dopo, però, ecco un altro bivio: anche in questo caso non ci sono indicazioni.

Per raggiungere la Chiesina dei Morti bisogna andare a destra, ma io ti suggerisco di effettuare, prima, una deviazione sul sentiero di sinistra.

Supererai un ponticello circondato da piante di aglio orsino; dopodiché ti ritroverai sul ponte che in precedenza hai visto dal basso, quando ti trovavi lungo il tracciato della vecchia ferrovia.

Ancora pochi passi e, dalla distesa d’erba in cui sei giunto, puoi ammirare il paesaggio.

Non farai fatica a notare, tra l’altro, Villa La Rotonda di Inverigo.

A questo punto puoi ritornare indietro; superato il ponticello sopra il ruscello e giunto al bivio da cui sei arrivato prima, gira a sinistra.

L’ambiente che si presenta ai tuoi occhi è davvero gradevole, ma presta attenzione: ti ritroverai di fronte a due piccoli corsi d’acqua da guadare.

Niente paura, comunque: a meno che non abbia piovuto abbondantemente nei giorni precedenti, non avrai difficoltà a superare i ruscelli senza bagnarti.

Raggiunto un nuovo bivio, dovrai tenere la destra; percorrerai – quindi – un tratto di bosco molto piacevole.

Davanti a te compare un grande prato: anche qui devi girare a destra.

In breve, ti ritrovi in un nuovo tratto boscato: prima di affrontarlo, voltati indietro e dai uno sguardo al paesaggio.

La Chiesina dei Morti a Capriano
Ora addentrati nel bosco: devi girare a destra.

Ti aspetta una salita breve ma un po’ ripida (questo è il punto in cui, come ti dicevo prima, se sei in bici devi scendere dal mezzo e portarlo a mano).

È l’ultima fatica che ti attende, però: al termine della pendenza ti ritrovi di nuovo in un grande prato. Dietro gli alberi, puoi già intravedere il profilo della Chiesina dei Morti.

Stai per arrivare a destinazione.

Davanti alla chiesina, troverai anche due panchine e un tavolo per una meritata sosta ristoratrice.

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